Percorremmo la strada con lui che continuava a dondolarsi, tirare e poi dondolarsi ancora con il mio braccio, usandolo come fosse un'altalena. Io ero un po' stufo ma lo lasciai fare, si divertiva troppo e non avrebbe smesso nemmeno con un rimprovero. Ormai era il suo compleanno, e avevamo deciso di annunciare proprio quel giorno stesso di partire, perché, alla fine, Luffy, parlando anche con Shanks, aveva capito che era il momento di andare, di tornare. Ed ero deciso a seguirlo, non aveva neanche un minimo motivo che gli imponeva di non farlo. Law ovviamente era stato l'unico a sospirare sollevato di quella decisione, ma dopo due settimane di allenamenti, in cui Luffy riusciva perfettamente a primeggiare e illuminarsi di botto, con il cuore palpitante di vita; verso il mondo intero con quel sorriso e quelle risate; avevano tutti compreso che non ci fosse più alcun motivo che quella vacanza persistesse ancora a lungo. Kidd era stato allegro della cosa, e avevano festeggiato tutto il tempo, come, a breve, avrebbero fatto quel giorno stesso. All'inizio, lui, si era sentito messo da parte e quasi, con un broncio, si era sentito di dover accantonare il suo ragazzo in un angolo, ma quello lo aveva stupito, invitandolo a venire... No, ordinandogli di farlo, in realtà, senza dar conto realmente dei suoi problemi, della sua possibile indecisione ma poi, sbuffando una risata davanti al broncio bambinesco di Luffy che non voleva lasciarlo indietro, compresi che nemmeno io volessi lasciarlo andare, quindi aveva concordato davvero: alla fine, i quesiti si sarebbero risolti. E infatti così fu: avevo discusso con il mio allenatore, con la mia squadra, che dopo poco essersi chiariti a riguardo, mi avevano richiamato, rassicurandomi che non mi avrebbero lasciato da solo e, con ironia, aggiunsero che potevano tranquillamente tornare a casa per le vacanze.
Quindi, alla fine, era tutto tranquillo, tutto sistemato... Eccetto ovviamente per i loro amici che stavano andando, adesso, a trovare al bar. Se per la sua squadra non c'era stato problema, per come, usassero quella città solo per allenarsi; con Nami e gli altri era tutto un altro paio di maniche, perché loro avevano una dimora, un lavoro, una vita... Ed erano tutte lì. Non aveva nemmeno avvisato suo padre, a riguardo d questa cosa, perché, conscio, che comunque lo avrebbe lasciato fare a prescindere; Perona invece aveva gradito di poter avere la casa libera per il resto della vita, anche se le aveva fatto notare che sarebbe comunque tornato. Ma, davvero, con gli altri era diverso. E avrebbero dovuto affrontarli, perché, se partivano a breve, dovevano davvero avvisarli, ma Luffy continuava a essere allegro e non sembrava preoccuparsi di nulla per davvero, e quindi, con un sospiro, compresi amaro che lo avrebbe urlato ai quattro venti appena sarebbero stati nel locale.
E infatti, appena dentro al Baratie, il moro, staccandosi dal suo braccio dopo gli auguri esplosi dentro per lui; si scatenò, con le braccia al cielo, per dire che partiva. Peccato però, che la situazione degenerò, congelando l'aria e lasciando disarmati i più, a bocca spalancata e di certo offesi di tutto quello; al contrario di Kidd e Law, seduti vicini; il primo ad alzare il boccare con fierezza tra le risate, il secondo a mangiucchiare una fetta di torta in silenzio, senza davvero immedesimarsi nella situazione.
-Aspetta... Cosa?-
-Ci lasci? Te ne vai?- balbettò perplessa, Nami, sotto il fremente tremore di Chopper che accorse ad abbracciare l'amico, che in fretta ricambiò tra le risate, continuando ad annuire.
-Beh, prima o poi doveva accadere...- sancì Sanji, con la sigaretta a sfregolare tra i denti, spenta; dietro al bancone prima che puntasse gli occhi verso di me come suo solito, assottigliando le pupille con un sospiro acre: -E tu, marimo?-
-Già! Non hai pensato a Zoro? State insieme da poco, ma non vorrai davvero andartene! Non lasciarci!- piagnucolò, Usop, stringendo il ragazzo in un abbraccio ferreo, non volendo separarsi da un amico tanto energico, con cui aveva passato gli ultimi giorni tra ballate e canti stonati.
-Io me ne vado con lui, e la squadra ha deciso di venirmi dietro.- sancii, avanzando verso Kidd per sedermi accanto a lui e poi presi, sereno, un boccale pieno che mi scolai con energia in gola, così rassodante; tra le risate di Luffy che affermava che non vedesse l'ora, discutendo poi di come, quel pomeriggio stesso, avesse una gara e doveva quindi affrettarsi.
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In love by chance
FanfictionMonkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta. ...