Parte 24

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Una settimana dopo,in gufa da quei ricordi intollerabili,Germàn partì per Parigi.Gli avevano offerto un lavoro come professore in una scuola di pittura.Non avrebbe rimesso piede a Barcellona per dieci anni.

A Parigi,Germàn acquisì una certa fama come ritrattista di prestigio e scoprì lìopera,una passione che non lo avrebbe più abbandonato.

I suoi quadri iniziavano a vedere bene e un mercante d'arte che lo conosceva dai tempi di Salvat accettò di rappresentarlo.Oltre allo stipendio da professore,la vendita delle sue opere gli consentiva una vita semplice ma dignitosa.Facendo qualche sacrificio e grazie all'interessamento del direttore della scuola,che era amico di mezza Parigi,riuscì a prenotare una poltrona al Thèàtre De L'Opera per l'intera stagione.

Niente di pretenzioso:sesta fila in balconata,leggermente spostata a sinistra.Un venti per certo del palcoscenico restava fuori dalla sua visuale,ma la musica gli arrivava gloriosa,ignorando la differenza di prezzo tra palchi e poltrone.

Fu all'Opera che la vide per la prima volta.Sembrava una creatura uscita da un quadro di Salvat,ma neppure la sua bellezza poteva rendere giustizia alla sua voce.Si chiamava Kirsten Auermann,aveva diciannove anni e,secondo il programma,era una giovane promessa della lirica mondiale.

Gli fu presentata quella sera al ricevimento organizzato dalla compagnia dopo lo spettacolo.Germàn era riuscito a intrufolarsi spacciandosi per il critico musicale di "Le Monde".Al momento di stringerle la mano restò muto come un pesce.  <Per essere un critico,parla pochissimo e con un forte accento> scherzò Kirsten.

Germàn decise all'instante che avrebbe sposato quella donna,fosse stata l'ultima cosa che faceva nella vita.Fece ricorse a tutte le tecniche di seduzione che aveva visto utilizzare da Salvat nel corso degli anni.Ma di Salvat ce n'era uno solo,e avevano rotto lo stampo.Cominciò così un interminabile gioco al gatto e al topo che sarebbe durato sei anni e che si concluse in una piccola cappella della Normandia,un pomeriggio d'estate del 1946.

Il giorno delle nozze lo spettro della guerra aleggiava ancora nell'aria come il fetore di una carogna.

Kirsten e Germàn rientrarono a  Barcellona qualche tempo dopo e si installarono nella villa di Sarrià.In sua assenza,la palazzina era diventata un museo spettrale.La luminosità di Kirsten e tre settimane di pulizie fecero il resto.

La casa visse un periodo di splendore mai conosciuto prima.Germàn dipingeva senza sosta,posseduto da un'energia che nemmeno lui stesso riusciva a spiegarsi. I suoi quadri cominciarono a essere quotati tra la gente importante,e ben presto possedere "un Blau",divenne un requisito imprescindibile nella buona società.All'improvviso,il padre prese a vantarsi in pubblico del successo del figlio Germàn.  <Ho sempre creduto nel suo talento e sapevo che avrebbe avuto successo>,<c'è l'ha nel sangue,come tutti i Blau> e < non esiste un padre più orgoglioso di me> diventarono le sue frasi preferite. A forza di ripetrle,fin' per crederci davvero.Mercanti d'arte e galleristi che anni prima lo salutavano a malapena si facevano in quattro per ingraziarselo.E nel bel mezzo di questo turbinio di vanità e ipocrisie Germàn non dimenticò mai quello che Salvat gli aveva insegnato.

Anche la carriera lirica di Kirsten procedeva con il vento in poppa.All'epoca in cui cominciarono a diffondersi i dischi a settantotto giri,fu una delle prime voci a immortalare il proprio repertorio.Furono anni luminosi e felici nella villa di Sarrià,anni in cui tutto sembrava possibile e dove non si scorgevano ombre all'orizzonte.

Nessuno diede importanza alle nausee e ai mancamenti di Kirsten se non quando era ormai troppo tardi.Il successo,i viaggi,la tensione per i debutti spiegavano tutto.Il giorno in cui Kirsten  venne visitata dal dottor Cabrils due notizie cambiarono il suo mondo per sempre.La prima:era incinta.La seconda:un'inguaribile malattia del sangue la stava minando lentamente.Le restava un anno di vita.Due al massimo.  Lo stesso giorno,uscita dallo studio del medico,Kirsten ordinò un orologio d'oro,con una dedica per Germàn,nell'orologeria Svizzera della Vìa Augusta.

                                                             Per Germàn,in cui parla la luce                                                                                                                                                            K.A.                                                                                                                                                                                          19-1-1964

Quell'orologio avrebbe scandito le ore che restavano da trascorrere insieme.    Kirsten abbandonò i palcoscenici e la carriera.L'addio alla scena si celebrò al Liceo,il teatro dell'Opera di Barcellona,dove cantò il Lakmè di Delibes,il suo compositore preferito.Non si sarebbe più ascoltata una voce come quella.Durante la gravidanza ,Germàn  dipinse una serie di ritratti della moglie che superavano ogni sua opera precedente.Si rifiutò sempre di  venderli.

marinaWhere stories live. Discover now