Caleb Hill, 12 Settembre 2016
Appena svegliato e ancora non riesco a togliermi dalla mente i due laghi verdi dentro gli occhi di quella ragazza. Quel verde deve di certo raggiungere abissi molto profondi, fino alle viscere della sua anima. Fino alle vie più oscure e così buie che nemmeno con tutta la luce di questo mondo è possibile illuminare. Il sole, con il suo bagliore e la sua incandescenza, si sarebbe persino lui arreso davanti a un oscurità così immensa. Che poi, è possibile che una persona potesse contenere dentro di sé un oblio così ampio e infinito? Un buco nero che risucchiava anche il più piccolo barlume di vita da quell'esile corpo. Una parte di me cerca di smettere di pensarci. Che, con tutta probabilità, mi sono sbagliato e quella ragazza è solo una come tante, che non è contenta del suo trasferimento nella piccola cittadina per cui ha lasciato Boston. Si, la piccola vocina lo convince che è così. Non è importante, non abbastanza da impegnare totalmente la mia mente. Ho già i miei problemi, la mia vita solitaria che si limita alla sola compagnia di mia zia e Max. Nessun altro conta come loro per me. E' così dalla morte dei miei genitori. Avevo tanti amici da piccolo, ma dall'incidente ho iniziato a isolarmi e a vedere le persone a me vicine come estranei. La cosa che mi fa veramente arrabbiare però è un'altra. E' l'ironia con la quale il Destino, con la D maiuscola, ha fatto ai miei genitori un piccolo scherzetto, non facendoli morire per l'escursione in montagna, ma facendo cadere su di loro un masso di dieci quintali a soli sette chilometri da casa. E' così la vita, a volte trova dei modi così tristi e schifosi per travolgerti. Per trasformare tutti i momenti di gioia in un unico evento traumatico che ti segnerà per sempre. Non ne voglio proprio sapere di alzarmi. A impedirmi di farlo sono quei pensieri che percorrono le strade sinaptiche fra i neuroni del mio cervello. Rimbalzano da una parte all'altra e mi impediscono di concentrarmi su ciò che devo fare. Alzarmi, lavarmi, vestirmi e fare colazione. Quattro azioni semplici che però mi costano fatica. Quasi come se desiderassi arrivare già in ritardo il primo giorno. E probabilmente è così, e non è nemmeno la prima volta che succede che inizi l'anno scolastico con un primo richiamo da parte del docente di turno. Il profumo di frittelle mi conduce verso la cucina, nonostante non sia nemmeno paragonabile a quello dei pancake di papà. Anche quello mi manca, le torri di pancake dorati che lui per anni mi ha preparato tutte le mattine. Ora il piatto contiene solo un paio di frittelle con un strato di marmellata gelatinosa sopra.
Mi dispiace zia Nancy, ma la colazione non ti riesce per niente bene, penso mentre studio il mio pasto mattutino. Faccio uno sforzo e mando giù ogni singolo boccone che mi porto alla bocca, cercando di non pensare al retrogusto nauseante della marmellata alle ciliegie. Una volta finito mi alzo, prendo la borsa e infilo la giacca. Mia zia è andata già a lavoro, quindi mi devo arrangiare ad andare o in bici o a piedi. Opto per la bici. Pedalo fino a scuola con disinvoltura, rischiando un paio di volte di essere messo sotto, ma fregandomene quasi sempre. Tanto prima o poi moriamo tutti. Almeno così penso, anche se in alcuni momenti mi trovo in disaccordo con questo mio ragionamento. Questo perché spero sempre che qualcuno mi dica il contrario. Che essere vivi è meglio che ritrovarsi all'obitorio, distesi dentro una cella frigo, completamente bianchi e freddi.
Poso la bici nell'apposita area del cortile fuori dalla scuola e mi dirigo all'entrata. Mentre lo faccio, noto che non vi è nessuno e capisco che di sicuro sono riuscito a portare a termine il mio obiettivo anche quest'anno: arrivare in ritardo. Ma, ovviamente, ciò non mi importa. So di essere un disastro nella scuola e un disastro nella vita. Sono consapevole che tutto ciò che faccio non sempre è giusto, ma nonostante ciò non sono mai migliorato. Tanto, anche se lo facessi, chi mai può lodarmi per questo? Max? Zia Nancy? Per quanto voglia loro bene, il vuoto dei miei genitori non può essere colmato. Le loro parole, i loro consigli e i loro affetti sono insostituibili. E, di certo, questa è una delle cose che non potranno mai cambiare nella mia vita.
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Lake's Symphony
ChickLit" Due adolescenti segnati dalla morte delle persone che amavano di più al mondo. Ma che, forse, insieme possono colmarsi unendo le loro melodie sul riflesso offuscato delle loro vite. E, chissà, ritrovare quell'amore per la vita che avevano perso e...