Football.

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Aprendo gli occhi di scatto mi ripresi dal mio turbolento sogno ancora una volta, e con la bocca semi-aperta alzai lo sguardo verso l'alto, ritrovandomi appoggiato al petto nudo di Zoro; credo, forse, nel suo letto, pensai, mentre lui dormiva profondamente. Mugugnai, stropicciandomi un occhio, stanco, e guardai l'orario, maledicendo il mio incubo; erano solo le 5:00.

Mi tirai su con il busto a forza, ancora semi-cosciente, lasciando oscillare la testa ad ogni mio movimento. Non pensai alle mie condizioni e mi diressi fuori dal letto, strisciando e sgusciando fuori dal materasso, portandomi sul pavimento sottostante in ginocchio, mentre mi reggevo alle lenzuola sul letto, come mio unico sostegno. Gemendo per il dolore strinsi convulsamente le coperte nei miei pugni, osservando con triste rammarico la porta del bagno così lontana e irraggiungibile; anche se ero fermo mi sembrava che si allontanasse sempre di più, ed era davvero orribile e fastidioso, come avere le vertigini. Strizzai gli occhi e mi adagiai, con la guancia, contro il tessuto fresco e soffice del lenzuolo, stringendo e sospirando mentre volsi gli occhi a Zoro, che, con un occhio aperto, scrutava i miei movimenti.

-Buongiorno!- esultai, alzando il capo e sorridendogli, uno falso, e ad occhi chiusi, cercando coraggio. Appena li riaprì me lo ritrovai dinanzi, ad un palmo dal naso, con il volto impassibile e un po' tetro mentre mi accarezzava la mano distesa sul letto.

-Ancora incubi?- mi chiese con voce dura e impastata, scostando piano le coperte e mettendosi seduto sopra il materasso al mio fianco, adagiando i piedi contro il gelido pavimento in legno; tutto ciò senza spostarmi di un millimetro mentre io lo osservai da terra senza poter rispondere a quella domanda; era troppo difficile e complicato anche solo rispondere con un tenue "Sì.". Troppo dolore nella mente per quei ricordi che mi turbavano, traumatizzandomi.

-Devo andare in bagno.- sussurrai riuscendo a mettermi in piedi, issandomi con le braccia su quel morbido letto, mentre lasciai lì a terra i sandali.


Era bello sentirlo al mio fianco, pensai per distrarmi dal mio sogno. Tirai lo sciacquone e mi guardai allo specchio dopo essermi lavato le mani, per poi sciacquarmi il viso sciupato dal sonno mancato. Mi adagiai a terra, osservando il pavimento bianco, come tutto là dentro, per poi dedicarmi alla finestra da dove il poco sole irradiava con la sua luce. Per come tutto fosse candido poteva sembrare di essere in paradiso; di solito è bianco, no?, pensai con innocenza. Non faceva nemmeno troppo freddo e mi piaceva quel sole, così sorridente e vivo; sapeva esattamente che cosa doveva fare, come tutti gli altri giorni, e cosa più importante: era libero. Un po' come il cielo, o il mare, immensi e decisi, senza fine, e a volte in tempesta, e a volte sereni; un po' come me. Non c'era cosa migliore della libertà.

-Luffy...- mi chiamò Zoro, sbadigliando e bussando.

Non risposi, così lui entrò, guardandomi con quello sguardo senza sentimenti ma con gli occhi profondi di uno che riusciva a sentire e vedere i vortici di emozioni, di tanti colori dentro alle mie pupille, ed ero sicuro che anche lui sentisse i suoi sentimenti; era abbastanza ovvio. Poi mi prese di peso e mi portò in cucina per mangiare. Sospirai, sorridendo per come mi trattasse in quel modo bizzarro e piacevole, e sfregandomi con la mia fronte contro il suo petto, nella parte dove c'era la sua cicatrice.

Finito di mangiare mi andai a rimettere i sandali e mi lavai, aspettando che lui facesse altrettanto, e poco dopo si recò nel dojo, con qualche minuto di anticipo rispetto agli altri giorni. Colpa mia, ma infondo non era un problema per lui: amava allenarsi. Lo raggiunsi e ridacchiai nel vederlo fare addominali, tra il sudore e la fatica, ma decisi di lasciarlo lì solo; uscì salutandolo e corsi a più non posso verso una meta non precisa, forse volevo solo correre finché le gambe non avrebbero ceduto, e lui avrebbe capito; mi capiva sempre, lo vedevo e lo sentivo che era così.

In love by chanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora