Famiglia Rivera

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<<Pronto..>> dissi,anche se sapevo esattamente chi era,voglio dire c'era il suo nome sul display. <<David..>> rispose Mark

<<Si,che vuoi Mark?>> risposi in tono ostile.

<<Dove diavolo sei finito?>> replicò altrettanto lui

<<Non sono cose che ti riguardano,tu piuttosto che cazzo chiami alle due di notte!>> ringhiai

<<Forse non hai capito..a nessuno frega un cazzo della tua ennesima scappatella..>> fece per dire e seguì poi una risata amara.

<<Bhè,menomale..saranno cinquanta le chiamate che mi avete fatto?>> risposi sarcastico

<<Oh credimi David se fosse dipeso da me non mi sarei applicato più di tanto,al massimo una chiamata,giusto per correttezza>> sembrava sincero

<<Cosa volete Mark?>> ero un fascio di nervi,mio fratello aveva quest'abilità,probabilmente l'aveva ereditata dalla mamma.

<<Devi tornare qui e subito.>> affermò con tono autoritario.

<<E perché dovrei sentiamo.>> dissi

<<Nostro padre David è in ospedale da una settimana ormai e in grave condizioni.>> disse con voce inespressiva.

<<Cosa?>> domandai,non era possibile,mio padre era il ritratto della salute,della forza e della virilità..per quanto lo odiassi dovevo ammettere che la sua immagine incuteva timore..spalle larghe,alto e robusto,tratti ben marcati e aveva occhi verdi così intensi che uno sguardo poteva intimorire chiunque. Due forti braccia ben allenate e quel taglio di capelli stile "militare" che portava sempre lasciavano immaginare a chiunque entrasse in contatto con lui che persona rigida era. Iniziai a tremare e non me ne resi conto.. Mio padre in gravi condizioni..quella roccia era legata a un letto d'ospedale. <<Ci sei?>> mi fece lui dall'altro capo del telefono.

<<Si.>> cercai di mantenere un tono calmo senza cedere alle emozioni che mi portò questa notizia. <<Come?..Com'è possibile?>> continuai a dire.

<<I medici non ne sanno ancora niente,ma una settimana fa ha avuto un infarto,sembrava riprendersi nei giorni successivi ma ieri è successo ancora.>> spiegò

<<Come sta ora?>> notai che la mia voce cambiò,era ansiosa,angosciata..e pure non avrei dovuto provare tutte quelle cose per lui,per un padre che della mia vita sapeva ben poco e che di me non sapeva proprio nulla a parte i miei guai che bussavano continuamente alla sua porta.

<<Sta bene,i nostri autisti sono stati tempestivi e ovviamente l'ospedale gli ha subito trovato un posto,sono riusciti a stabilirlo ma il suo cuore e debole..>> prese una pausa come per pensare alle parole da dire e continuò

<<Non sanno se c'è la farà David>> lessi una punta di disperazione in quelle parole. Mio padre,l'uomo insoddisfatto,così lo definivo,quello che non si accontentava mai di nulla,dei suoi figli,del suo lavoro e nemmeno della sua vita mi sa..ma che aveva sempre lottato con forza in ogni cosa talvolta oscurando le altre,persino noi,i suoi figli..ora giaceva su un letto d'ospedale con un cuore debole che poteva cedere da un momento all'altro. <<..Parto subito.>>

<<Bene,a dopo>> i nostri toni non erano più ostili,condividevamo il dolore.

Riagganciai.

Dovevo assolutamente ritornare a Forest Hill,dovevo vedere mio padre.

Mi vestii immediatamente e portai lo zaino con i pochi abiti che avevo con me,non avevo minimamente idea di quanto tempo sarei rimasto lì e subito i miei pensieri caddero su Amy.

Uno di Questi Giorni...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora