Giulio venne convocato in piena notte dal commissario Muscarella.
Gli vennero mostrate le immagini di una donna dai capelli bruni e corti, dall'inconfondibile profilo greco.
«È lei» disse senza esitare.
L'uomo che mi camminava accanto risultò compatibile con l'identikit di uno dei miei rapitori.
«Hanno preso la metropolitana in piazza Piola, ma nessuna telecamera ha registrato l'uscita» disse il commissario con lieve disappunto.
«Non possono essersi dissolti nel tragitto» replicò Giulio.
«Stiamo controllando le riprese effettuate in tutte le fermate dell'intera rete metropolitana. Sua moglie e quel delinquente non risultano scesi da nessuna parte. E non sono nemmeno più sul quel treno, né su nessun altro treno. Abbiamo eseguito controlli a tappeto. Sembrano spariti nel nulla» disse sconcertato. Tamponò la fronte con un fazzoletto bisunto, proseguì: «Non esistono vie di fuga alternative a quelle note alle forze dell'ordine, nessun passaggio segreto. C'è da diventare pazzi.»
Giulio chiese di poter rivedere i filmati; si soffermò su alcune immagini.
«Ride» notò perplesso.
In uno dei fotogrammi in cui ero completamente voltata a favore di telecamera, apparivo divertita. Non sembravo preoccupata come avrei dovuto; Giulio non si spiegava il motivo per cui avessi cambiato look, perché mi fossi abbigliata come un'adolescente, e per quale motivo non risultassi sconvolta o allarmata.
«Avrebbe potuto colpirlo, spingerlo e scappare via. Avrebbe potuto urlare. Invece segue quel coglione con aria rilassata, e ride.»
«Il fatto che abbia rivolto il viso più volte verso le telecamere dimostra una chiara volontà di essere trovata. Avrebbe potuto camminare a testa bassa» lo rassicurò Muscarella.
Giulio guardò negli occhi il commissario, ammise: «Per un attimo ho temuto che avesse deciso di scappare con Pel di Carota.»
Aveva utilizzato lo stesso pseudonimo che gli davo io.
Muscarella scoppiò a ridere.
«Bella questa, Pel di Carota» disse divertito. Ma tornò subito serio, notando che quel soprannome aveva suscitato ilarità solo in lui. «Comunque, direi di no» si schiarì la voce «non mi sembra che ci sia alcun legame affettivo tra i due. Almeno a giudicare dalle immagini. E poi, senza offesa, sua moglie è una gran bella donna, ma potrebbe essere la madre del ragazzo.»
Giulio lasciò scivolare quell'affermazione abietta, così carica di pregiudizio, e continuò: «Ha notato l'abbigliamento pesante del ragazzo?»
Il commissario si accarezzò il mento. «Certo che lo abbiamo notato» mentì. «Porta anche un grosso zaino sulle spalle. Presumiamo che nasconda qualcosa sotto la giacca.»
«L'ho pensato anch'io, ma cosa?»
«Non ci sono state delle esplosioni, escluderei il tritolo.»
«Già» rispose laconico, sempre più convinto di trovarsi in mezzo a un mucchio di incompetenti.
«Dottore, so che lei fa l'ecografista ed è abituato a guardare dentro i nostri corpi, ma non hanno ancora inventato una macchina che permetta di guardare attraverso i tessuti, cioè non con queste videocamere del cacchio, mi perdoni. Uno zaino così voluminoso suggerirebbe che il ragazzo debba intraprendere un lungo viaggio. Solo che il loro viaggio è durato qualche fermata perché, come le dicevo, non hanno mai abbandonato la linea verde della metropolitana.»
Giulio sbadigliò. Muscarella iniziava a diventare ripetitivo ed erano anche le tre di notte. Gli fu concesso di tornare a casa.
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Rapita
Science FictionHR #1 in fantascienza *** Bianca è una donna di quarantotto anni in crisi di mezza età. È una scrittrice frustrata il cui orologio biologico ha iniziato a saltare qualche rintocco. Ha un marito, un amante e una figlia dislessica di sei anni. Durante...