Chris Wolf , 12 SETTEMBRE 2016
Non ricordo di aver mangiato froot loops per colazione insieme al latte. Ma il vomito che ora galleggia nell'acqua del cesso e che contiene qualche pezzettino di quei cereali mi fa pensare il contrario.
Sto sopravvalutando il mio sistema digerente poco efficiente, penso mentre scarico la vista orribile di quei resti digestivi giù per il tubo del gabinetto. Chiudo la tazza e mi ci siedo sopra, prendendomi un attimo per calmarmi. Non posso andare avanti cosi. Ho pensato all'inizio di poter resistere, che un po' di quei suoni che componevano Lei, la Musica, non avrebbero prodotto in me questa reazione. Ma, a quanto pare, mi sono sbagliata. Già dalla prima serie di note ho iniziato a sentire dentro di me il bruciore di quella ferita, lasciata da quel terribile giorno di tre anni prima. Ha pervaso il mio corpo ogni secondo, sempre di più, finché non ho sentito di non potercela fare a sopportare ancora. Ora, in quell'angusto bagno liceale pieno di sciocchi scarabocchi sulle pareti, il silenzio mi culla e cerca di alleviare il dolore della mia ferita. Cinque minuti, e starò meglio. 300 secondi e ritornerò come sempre. 3000 centesimi di secondo e l'indifferenza degli ultimi anni tornerà al suo posto. Come se quest'episodio di debolezza non fosse mai esistito. Come se nulla fosse accaduto. Allo scadere del tempo esco dal bagno, mi lavo le mani e il viso. Mi guardo nel piccolo specchio e vedo un riflesso che è ben lontano da quello della ragazza che in origine ha occupato il corpo che muovo. Non sono più lei è lei non sarà più me. Non può più esserlo. Io non glielo permetto da tanto tempo. Lei è morta, lei non tornerà. È bello credere di avere tutto sotto controllo vero? Di riuscire a gestire la propria vita. Le persone si illudono a volte di riuscire a essere ciò che vogliono. Non comprendono che in realtà vivono nella bugia più grande della loro esistenza. Ma, per molti, questa bugia è dolce da digerire rispetto all'amara verità. Una verità non sempre facile da affrontare. Io forse sono l'esempio più eclatante di ciò, perché la mia verità è troppo grave da poter fronteggiare. Affrontereste mai un Ursus Arctos Horribilis (detto comunemente "orso grizzly") a mani nude? A meno che non abbiate la forza di Sansone o Dio dalla vostra parte, ne dubito. Non è mancata occasione che questa condizione in cui vivo sia diventata oggetto di giudizio da parte dei miei ex conoscenti e amici. Ma non li ho mai ascoltati. Forse avrei dovuto farlo. Basta vedere la situazione in cui ora è ridotta la mia famiglia, con i miei che fingono una felicità che non c'è più e mio fratello che lascia affogare nell'alcool i suoi sensi di colpa. Io? Una gracile adolescente che passa il tempo fra lo studio, l'indifferenza e gli attacchi di panico al solo sentire un accenno musicale. A volte persino il tamburellare delle dita su una superficie piana mi infastidisce e mi agita. Come anche lo schioccare le dita a ritmo di un vecchio brano jazz o rock. Ogni cosa che c'entra con la musica ha il potere di rendermi irrequieta. Esercita una forza che squilibra il silenzio sinfonico che mi sono creata intorno.
Esco dal bagno e durante il tragitto di ritorno alla classe non incontro nessuno, questo è un bene. Non sopporterei di sentire la voce di qualcuno che mi domanda da perfetto ficcanaso cosa faccio in giro per i corridoi. Perché a volte le persone non riescono a farsi i fatti loro? Cerco di non pensarci, perché infondo non mi interessa. Se dovesse passare qualcuno lo ignorerei e basta. Come sempre. Apro la porta e quando entro i ragazzi della mia nuova classe stanno facendo una pausa. Parlano tra loro, ignorano la mia entrata.
Così va bene
Mi siedo di nuovo al mio posto in disparte, infondo a destra dell'aula. Non sembro essere l'unica. Il ragazzo che è arrivato in ritardo ha fatto lo stesso, solo dalla parte opposta. Lo stesso del giorno prima che mi ha fissato dalla finestra della casa di fronte la mia. Non ho bisogno di guardarlo per sapere che si trova in quel preciso punto della stanza. Basta escludere tutti gli angoli e i posti in cui lui non si trova per capire la sua posizione. No che mi interessi, solo ho creduto inizialmente che il mio comportamento sarebbe stato l'unico episodio della classe e non che anche a qualcun altro piacesse fare come la sottoscritta. Estraniarsi dagli altri, stare in disparte. Una cosa che con il tempo ho avuto la necessità di applicare a me stessa. L'ora successiva passa fra espressioni teoriche sulla Musica e sulle grandi composizioni che appartengono alla sua storia. Non presto ascolto, semplicemente perché conosco già queste cose. E poi, non mi sono utili data la mia situazione. Sono solo un ulteriore macigno che mi viene scaraventato addosso. Quando si conclude quell'ora mi dirigo fuori con calma, mentre invece gli altri sembrano non vedere l'ora di uscire in fretta e furia dalla stanza. Il mio armadietto è l'ultimo di una lunga sfilza di simili, e si trova subito prima di un incrocio di corridoi del secondo piano della scuola. L'ultimo di essa, poi forse c'è anche una soffitta e a seguire il solido tetto dell'edificio. Non è così diversa dalla mia vecchia scuola, ma infondo per me ognuna sarebbe uguale all'altra. Non vedo grandi differenze se no nelle persone che la occupano. Apro l'armadietto, di sicuro l'unico spoglio di immagini o graffiti e varie decorazioni attaccate. Al suo interno vi sono solo i libri che ripongo dentro per riempirlo, lasciando nello zaino solo quello di fisica, materia che avrei avuto all'ultima ora prima di tornare a casa. Il primo giorno sta passando come ho previsto. Niente disturbi, niente problemi, nessuna interferenza con la mia routine e, a parte l'episodio del bagno, tutto sembra andare per il verso giusto.
- Non sembri gradire le lezioni del signor White . -
Una voce. Mi giro e me lo ritrovo davanti.
Il ragazzo della finestra.
Forse infondo ho parlato troppo presto.
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Lake's Symphony
ChickLit" Due adolescenti segnati dalla morte delle persone che amavano di più al mondo. Ma che, forse, insieme possono colmarsi unendo le loro melodie sul riflesso offuscato delle loro vite. E, chissà, ritrovare quell'amore per la vita che avevano perso e...