Capitolo 7 "Sento tutti gli occhi su di me, e una vertigine..."

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P.O.V Alessia

-Sono sotto, scendi?

Questo era il messaggio che Michele mi aveva mandato, più o meno erano le due del pomeriggio.

Scesi le scale, il mio zaino in spalla come sempre e feci per uscire ma fui trattenuta da mia zia.

"Sto uscendo'' esclamai voltandomi verso di lei, seduta sul divano a leggere un libro.

"Un secondo" mi chiamò lei.

''Si zia?" Domandai con la mano quasi sulla maniglia.

"Esci ancora con quel ragazzo?" Chiese con un sorrisetto.

"Come fai a saperlo?" Mi stupii.

Ci pensai su. Era così ovvio.

"Giorgia" esclamammo contemporaneamente.

Devo ricordarmi di non dirle niente, sarebbe capace di farlo sapere all'intero quartiere.

"Si, torno più tardi" dissi poi riprendendo l'argomento.

Lei annuì e mi lasciò andare. Bah. Che cosa strana.

Aprii la porta di casa e trovai Michele ad aspettarmi.
Era poggiato ad un muretto, la testa china a guardare il telefono. Sorrisi nel vederlo.

Indossava solo una maglietta a maniche corte e una giacca smanicata, come ieri, e dei pantaloni neri.

"Ehi" dissi raggiungendolo.

Lui mi sorrise.

"Ciao" mi salutò mettendo in tasca il telefono.

"Non è giusto" esclamai all'improvviso incrociando le braccia al petto.

"Cosa?" Chiese confuso.

"Perché le tue giacche sono sempre così fighe!?" sbottai.

Lui rise e alzò le spalle iniziando a camminare in direzione del centro.

"Ale posso farti una domanda? Vorrei che tu mi rispondessi con la massima sincerità" chiese all'improvviso.

"Certo" dissi leggermente preoccupata.

Lo guardai un attimo, aveva uno sguardo corrucciato, le mani nelle tasche. Ad un tratto si fermò e si voltò a guardarmi.

"Tu mi conoscevi già, non è vero? La prima volta che ci siamo incontrati intendo" domandò guardandomi negli occhi.

Abbassai gli occhi mordendomi un labbro.

"Si, come l'hai capito?" mormorai fissandomi le punte delle scarpe.

"La prima volta che mi hai visto hai sgranato così tanto gli occhi che ti stavano per uscire gli occhi dalle orbite" disse scoppiando a ridere.

Le mie guancie si colorarono di rosso.

"E quando eravamo sul treno, non hai battuto ciglio quando ti ho detto che dovevo andare in studio di registrazione" continuò dopo essersi ripreso.

Mi strinsi nelle spalle.

"Si è vero, è da un po' che ti seguo... Volevo dirtelo ma non volevo darti l'impressione di una fan che incontra il suo cantante preferito" iniziai a dire fissando un punto alle sue spalle.

"Quando ci siamo incontrati avevo solo bisogno di conforto e sul treno non volevo infastidirti... Non voglio che tu pensi che l'abbia fatto solo per avvicinarmi a te perché non è affatto vero, io non sono così" esclamai decisa guardandolo finalmente negli occhi.

Quei maledetti occhi verdi {Michele Bravi♡}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora