Caleb Hill, 18 SETTEMBRE 2016
Posso dire che la Domenica è il mio giorno della settimana preferito? Credo che nessuno se la prenderà se confermo che è così. Di sicuro è l'unico in cui zia Nancy non cerca di buttarmi giù dal letto per andare a scuola o per uscire ad aiutarla nelle commissioni. Posso beatamente rilassarmi finché voglio e gestirmi il tempo come preferisco.
Mi alzo verso le dieci quella mattina e scendo a fare colazione, lentamente e senza nessuna fretta percorro la scalinata e arrivo in cucina. Noto che zia ha già preparato tutto, ma di lei nessuna traccia. Do un occhiata veloce in salotto ma non è neanche lì. Tendo le orecchie cercando il suono della sua presenza, ma appena sveglio in genere ho tutti i sensi intorpiditi. Pian piano però si sbloccano e inizio a sentire il suono di accordi e un lieve motivetto provocato da una voce. Esco in veranda e seduta nella sedia a dondolo di legno trovo mia zia. Sta canticchiando una canzone che non riesco a riconoscere accompagnandosi con la sua chitarra, una vecchia Eko Tri D honey. Sorrido e mi appoggio sullo stipite della porta godendomi la sua esibizione. Sono lusingato di essere l'unico ad avere il privilegio di sentirla cantare, ma in molti casi penso che non avrebbe dovuto mai lasciare il palco, anche se si trattava di quello del Jammy's Rock Pub. Sarebbe di certo potuta diventare una famosa cantante un giorno e così avrebbe avuto una meravigliosa carriera. Invece eccola qui, bloccata in una piccola cittadina canadese a badare a quell'orfano di suo nipote. Lei mi ripete sempre che è stata una sua scelta mollare tutto e che non ho colpe se la sua vita ha cambiato direzione. Ma è impossibile per me non immaginare che se non ci fossi stato lei avrebbe potuto emergere e diventare una grande cantautrice.
Quando si accorge di me si ferma e mi riserva uno sguardo tenero e gentile, seppure un po' spento. Sta pensando alla mamma, ne sono sicuro. Quel giorno non sono solo io ad aver perso qualcuno. Mi chiedo che tipo di dolore senta lei. Io non ho più dei genitori, e lei non ha più una sorella.
- Tutto bene zia? - chiedo serio sedendomi sul piccolo divanetto a due posti accanto alla sua sedia. Lei mi sorride e scaccia via l'angoscia che la circonda, mettendo la chitarra da parte.
- Tutto okay, ho avuto il mio momento di evasione dal mondo, scusa se questo ti ha fatto preoccupare - dice fortemente dispiaciuta di essere la causa del mio turbamento.
- Stavi pensando alla mamma vero? - chiedo, anche se è più una domanda retorica quella che le rivolgo.
- Oggi era il loro 20° anniversario sai? Mi ricordo ancora Amanda in abito da sposa. Era come vedere un angelo, era così bella. Sai che mi fece cantare al suo matrimonio invece di ingaggiare un professionista? - dice sorridendo triste e con lo sguardo perso nella natura che avvolge la casa.
- Si mi pare che me lo avessi raccontato. Ma non mi sorprende, sei bravissima e le tue canzoni arrivano dritte al cuore delle persone. Vorrei tanto avere il tuo talento nella scrittura - dico abbassando il capo, ma lei me lo rialza da sotto il mento con la mano e studia il mio viso.
- Ti ricordo che ho letto le tue canzoni, e sai cosa penso? Che se continui per questa strada diventerai anche più bravo di me. Fidati del giudizio di tua zia - dice facendomi l'occhiolino e passandomi la chitarra. Io esito prima di afferrarla e sistemarla sulle mie gambe. Non so di preciso cosa voglia che faccia, ma il modo in cui poi mi fissa mi toglie ogni dubbio. Sorrido e incomincio a suonare, partendo prima con un ritmo basso e lento e poi, quando il ritmo si fa sostenuto e più veloce intono una delle canzoni che avevo scritto un paio di anni prima.
" Life is a mountain.
It's difficult and tiring,
steep and unobstructed. "
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Lake's Symphony
ChickLit" Due adolescenti segnati dalla morte delle persone che amavano di più al mondo. Ma che, forse, insieme possono colmarsi unendo le loro melodie sul riflesso offuscato delle loro vite. E, chissà, ritrovare quell'amore per la vita che avevano perso e...