6. Sala comune dei Serpeverde

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Ginny ed io passiamo insieme ancora dieci minuti. Le parlo di quello che è successo la sera del ballo con Ron. Lei si arrabbia con il proprio fratello, e mi promette di picchiarlo appena gli sarà possibile. Non mi piace la violenza, ma per questa volta, non dico niente.

Rientriamo nel castello, aspettiamo che tutti entrano in Sala Grande, poi Ginny mi promette di portarmi qualcosa da mangiare nella sala comune. Indosso il Mantello dell'Invisibilità e mi avvio verso i sotterranei, evitando i soliti ritardatari.

Mentre cammino, però, mi assale la paura. E se qualcuno non fosse salito per mangiare? Se decidono di tornare prima? Due Serpeverde salgono le scale a chiacciola, facendomi sussultare.

«Quell'allieva di Beauxbatons, Fleur Delacour, è proprio bella» dice uno dei due.

«È troppo bella, sembra quasi una Veela! Anzi, per me lo è. Ricordi il Weasley che le ha urlato contro l'invito per il ballo?» sogghigna l'atro.

«Sì che me lo ricordo, c'ero anch'io. Che idiota... Però poteva succedere anche ad uno di noi. Stava facendo un incantesimo al Tassorosso, a Diggory. Potevamo esserci noi nei panni del Weasley. »

«Hai ragione, Jones. Spero che ci sia la torta ai mirtilli come dessert...»

«Se non ci sarà, Turner, possiamo andare nelle cucine e minacciare gli elfi per farcela preparare.»

«Oh, sì, che idea grandiosa!»

I due Serpeverde mi superano e io comincio a scendere le scale allerta, in caso che qualcun altro stia arrivando. Sono molto tentata di fargli una fattura, ma mi limito a far intrecciare i lacci delle scarpe di Jones, che dopo un passo inciampa. Mi affretto nel corridoio vuoto e vedo il muro di pietra umico di cui Ron e Harry mi avevano parlato due anni fa, quando si erano trasformati in Tiger e Goyle ed erano andati con Malfoy nel dormitorio dei Serpeverde. Non ero andata con loro perchè mi ero trasformata in gatto. E avevo anche la coda.

Cerco i quadri sparsi nel sotterraneo. Ne vedo soltanto due, con gli ospiti che sonnecchiavano. Mi avvicino al muro e bisbiglio «Rettilofono», e la pietra si sposta per farmi passare.

La sala comune dei Serpeverde è un lungo sotterraneo basso d'altezza, fatto tutto di pietra, con delle vetrate in cui posso scorgere delle creature marine. Siamo molto vicini al Lago Nero. C'è un'atmosfera glaciale in questa sala, sebbene i cinque camini in pietra. Solo uno, però, è acceso.

Passo vicino ai divanetti in pelle nera, cercando di non urtare niente sebbene non mi sembra ci sia qualcuno qui con me. Noto una biblioteca, ma riesco ad ignorarla, puntando verso le scale a chiocciola. Mi piacerebbe davvero tanto poter sfogliare quei volumi in pelle, ma non è questo il momento più opportuno. Inizio a salire le scale di mogano, e mi sento osservata da tutti quei serpenti intagliati nel legno. Sento un piccolo brivido attraversarmi la schiena, ricordando il Basilisco e la paura che avevo provato mentre controllavo i corridoi con lo specchio. Scaccio il ricordo, e proseguo lungo il corridoio, cercando la stanza del quarto anno, maschile.

Appena la trovo, apro la porta, lentamente. Da quel che riesco a vedere, non mi sembra ci sia nessuno, ma trattengo comunque un sospiro di sollievo. Ora devo trovare il bracciale. Poso la mano sulla bacchetta mentre entro nella stanza, avvicinandomi ai divanetti e guardando le tende verde-argento dei letti a baldacchino.

Decido di non togliere il Mantello. Qualcuno potrebbe comunque rientrare all'improvviso, e ormai sono qui. Non intendo lasciarmi scoprire.

Lascio scivolare lo sguardo sulle tende aperte, sui bauli. Riconosco subito il letto di Tiger dalle carte di dolci ammucchiate sul comodino. Su quello affianco c'è una foto della famiglia Goyle, e hanno tutti la stessa espressione arcigna.

Hermione Granger - Quarto annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora