I like hugs. The really long hugs, the ones where you just don't want to let go
Sabato mattina Samanta si svegliò all'alba, ma rimase nel suo letto fino alle sette del mattino, senza muovere neanche un muscolo. Lanciò una veloce occhiata ad Olivia che, coi capelli che le coprivano il volto e la bocca aperta, dormiva tranquilla.
In punta di piedi, Samanta raggiunse la cucina e trovò Thelma seduta davanti ad una tazza di tè fumante. Le fece un cenno per salutarla, poi aprì un mobiletto e tirò fuori il caffè e il miele. Quando tutto fu pronto, prese da un altro scaffale una tazzina e versò il liquido nero.
«A che ora ti sei svegliata?» sussurrò Samanta all'amica, mettendosi tre cucchiaini di miele nel caffè.
«Non ne ho idea» rispose l'altra; il suo sguardo era fisso sul tè. «Era ancora buio quando sono venuta di qua, questo è la quarta tazza che mi bevo. Te, invece?»
«Credo fosse l'alba» rispose Samanta. «Ma credo sia il nervosismo. Fra un'ora mi metto in viaggio e torno a casa da mia madre: a quanto pare ha qualche cosa di importante da dirmi»
«Vuoi che venga con te? Sembri piuttosto tesa, al pensiero di questo incontro» replicò Thelma, bevendo il suo tè sorso dopo sorso.
Samanta scosse il capo. «Sono tesa, questo non lo nascondo. Ma devo andarci da sola: ho anche io delle cose da dirgli, ho bisogno di chiarimenti»
Thelma annuì semplicemente, prendendo subito dopo un altro sorso di tè. Le due giovani rimasero in silenzio per quasi mezz'ora, entrambe riflettendo sui propri pensieri. Samanta finì il suo caffè, ripose la tazzina nel lavello e si decise ad andare in bagno per farsi una doccia calda.
Un'ora più tardi Samanta era seduta in macchina, ferma ad un semaforo rosso. Si era infilata una gonna nera – a vita alta – che le arrivava poco sopra le ginocchia e una maglietta color crema che le fasciava ogni curva del busto. La ragazza si passò una mano fra i capelli, lasciati sciolti, e sospirò quando il semaforo diventò verde.
Entrò in autostrada dieci minuti dopo e, sorpassando di tanto in tanto macchine e camion, guidò con un po' di ansia e nervosismo. Si chiese come mai sua madre volesse vederla, nella loro vecchia casa poi; anche rimanendo un'intera giornata a pensarci, non sarebbe riuscita a trovare il motivo per quel breve scambio di messaggi.
Quando Samanta parcheggiò nel vialetto di casa, ci mise qualche minuto per scendere dall'auto. Tutto era rimasto come una volta; non era cambiato di una virgola nemmeno l'albero dove, da piccola, si arrampicava.
Samanta scese dall'auto, raggiunse la porta d'ingresso e suonò il campanello. Quando Valentina, sua madre, le aprì, Samanta trattenne il respiro. Sua madre la sorprese abbracciandola, poi, una volta fatta entrare, la accompagnò in salotto e la fece sedere su nuovi divani in pelle nera.
Se l'esterno era rimasto invariato, l'interno era completamente l'opposto. Erano sparite quasi tutte le foto di famiglia, i quadri che piacevano tanto a Valentina e Luca e persino le pareti avevano un nuovo colore. La poltrona preferita di Luca non c'era più, ma al suo posto vi era stato messo un mobiletto dove poter mettere telecomandi e altro.
«Che è successo qui dentro?» domandò Samanta, guardandosi intorno.
«Ho rinnovato qualche cosa» rispose sua madre, facendole cenno di sedersi su uno dei divani.
«Qualcosa?» chiese Samanta, con un filo di sarcasmo. «Hai cambiato ogni cosa»
Valentina annuì, ma subito dopo abbassò il capo. «Tutto mi ricordava tuo padre, non ce l'ho fatta. Ma la tua cameretta è rimasta come l'hai lasciata prima di trasferirti»

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Stay with me | Completata
RomancePoche persone hanno la possibilità di affermare che hanno viaggiato nel tempo, e Samanta è una di queste. Aprendo una porta invisibile, tirando semplicemente un misterioso modello, Samanta si ritrova nel 1811. Può essere benissimo uno scherzo, ma a...