La Furia che è in me

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Al sentire la parola "morto" ci furono molte reazioni alcune diverse da come me le aspettavo.

Mia madre aveva la sua solita aria da aristocratica e si limitò ad abbassare la testa,passarsi una mano tra i capelli e ritornare dritta,come se non fosse successo nulla.

Mark fece tre passi indietro,si girò,appoggiò la testa al muro e vi rimase per un bel po' mentre Eva cominciò quasi immediatamente a singhiozzare e subito suo marito fu lì a dargli supporto.

<<..Mi raccomando dottore,massima riservatezza>> fece Margaret

<<Certo signora>> rispose il dottor Michaels

<<Lo dico perché c'è già la stampa qui fuori,a tempo debito sapranno da noi..ma non ora,chiaro?>> disse fissandolo con i suoi occhi ghiaccio.

<<Si,si>> replicò il dottore che salutando tutti velocemente ci lasciò soli in un silenzio eclatante.

IO?Cosa facevo io.. niente,non riuscivo a muovermi,i miei muscoli sembravano non rispondere e fissavo inerme quel maledetto pavimento d'ospedale seguendo la linea tracciata dalle mattonelle.

A interrompere quel silenzio fu mio fratello Mark che si rivolse verso di me con l'espressione traboccante di rabbia e gli occhi lucidi.

<<Tu!..E' colpa tua..>> disse mentre io mi giravo lentamente cercando di riprendere il comando dei miei muscoli.

<<Cosa dici Mark?E' un'assurdità..non è il momento di dire cose del genere.>> fece Eva

<<No invece,l'hai visto anche tu no?..Ogni volta che il signorino qui decideva di scappare chi ne subiva le conseguenze emotive? Nostro padre!>> disse Mark

<<Mark,non mi pare che nostro padre abbia mai veramente dimostrato un interesse emotivo verso la sua famiglia,ne tantomeno verso me,ora guarda caso da pecora nera sono passato a figliol prodigo e mio padre ha sofferto così tanto da morire per me..>> feci io in tono amaro e sarcastico allo stesso tempo.

<<Come osi David?>> fece mia madre alzandosi e nello stesso tempo mio fratello corse verso me e prendendomi per le spalle mi scaraventò contro l'esile parete di cartongesso.

La rabbia sormontò in me,divincolai un braccio dalla sua presa e gli agguantai la testa così da ribaltare la situazione.

Lo tenevo per il collo e i nostri occhi così diversi si scrutavano per bene.

<<Non ti azzardare mai più Mark..lo dico per il tuo bene>> dissi digrignando i denti.

<<E'..colp..colpa tua.>> riuscì a dire sotto la mia presa soffocatoria.

Quel poco di autocontrollo che riuscivo a tenere,stava lentamente andandosene..

Strinsi il mio pugno libero e lo conficcai nella parete di cartongesso che prese la forma di quest'ultimo proprio accanto la faccia di mio fratello.

<<David!!>> urlò Eva

La guardai di sottecchi,liberai il pugno dalla parete e me ne andai da quell'ospedale.

Senza che me ne accorgessi stavo correndo,mi precipitai verso Bonnie,avevo bisogno di adrenalina..dovevo cacciare fuori tutto quello che avevo e solo altre emozioni forti potevano mettere a tacere quello che avevo dentro.

Presi le cuffiette dal mio zaino e dalla playlist selezionai Woodkid - Run Boy Run.

Misi il casco..così per precauzione,avevo intenzione di andare veloce,molto veloce,accesi i motori e udii Bonnie ruggire.

Uno di Questi Giorni...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora