Un casino totale

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- Un casino totale

Un’ora dopo essersi involontariamente chiusi nell’aula, Draco e Harry ne uscirono visibilmente diversi da come ne erano entrati: erano umidi per la pioggia di Veritaserum che li aveva investiti, ma soprattutto portavano su di sé gli evidenti segni di uno scontro. I capelli scompigliati, i vestiti in disordine e un graffio sul volto di Draco parlavano chiaro e la sfortuna volle che la loro ritrovata libertà coincidesse col momento in cui gli studenti stavano abbandonando la Sala Grande dopo il pranzo: decine di occhi si inchiodarono sui due uomini, percorrendo i loro corpi dalla testa ai piedi, mentre i commenti a mezza voce si moltiplicavano in un brusio assordante come uno sciame di vespe. Harry e Draco si guardavano di traverso, ancora visibilmente scossi, alternando quelle occhiate ad altre volte a ricercare i propri figli, sperando di non trovarli: non volevano essere visti in quel modo dalle persone a cui avevano cercato di insegnare l’educazione e il rispetto per gli altri, erano seriamente preoccupati di cosa avrebbero pensato, ma si sa che la fortuna aiuta gli audaci e chi fa a pugni in una stanza, di certo, non è un eroe. Gli occhi severi di Albus incontrarono quelli del padre, che già era pronto a spiegare cosa fosse accaduto, ma suo figlio si limitò a scuotere la testa e allontanarsi senza parlare: una reazione opposta la ebbe Scorpius, che camminò verso suo padre come verso il patibolo, cercando di ignorare il vociare alle sue spalle.

-Cosa… cosa avete fatto?- chiese preoccupato. Alle sue spalle sentì la voce di Lily, una voce debole e incrinata dalla rabbia, che chiedeva gentilmente ai presenti di tornare nelle loro stanze e non fare commenti, mentre lei si avvicinava a Harry e Draco con sguardo incredulo. A farsi largo tra la folla fu la Preside McGranitt, profondamente accigliata:

-Signori, vorreste gentilmente spiegarmi cosa è accaduto? Anche se ciò che vedo lascia poco spazio all’immaginazione!

-Potter e io siamo rimasti chiusi in un’ aula durante la bonifica…- cominciò Draco con la voce alterata.

-…il Veritaserum ci è piovuto addosso e abbiamo iniziato a dire… a parlare troppo sinceramente, ecco- continuò Harry con un tono altrettanto nervoso.

-…non ci è piaciuto ciò che abbiamo sentito e ci siamo… confrontati, forse in modo bruto…

-Forse?!- gridò la McGranitt fuori di sé -Signor Malfoy, vi siete azzuffati come animali solo per delle cose dette dall’altro! L’essere umano ha il dono della parola, ma nulla vi autorizza ad usarlo a sproposito per insultarvi reciprocamente: avreste potuto discutere da persone civili, quali evidentemente non siete!

I due uomini la guardarono come se volessero ribattere, ma si resero conto di non essere nella posizione per farlo: non con la McGranitt, che aveva solo ragione, non con quei graffi sul viso e non davanti ai propri figli, che ancora li guardavano basiti e muti.

-Chiaramente, considerate revocato qualsiasi trattamento di favore da parte mia: dalla presenza agli allenamenti di Quidditch, alla possibilità di utilizzare liberamente le aule di Hogwarts o di gironzolare per il castello, a qualsiasi forma di beneficio di cui godeste fino a un’ora fa. Considero conclusa la conversazione.

La professoressa si allontanò, ma era chiaro che fosse la prima a sentirsi delusa dal comportamento dei suoi ex studenti: possibile che non avessero imparato nulla in quegli anni sul rispetto, la comprensione reciproca o la semplice importanza di mantenere rapporti civili? Nulla su loro due, Potter e Malfoy, sempre pronti a bisticciare, da bambini come da adulti? Evidentemente no…

-Papà…- cominciò piano Lily -Cosa vi siete detti di così orribile?

-Preferisco non parlartene- rispose Harry senza degnare l’altro di uno sguardo. Lily guardò Draco, sperando che almeno lui fosse collaborativo, ma la risposta fu solo -Vale anche per me.

Un giorno sì e uno no [scorily♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora