Ora che ci sei.

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Ora che ci sei

Aspettai seduta su una panchina di fronte l'ospedale e dopo circa dieci minuti mi chiamò nuovamente Lorenzo indicandomi il tipo di macchina su cui era.

Salii su un'Audi A3 bianca e al posto del conducente c'era un ragazzo dai tratti marcati e visibilmente muscoloso.

Aveva la carnagione chiara e due occhi neri,profondi come pozzi,capelli rasati e molto tatuato a giudicare da quelli che gli finivano sul collo.

<<Ciao>> dissi imbarazzata,questo ragazzo non so perché ma mi incuteva timore.

<<Ciao,piacere Lorenzo>> rispose stringendomi la mano prima di accendere il motore e partire.

<<Allora..come sta David?>> dissi dopo qualche minuto di tragitto rompendo il silenzio imbarazzante.

<<Bhè..calcolando che non lo vedo e sento da mesi e tutt'un tratto si presenta in casa scaraventandomi contro un muro e poi..si mette a distruggere tutto ciò che gli capita a tiro,direi male.>> disse lui in tono serio e a tratti ironico.

<<Cosa? E non ti ha detto nulla..cioè sei il suo migliore amico,non vi vedete da tempo e..>> dissi quando lui mi interruppe

<<David è fatto così,doveva sfogarsi,mi saluterà a dovere quando tornerà in sé..chissà cosa aveva per la testa ora.>> replicò con dispiacere.

<<Già..starà pensando al padre,in ospedale mi hanno detto che non c'erano,lo hanno spostato?>> chiesi curiosa.

<<Veramente è morto.>> disse in tono inespressivo

<<Cosa?Quando..>> feci per dire,mentre nel mio ventre cominciava ad alimentarsi la solita sensazione di angoscia e preoccupazione.

Ci credo che David stesse distruggendo tutto,è un dolore troppo grande e da quando lo conosco una cosa l'ho capita,questo è il suo modo di reagire.

<<Mm forse un'oretta fa ma i telegiornali locali qui già ne parlano.>>

Telegiornali locali?..subito mi vennero in mente le parole dell'infermiera.

Non poteva dirmi nulla,soprattutto se ero una giornalista..non pensavo che la famiglia di David raggiungesse anche questo tipo di notorietà.

Proseguimmo il breve tragitto e l'auto imboccò un piccolo sentiero sferrato fino a fermarsi dinanzi un palazzo.

<<Andiamo>> disse Lorenzo.

Lo seguii fino all'ultimo piano,inserì le chiavi e mi fece cenno di entrare per prima.

Il piccolo androne della casa era molto carino,era arredata in stile minimal,con oggetti di design quasi ovunque.

Lorenzo mi indicò una stanza infondo all'appartamento,dove la porta era socchiusa,aprimmo e quello che vidi fu una martellata al cuore.

La stanza era letteralmente messa a soqquadro,vestiti sparsi ovunque..mobili rotti e un armadio capovolto sul pavimento.

David era lì..tra quelle macerie.

Aveva la testa e la schiena poggiata al muro e le gambe stese,mi soffermai molto a guardare i suoi occhi.

Li avevo sempre visti di molti colori e sfumature diverse,ci ero abituata,ma non così,non sembrava lui,sembravano gli occhi di un altro..Erano iniettati di sangue come al solito ma l'iride questa volta era scura,così scura che quasi non c'era differenza con il rossore che aveva nella sclera.

Gli stessi occhi che pochi giorni prima balenavano tra un verde rugiada e un giallo ambra,ora erano scuri,persi nel vuoto senza nemmeno il solito luccichio,quasi come se non ci fosse vita..e l'avrei preso per morto se non fosse che girava e rigirava una scatoletta rossa per le mani.

Uno di Questi Giorni...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora