Non mi venne in mente nient'altro che sedermi ad aspettare il ritorno di Germàn e Marina.L'idea di uscire non mi attirava troppo.Il temporale era il meno.Mi lasciai sprofondare in un'immenso poltrona.
A poco a poco,il ticchettio della pioggia e il chiarore soffuso del grande salone mi conciliarono il sonno.A un certo punto,sentii il rumore di una chiave che girava nella toppa della porta principale e uno scalpiccio di passi nella casa.
Mi svegliai definitivamente e il cuore si mise a battere all'impazzata.Voci che si avvicinavano lungo il corridoio.Una candela.Kafka corse incontro alla luce proprio mentre Germàn e la figlia entravano nel salone.
Marina mi inchiodò con uno sguardo gelido. <Che ci fai qui,Oscar?> Balbettai qualcosa senza senso.Germàn mi sorrise amabile e mi osservò con curiosità. <Per Dio,Oscar!E bagnato fradicio!Marina,porta degli asciugamani puliti per Oscar...Venga,adesso accendiamo il fuoco,è proprio una sera da cani....>
Mi sedetti davanti al camino tenendo fra le mani una tazza di brodo bollente preparato da Marina.Spiegai alla meglio perché mi trovavo in casa,senza accennare alla figura intravista in giardino e a quel tremendo fetore.
Germàn accolse di buon grado le mie spiegazioni e non si mostrò affatto seccato per la mia intrusione,anzi.Marina...era un altro storia.Le sue occhiate scottavano.Temetti che la mia stupidaggine di intrufolarmi in casa loro quasi per abitudine avesse infranto per sempre la nostra amicizia.Non aprì bocca per tutta la mezz'ora che passammo seduti davanti al fuoco.Quando Germàn mi pregò di scusarlo e mi augurò la buona notte,pensai che la mia ex amica mi avrebbe cacciato a pedate,intimandomi di non tornare mai più.
"Eccolo" pensai.Il bacio della morte.Marina mi rivolse un sorriso affilato,sarcastico. <Sembri il brutto anatroccolo> disse. <Grazie> risposi,aspettandomi di peggio. <Allora mi spieghi che diavolo ci facevi qui?> I suoi occhi brillavano,ravvivati dalle fiamme. <La verità è che non lo so...> dissi. <Immagino che...Non so...>
Il mio deplorevole aspetto mi aiutò,perchè Marina mi si avvicinò e mi diede qualche pacca sulla mano. <Guardami> ordinò. La guardai.Mi osservava con un misto di compassione e simpatia. <Non sono arrabbiata con te,capisci?> disse. <Mi ha solo sorpreso trovarti qui,così,senza preavviso.Tutti i lunedì accompagno Germàn dal medico,all'ospedale di San Pablo.Per questo eravamo usciti.Non è la giornata ideale per le visite.>
Ero mortificato. <Non succederà più> promisi. Mi accingevo a raccontare a Marina della strana apparizione di avere visto quando lei,sorridendo,si allungò per darmi un bacio sulla guancia.Bastò che mi sfiorasse con le labbre perché i miei vestiti si asciugassero all'istante e dimenticassi quello che stavo per dire.Marina si accorse del mio muto balbettio.
<Che c'è?> La guardai in silenzio e scossi il capo. <Niente:> Inarcò un sopracciglio,come se non mi credesse,ma non insistette. <Ancora un po' di brodo?> chiese,rialzandosi. <Grazie.> Marina prese la tazza e andò in cucina per riempirla.Io restai accanto al fuoco,affascinato dai ritratti della donna alle pareti.
Quando tornò,seguì il mio sguardo. <La donna di quei quadri...> iniziai. <E mia madre> disse Marina. Sentii di avere toccato un tasto delicato. <Non avevo mai visto quadri così.Sono come....fotografie dell'anima.> Lei annuì in silenzio. <Deve trattarsi di un artista famoso> proseguii. <Ma non avevo mai visto niente di simile.> Marina tardò a rispondere. <E non lo vedrai.Sono quasi diciassette anni che l'autore non dipinge più.Questa serie di ritratti è stata la sua ultima opera.> <Doveva conoscere molto bene tua madre per poterla ritrarre così> osservai. Marina mi fissò a lungo.Era lo stesso sguardo imprigionato nei quadri. <Meglio di chiunque altro> rispose. <L'aveva sposata.>
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marina
Mystery / ThrillerBarcellona,fine degli anni Settanta.Oscar Drai e un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana.Colmo di quella dolorosa energia cosi tipica dell età,fatta in parti uguali di sogno e...