Chris Wolf, 16 Ottobre 2016
Di nuovo quel maledetto violino!
Per diverse sere il suo suono me lo sono risparmiata. Ma a quanto pare il silenzio religioso con cui ero stata ricompensata è venuto a mancare. Mi alzo contrariata dal letto e la sveglia sul mio comodino mi mostra in modo lampante l'orario indecente a cui il mio sonno è stato interrotto. Mi affaccio alla finestra e resto in ascolto. La melodia è diversa, è la prima cosa che riesco ad appurare. E' più lenta, con diverse pause nel mezzo. Come se chi sta suonando sia stanco e stia facendo fatica a tenere un ritmo costante. Ricordo che quando suonavo il piano non sentivo mai mancare le forze nel mentre eseguivo il brano. La stanchezza arrivava sempre dopo. La mia fronte era sempre grondante di sudore e le mie mani indolenzite. Ma era una bella sensazione. A volte ne sento la mancanza, nonostante mi rifiuto di riprendere in mano uno spartito e sedermi allo strumento. Mi ritrovo a pensare alle parole di Caleb, ciò che mi ha detto dopo aver saputo di Molly. Trovare una ragione per suonare. E' possibile farlo? Forse però quello che dovrei chiedermi è se io voglio farlo.
Dieci minuti dopo non sento più la musica. Ritorno a letto, realizzando che non ho più tutto questo grande sonno. Da dove verrà mai quella melodia? Chi è così fuori di testa da suonare nel cuore della notte? Poi però i miei pensieri tornano a quel lunedì dopo scuola. Caleb mi ha raccontato la storia che gira riguardo al lago e io non gli ho detto di come io in prima persona ho potuto vederne la manifestazione. Ma forse è solo la mancanza di Molly che me l'ha mostrata quel giorno. Ma allora perché anche quella volta ho sentito il violino? Rimuginarci sopra però non mi porterà a ciò che voglio sapere. Dovrò accettare la proposta di Caleb e andare a lago.
Solo un'ora dopo riesco a richiudere gli occhi, per poi aprirli qualche ora più tardi, quando già l'alba è passata e la sveglia segna le sette del mattino. Mi alzo andando al bagno, ma non ho il coraggio di alzare lo sguardo verso lo specchio. Di sicuro ho delle occhiaie terribili. Vorrei tanto chiamare Caleb e chiedergli di andare in quel momento al lago, ma con molta probabilità starà dormendo. Non so perché ma ho la sensazione che non sia un tipo mattiniero. Torno in camera, rifacendo il letto e sedendomi sul bordo di esso. Caleb. Quel ragazzo mi rende così nervosa a volte. Non so gestire le sue reazioni come con gli altri. Ma è anche vero che è l'unico a capire ciò che provo e ciò che ho passato. Certo che per lui non deve esser stato facile, crescere senza dei genitori. Eppure ha la forza di aiutare una come me. Io per tre anni non sono riuscita ad aiutare mio fratello e invece lui in un mese è riuscito a fare per me molto più di ciò che sono riusciti a fare gli altri, soprattutto i miei. Com'è possibile?
Più tardi quella mattina, quando i miei escono e mio fratello si ributta nel letto, mando un messaggio a Caleb, chiedendo di poter andare quel giorno a verificare quella storia. Lui risponde di sì e che sarebbe passato a prendermi verso le dieci. Manca una mezz'ora e con calma risalgo le scale. In camera fisso l'armadio aperto e stranamente sono indecisa su cosa mettere. Io, Christine Wolf, che di solito metto quello che capita senza farmi problemi, non ho idea di cosa indossare. Sarà per Caleb? No, è vero che mi mette in difficoltà il suo modo di fare, ma no fino a questo punto. O forse si? Non ci voglio manco pensare. Prendo un maglione leggero rosso con un motivo intrecciato e dei jeans neri leggermente rovinati all'altezza del ginocchio, poi vado a darmi una sistemata nel bagno. I miei capelli sembrano il nido di un uccello accidenti! Li pettino e riesco a dargli un aspetto decente, poi studio il mio viso. Potrei coprirmi un po' le occhiaie con un correttore. In genere non sono una che ama truccarsi, anche se per questo Molly spesso e volentieri mi usava come sua cavia. Sono sempre stata il suo opposto in molte cose. Mentre lei girava a scuola con gli stivaletti con il tacco e con un trucco evidente, io portavo con umiltà le mie vecchie converse nere e il mio aspetto da ragazza acqua e sapone. Mi misi il correttore dopo essermi sciacquata la faccia ed essermi lavata i denti e proprio nel momento in cui sto scendendo le scale suonano alla porta. Apro trovando un Caleb sorridente e pieno di energie. Per un insignificante secondo penso sia opera mia, ma quel pensiero fugace come è venuto scompare immediatamente.
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Lake's Symphony
Chick-Lit" Due adolescenti segnati dalla morte delle persone che amavano di più al mondo. Ma che, forse, insieme possono colmarsi unendo le loro melodie sul riflesso offuscato delle loro vite. E, chissà, ritrovare quell'amore per la vita che avevano perso e...