Record!

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Mi stiracchiai con un mugugno impastato inebriandomi dell'odore di Zoro finché non realizzai, sgranando lentamente gli occhi, di come non avessi avuto incubi, e mi alzai di scatto nel costatare che fossero esattamente le 12:00: avevo dormito tantissimo! Spalancai, se possibile, ancora più maggiormente gli occhi, con una felicità immensa nel cuore: dopo quasi due mesi di tormenti mi ero liberato da quel fardello; non potevo che esserne entusiasta.

-Giorno.- sentii una voce calda e seria al tempo stesso e mi voltai verso Zoro con un immenso sorriso.

-Buongiorno!- urlai tuffandomi su di lui di botto, facendolo sussultare per il colpo, come al solito ma poi mi accolse, ed io ridacchiai apertamente, con gli occhi lucidi e le lacrime, solo che stavolta erano di felicità e sollievo.

Volsi lo sguardo sul suo volto per un attimo e vidi il suo sorriso: era fiero di me come lo ero, e di certo, per lo stesso motivo. Socchiusi gli occhi, appagato mentre ammiravo il suo petto che si abbassava e rialzava a tempo del suo tenue respiro, e sarei rimasto così davvero per tanto ma la fame chiamò con un brontolio rumoroso quanto un boato e mi catapultai fuori dal letto per andare in cucina, trascinandomi dietro le lenzuola che erano restate aggrovigliate al mio corpo, unico indumento che mi vestiva in quel momento, avvolto intorno al mio corpo. Non ci volle molto che Zoro mi raggiunse in cucina, ed io sorrisi ancora una volta, seduto sulla sedia in attesa di cibo, notando però che lui ci aveva impiegato di più a raggiungermi perché, al contrario mio, si era rimesso dei vestiti puliti; soliti pantaloni lunghi e scuri ma con una giacca gialla e a tratti verde, però sempre a maniche corte.

-Vedi di andarti a cambiare, dopo, Perona è a scuola, ma non vorrei che ti vedesse così quando torna... se torna.- rifletté alla fine, porgendomi il solito piatto con decine di fette di bacon, uova in camicia e qualche fetta biscottata con marmellata, con l'aggiunta anche di tre fette di torta al cioccolato e panna; la cioccolata colava un po' ma sembrava comunque buona dall'aspetto come dall'odore.

-Perona non dice niente se mangio la sua torta?- chiesi, già con la bocca piena di succosa e calda carne.

-No, non preoccuparti. Questa l'ho preparata io per te, ieri, era una sorpresa; ne ho approfittato visto che mi è toccato aiutarla a preparare quella che ti eri mangiato. Ammetto che mia sorella mi ha dato una mano per gestire come andassero messi gli ingredienti però, per il resto ho fatto tutto io.- commentò, iniziando a mangiare una fetta biscottata con la marmellata, lasciandomi felicemente con l'acquolina in bocca al pensiero di chi avesse cucinato quel dolce così prelibato.

-Per me?- chiesi poi finendo le gustose e cremose uova in camicia prima di addentare anch'io, anche se voracemente, le fette biscottate con la confettura.

-Già.- confermò sorseggiando un po' d'acqua, scrutandomi di sottecchi poi.

Ridacchiai, impossessandomi delle fette di dolce dal colore marrone vivo, con una mano. Con gli occhi luccicanti le divorai tutte in un colpo solo, ingurgitandole avidamente, piacevolmente elettrizzato dal gusto, ma soprattutto dal gesto.

-Sei un ottimo cuoco!- scattai con un balzo, spaparanzandomi sopra le sue gambe a cavalcioni e continuando a ridere, ignorando che avessi la faccia piena di panna e cioccolata, come le dita delle mani, o che le lenzuola calassero oltre le spalle, mostrando una parte del mio petto.

-Ah, sì?- commentò con un ghigno pieno di malizia, cingendomi la vita con le braccia.

-Sì.- affermai felice, adagiando la testa sulla sua spalla mentre prese un fazzoletto, scostandomi per pulirmi e per pulirsi la manica su cui mi ero riposato, tra le mie risarelle.

Scattai più indietro con la schiena, quasi da ritrovarmi con la testa contro il pavimento; tenendogli un secondo le mani prima di tornare contro di lui e saltare in piedi per dirigermi verso il frigo con ancora un po' di fame. Trovando come prima cosa la bottiglietta di panna la presi con fare goloso, chiudendo lo sportello e tornando subito da Zoro che mi fissava senza capire per quel gesto. Mi rimisi a cavalcioni e stappai il tappo con un sorriso enorme.

In love by chanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora