Io ho detto amore

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Io ho detto amore

-Cosa mi deve raccontare di così tremendo?- chiese Lily, ormai pienamente rapita dalle parole di Draco.

-La vera storia di come io e mia moglie ci siamo fidanzati!- spiegò lui, sentendosi un menestrello medievale alle prese con un pubblico estasiato, che aspetta trepidante la sua storia -Devo partire dal novembre del mio settimo anno ad Hogwarts: era stato il novembre più freddo degli ultimi trent’anni e nevicava praticamente ogni giorno. Già da qualche tempo, avevo capito che una ragazzina di Serpeverde mi aveva messo gli occhi addosso, probabilmente perché sua sorella Daphne aveva la mia stessa età e quindi mi aveva notato: la ragazzina era Astoria, detta Tori, che sapeva bene di non avere speranze di fare colpo su di me, che avevo diverse… amiche intime. Cercherò di non scandalizzarti troppo con il mio racconto…

-No no, vada pure, non si preoccupi- lo rassicurò Lily, quasi rimpiangendo una bel bicchierone di popcorn con cui accompagnare il racconto.

-Una sera, ricevetti un gufo da una delle mie…amiche intime, Eleanor, che mi invitava ad andare a trovarla nello spogliatoio di Serpeverde per passare un po’ di tempo insieme: era una bella ragazza, bionda, prosperosa, sapevo che non mi sarei pentito. O meglio, pensavo di no… Arrivai allo spogliatoio e la trovai che mi aspettava con un sorriso molto promettente: portava un lungo cappotto marrone, ma subito mi lasciò intendere che era l’unica cosa che indossava, ad eccezione di una striminzita mutandina di pizzo… Mi fermo o vado avanti?- domandò cauto Draco.

-E ma se salta subito alla fine io non capisco cosa è successo nel mezzo!- si lamentò un po’ lei -Ecco, magari eviterei i dettagli più scabrosi, però un riassunto dei punti salienti lo vorrei…

-Bene, allora ti dirò che bastarono pochi secondi perché io e Eleanor iniziassimo a…consumare il nostro rapporto: stavamo per arrivare al clou della situazione, quando notai che i suoi capelli biondi iniziavano a diventare scuri e il suo corpo prosperoso a farsi più minuto. Il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e trovai Tori Greengrass avvinghiata a me: mi lanciò uno sguardo di sfida, si infilò in un attimo il cappotto e scappò via con i miei vestiti… Aveva fatto una Polisucco, la ragazzina! E io ci ero cascato come un idiota!

-Quindi cos’ha fatto?- domandò Lily con una leggera risata.

-La prima cosa che mi è venuta in mente, l’ho rincorsa: il problema è che ho attraversato nudo e di corsa il campo da Quidditch innevato, quindi faceva un freddo da Dissennatori, se conti che era anche sera. Insomma, si è fatta rincorrere fino al corridoio del dormitorio di Serpeverde, ma poi si è nascosta in un angolo appartato e si è lasciata raggiungere: appena arrivai, iniziai a coprirla di insulti, mentre lei mi lanciava i vestiti perché potessi almeno recuperare un minimo di contegno, ma continuando a ridere di me. Le chiesi cosa cavolo le fosse saltato in mente e cosa sperasse di ottenere e lei mi rispose che non voleva più essere ignorata da me: era sicura di essere la donna della mia vita e credeva di conoscermi molto più di chiunque altro, compresa Pansy, che era la mia ex, e Lucille Hamilton, che ufficialmente era la mia ragazza, ma che tutti sapevano avere più corna di una mandria di bufali.

-E a quel punto si è arrabbiato molto?

-Pensavo fosse completamente pazza: come poteva dire di conoscermi, se non le avevo mai nemmeno parlato? L’istinto che mi venne fu di darle uno schiaffo, ma lei mi bloccò il polso e fissò il Marchio sul braccio: iniziò a percorrerne i contorni con un dito, come affascinata, e io le dissi che mi avrebbe dovuto portare rispetto, adesso che sapeva chi ero davvero, che non poteva prendersi gioco di un Mangiamorte. Lei mi sorrise e, inspiegabilmente, baciò il Marchio Nero e mi disse: “Ti amerò per come sei, con le tue luci e le tue ombre, ma ti amerò sempre”. Sul momento rimasi confuso, ma poi notai che teneva la bacchetta nella tasca del cappotto, quindi improvvisamente gliela presi e corsi via: lei, ovviamente, mi inseguì e per la seconda volta attraversai a piedi nudi il campo innevato, dato che la signorina non si era portata via anche le mie scarpe, quelle le aveva lasciate nello spogliatoio… - commentò Draco nervoso, notando poi che la sua ascoltatrice attendeva con impazienza l’epilogo -In definitiva, tornai proprio nello spogliatoio e mi feci raggiungere da Tori, che mi urlò di ridarle la bacchetta: io, ovviamente, la lasciai lì a gridare fingendo di non sentirla, finchè lei non si avvicinò, abbassò la testa e mi disse “Se anche qualcuno ti avesse visto, non avresti fatto di certo una brutta figura… Saresti stato uno che veniva da un incontro con una delle tue conquiste, mantenendo un’aria spavalda nonostante la scema gli avesse fatto uno scherzo da bambini: e poi sei così bello che non ti saresti nemmeno dovuto vergognare del tuo corpo…”. Non ho mai capito se queste fossero delle scuse o la motivazione del gesto insano, ma disse così…

Un giorno sì e uno no [scorily♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora