Special #1

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First we had each other, then we had you, now we have everything

SAMANTA'S POV

Dopo una lunga e stancante giornata di lavoro, entrai in casa lasciandomi andare in un sospiro di sollievo. Mi tolsi il cappotto con tranquillità, tirai via le scarpe e chiusi gli occhi, inspirando a pieni polmoni. Una volta riaperti corrugai la fronte: la casa era troppo silenziosa, e questo mi fece preoccupare.

«Sono tornata!» esclamai, aspettandomi una risposta.

Ma non sentii nulla, solo il silenzio. Cercai di calmarmi, forse Frederick era uscito e si era dimenticato di avvisarmi. Decisi di fare un giro per la casa, constatando che non ci fosse davvero nessuno e che fossi sola soletta; ma quando arrivai in cucina ritrovai Frederick, Sybill e Jordan leccare, con dei cucchiaini, l'impasto di qualcosa.

«Oh, ciao mamma!» mi salutò Frederick, notando la mia presenza.

Jordan e Sybill, nello stesso istante, alzarono il capo per guardarmi. Sui loro volti apparvero due sorrisi splendidi, accompagnati da delle fossette adorabili e bocche tutte sporche d'impasto. Mi avvicinai subito a salutarli: era impossibile non amarli.

«Abbiamo fatto la torta di mele» mi spiegò Frederick, rubandomi un bacio veloce. «L'ho appena messa in forno»

«Ma-ma!» esclamò Jordan, lasciando cadere il cucchiaino sul tavolo – perché Frederick aveva fatto sedere sia lui che Sybill sul tavolo.

Il piccolo allargò le braccia, iniziando a muoversi con impazienza. Lo presi in braccio senza esitazioni, gli riempii il viso di baci e lui ridacchiò felice. Sybill, invece, batteva le mani, tenendo il cucchiaio in bocca quasi fosse un ciuccio, e attendeva il suo turno.

«La mamma non vede l'ora di assaggiare la torta che hanno fatto i suoi bellissimi bambini e il loro bellissimo papà!» esclamai, passando Jordan a Frederick e prendendo Sybill per stringerla in un abbraccio affettuoso e materno. «Sono sicura che sarà buonissima!»

«Ma-ma!» disse Sybill in approvazione, muovendo il cucchiaino come un sonaglio.

Frederick si alzò dalla sedia, tenendo Jordan con un braccio, e andò a prendere due tovaglioli. Uno lo porse a me, per pulire il viso di Sybill, mentre il secondo lo usò lui per Jordan.

Non potevo ancora crederci che il giorno successivo i nostri due bellissimi bambini avrebbero compiuto già un anno! Sembrava ieri il momento in cui avevo annunciato a Frederick che saremmo diventati presto genitori, sembrava ieri quando erano nati i nostri gemellini.

«Ha chiamato Willbur un'oretta fa» fece Frederick, seguendomi in salotto. «Voleva solo informarci che passeranno lui e Annie a prendere la torta per il compleanno di Jordan e Sybill»

Io annuii. «D'accordo, almeno posso pulire un po' casa prima che arrivino tutti»

«L'ho già fatto io, non preoccuparti» disse prontamente lui, facendo il solletico a Jordan.

Frederick, nel corso degli anni, aveva trovato un ottimo lavoro con orari molto flessibili. Questo gli permetteva di arrivare a casa molto primo di me, di passare a prendere Jordan e Sybill da mia madre e Pierre – che si erano finalmente sposati – e di mettere a soqquadro casa nostra giocando coi gemelli.

Mi sporsi per baciarlo, ma Jordan mi mise una mano sulla bocca e prese a scuotere il capo per impedirmi di farlo. Frederick scoppiò a ridere, e Sybill lo seguì a ruota.

Sia Jordan che Sybill assomigliavano molto a loro padre, ma qualche piccolo dettaglio lo avevano preso da me. Il taglio degli occhi di entrambi, ad esempio, era lo stesso che avevo io, e così anche il colore delle iridi.

«Jordan!» sbuffò Frederick, mettendo un finto broncio. «Perché la mamma non può baciarmi? È tutta la giornata che aspetto!»

«No!» rispose semplicemente il piccolo. «Ma-ma mia!»

Sybill a quel punto si lamentò, disse che in realtà io ero sua e non di Jordan. Ma lui assottigliò lo sguardo e cercò di raggiungermi, cosa che fece anche Sybill. In meno di due secondi, i miei due bellissimi gemellini mi erano addosso.

«Hey!» esclamò Frederick, scoppiando a ridere. «E io? Anche io voglio un po' la mamma!»

Presi fra le braccia Jordan e Sybill, mi avvicinai a Frederick, che mi circondò le spalle con un braccio, e insieme osservammo i nostri bambini avere una conversazione in un linguaggio tutto loro. Era un momento magico quello: avevamo fatto tanta strada io e Frederick, letteralmente, e alla fine eravamo riusciti a mettere in piedi una bellissima famiglia.

«Ci credi che sono nostri? Che sono un mix di me e te, messi insieme?» mi domandò Frederick, sorridendomi.

Era così tutti i giorni, da quando gli avevo detto che sarebbe diventato padre. Non faceva che ripetermi quelle due domande, sorridendomi con gli occhi e con la sua anima. Io annuivo sempre, lo baciavo e poi ci mettevamo a guardare i bambini.

Quella sera, dopo aver fatto il bagno a Jordan e Sybill, io e Frederick ci mettemmo a letto con lo stomaco pieno e un sorriso leggero sulle labbra. Come al solito, lui mi strinse in un abbraccio e mi baciò sulle labbra, prima di dirmi che mi amava moltissimo.

Io ero così felice che Frederick fosse lì con me, mi ripetevo di essere la donna più fortunata al mondo per aver incontrato lui, per essermi innamorata di lui. Ci capitava, ogni tanto, di rivivere i momenti vissuti nel 1811, di parlare di come tutto era iniziato e di chi ormai avevamo lasciato indietro, ma mai dimenticato.

«Non so cosa farei senza te, Samanta, davvero» mi sussurrò all'orecchio, mentre io gli accarezzavo i capelli, sapendo benissimo che gli piaceva da impazzire. «Vivere una vita infelice nel mio tempo, senza te e con un'altra donna sarebbe stato orribile. Seguirti è stata la scelta più giusta che io abbia mai fatto: raggiungerti, riaverti fra le mie braccia, mettere su famiglia con te.

«Mi sono innamorato un'altra volta, quando ho visto per la prima volta Jordan e Sybill, e non so come dirti quanto sono orgoglioso di te per averli messi al mondo» concluse, chiudendo gli occhi e avvicinandosi ancora di più a me.

«E io sono felicissima che tu mi abbia seguita e che sia tu il padre di quei due gemellini di là, nella loro cameretta» sussurrai a mia volta, dandogli un bacio sulla guancia. «Non avrei potuto desiderare di meglio, perché quello che ho sempre voluto sei tu e lo sarai sempre. Ti amo così tanto!»

«Anch'io ti amo, tantissimo» mormorò lui in risposta.

Stavamo per addormentarci, stretti l'uno nelle braccia dell'altro, quando Jordan scoppiò a piangere. Ci alzammo entrambi, sentendo subito dopo Sybill che seguiva a ruota il fratellino, e raggiungemmo la loro cameretta. Io presi Jordan in braccio, mentre Frederick prese Sybill.

Ci ritrovammo tutti e quattro nel lettone in camera mia e di Frederick, con Jordan e Sybill in mezzo che si rimettevano a dormire. Frederick si addormentò velocemente, così io rimasi ad osservarli per un po': erano bellissimi, tutti e tre. Baciai ognuno sulla fronte, poi prensi la manina di Jordan e infine, con un ultimo sbadiglio, mi addormentai.


Stay with me | CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora