8. Nell'aula

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Le lezioni ricominciano dopo qualche giorno. Ne sono contenta, così ameno posso pensare ad altro, distrarmi con le lezioni e lo studio.

Quando siamo alla lezione di Cura delle Creature Magiche, troviamo la professoressa Caporal al posto di Hagrid. Io, Harry e Ron cominciamo subito a preoccuparci per lui e a fare domande. Malfoy, con il suo gruppo di Serpeverde, ridono. La professoressa ci mostra gli unicorni, e noi ragazze ne veniamo subito rapite. I maschi se ne stanno in disparte.

Appena finisce la lezione, Harry mi fa leggere l'articolo di giornale, che parla di Hagrid, dove Rita Skeeter rivela che Hagrid è un mezzo gigante. Non sono sorpresa dal fatto che sia un mezzo gigante, avevo già dei sospetti di mio, ma non voglio fare la sapientona con Harry. Lui è davvero preoccupato per il nostro comune amico. Durante la settimana, visto che Hagrid non si faceva vedere nemmeno per i pasti, ho perso la pazienza e sono andata a bussare con molta forza alla porta. La mia grinta è svanita quando, ad aprirmi, fu il professor Silente.

Dopo aver passato tutta la serata con Hagrid, torno nella sala comune dei Grifondoro e chiedo in prestito Leotordo, il gufetto di Ron. Scrivo una breve lettera e la spedisco tramite il piccolo gufetto. Chiedo a Harry ancora il Mantello - me lo lascia senza fare domande - e lo indosso, uscendo per il castello. Mi intrufolo in una classe vuota e resto in attesa per una decina di minuti. Poi una persona entra nella classe, tenendo in mano la mia lettera spedita poco prima.

«Malfoy.» dico con voce gelida, uscendo da sotto il Mantello. 

Draco mi guarda, confuso, e chiude la porta alle sue spalle. «Perché mi chiedi di venire qui a quest'ora, Hermione?» domanda.

Incrocio le braccia al petto. «Come hai osato insultare Hagrid in quell'intervista?» gli domando.

Lui alza le spalle e si siede su uno dei banchi, senza spostare lo sguardo dal mio viso. «Siamo amici, Granger?»

Aggrotto la fronte, non mi aspettavo una domanda del genere. «Io... non lo so.»

Malfoy annuisce. «Non lo sai perché noi non siamo amici, Granger, e non credo che riusciremo mai ad esserlo. Hagrid non è mio amico, e diciamo che la Skeeter è stata molto gentile a chiederci di rilasciare una piccola informazione...»

«Una piccola informazione?!» sbotto, furiosa.«Una piccola informazione è quella del torneo Tremaghi, non di Hagrid.»

«Non scaldarti, Granger.» sbuffa il Serpeverde. «Alla Skeeter dico quello che voglio. Non siete miei amici.»

«Non vi ha lasciato neanche un po' di denaro per una cosa del genere? Anche se non capisco il motivo per cui tu dovresti volere dei soldi...»

«Non sono cose che ti devono riguardare.»

«Mi riguardano, se si parla dei miei amici. E Hagrid è un mio amico.»

«Perché non ti preoccupi di quella intervista in cui hanno insultato anche te?»

«Quella cosa che c'era scritta su di me e Harry non è vera. E Hagrid, anche se è un mezzo gigante, è la persona più buona che conosca! Non si azzarderebbe mai..!»

Un rumore proveniente dal corridoio fa zittire entrambi. Balziamo in piedi, il cuore in gola e ci guardiamo.

«Gazza.» diciamo nello stesso momento. Mi prende il panico. Farsi scoprire con Malfoy, in un'aula, è quasi peggio di farsi scoprire nella sala comune dei Serpeverde.

«Mettiti sotto al Mantello, ci penso io a lui.» aggiunge Malfoy, forse notando la mia agitazione. I passi si avvicinano alla porta.

Sgrano gli occhi per le sue parole. «No! Mettiti sotto anche tu!» sussurro. Non voglio un altro favore da lui.

«Non pensare a me, Granger, me la posso cavare...»

«Draco!»

Lui mi fissa senza parole, e gli getto addosso il Mantello, trascinandolo poi verso uno degli angoli più lontani dalla porta. Ci accovacciamo per fare in modo che il mantello ci copra per bene. Pochi secondi dopo, Gazza spalanca la porta. Cammina tra i banchi, controllando ogni cosa, poi spegne la luce, borbottando: «Stupidi ragazzini, so io le punizioni che darei a ciascuno di loro. Ti mancano quelle grida, eh, Mrs Purr? Anche a me... »

Gazza entra nella classe affianco. Io e Malfoy restiamo fermi ancora per un minuto, una affianco all'altro, poi tiro un sospiro di sollievo. «Dovremmo parlare più piano.» mormoro.

«Già.» ghigna lui.

Sotto il Mantello e tutto attorno a noi è buio. Mormoro «Lumos» e accendo la bacchetta nella mia mano, e vedo Malfoy che mi sta fissando. Di nuovo, quella sensazione che si divide in due - un po' per Viktor, un po' per lui - torna più forte. Mi chiedo se ha intenzione di baciarmi, o se intende illudermi di nuovo, quando mi abbraccia. Sento il suo odore entrarmi nelle narici, e chiudo gli occhi. Sento anche il battito del suo cuore, batte a tempo con il mio. Lo stringo anch'io, e restiamo uniti così, celati dal Mantello dell'Invisibilità, in perfetta armonia.

Poi ci separiamo.

Con la mia bacchetta che gli illumina il viso, Malfoy mormora: «Hermione, non ho idea di cosa mi stia succedendo, ma so che non è nulla di buono. Sì, per me lo è, ma... per la mia famiglia non credo proprio. Mia madre starebbe dalla mia parte, qualsiasi cosa succeda. Mi vuole molto bene. Ma mio padre... non capirebbe. Non ci proverebbe nemmeno. E io... l'ho deluso molte volte. Troppo spesso ho deluso mio padre, e non voglio farlo ancora. Per me è un bene fingere di continuare a odiarti, perché se smettessi, tutti si farebbero domande, e arriverebbero alla conclusione giusta. Quindi, io devo comportarmi come al mio solito. Forse è meglio se tu continui a odiarmi sul serio. Farò del mio meglio perché questo succeda.»

«Draco...» mormoro, ma lui toglie le mani dalla mia vita e si allontana da me.

I suoi occhi grigi mi perforano, mentre si alza in piedi. «Mi dispiace averti dato della Mezzosangue, due anni fa, e mi dispiace ancora di più continuare a dirtelo.»

«Draco, aspetta!»

Ma lui non si volta, ed esce dall'aula, chiudendosi la porta alle spalle. Mi alzo in piedi, spegnendo la bacchetta appena arrivo vicino alla porta. Appena esco, vedo subito Mrs Purr. Indosso il Mantello e mi affretto a camminare nel corridoio, chiedendomi dove sia finito Malfoy. Possibile che abbia già fatto tutta questa strada? Dopo qualche minuto, sento delle voci.

«Ho visto dei ragazzini, di sicuro del primo anno data la loro altezza, scappare in quella direzione» spiega Malfoy a Gazza, indicando un corridoio che porta verso le cucine. «Non sono riuscito a vederli molto bene, non so di quale casa siano.»

«Ora li trovo io. Mrs Purr, andiamo. Tu torna nel tuo dormitorio.»

Malfoy annuisce e Gazza si allontana, alla ricerca dei ragazzini immaginari. Poi si volta verso di me, incrociando i miei occhi senza rendersene conto. Riprende a camminare verso la Sala Comune dei Serpeverde, scendendo nei sotterranei. Io invece salgo, diretta alla Torre dei Grifondoro, chiedendomi cosa devo provare dopo le parole.

Quella di Malfoy era stata una confessione d'amore?

Hermione Granger - Quarto annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora