Caleb Hill , 16 SETTEMBRE 2016
Tre giorni, sono passati già tre giorni da quando ho avuto la mia prima chiacchierata con la ragazza nuova. Da quella sera non mi sono più avvicinata a lei. Cioè non è esattamente così che stanno le cose. Ci ho provato a intavolare di nuovo una conversazione, peccato che nei giorni precedenti di scuola lei, a ogni fine lezione, usciva spedita in corridoio non dandomi il tempo di aprire bocca. Credo mi stia evitando.
Strano modo di ringraziare una persona che ti ha salvato la vita. Mi chiedo che problemi abbia. Anche quella sera sembrava più arrabbiata che grata per essere stata soccorsa. Un momento, non è che ho interrotto un suo tentativo di suicidarsi? Mi sembrava triste la prima volta che l'ho vista, ma non pensavo fino al punto di voler farla finita. E qui rientra in moto la mia stramaledetta curiosità. Possibile che trasferirsi qui l'abbia stravolta fino ad arrivare a un gesto così estremo? Non penso proprio. E qui non riesco a spiegarmi perché, ma guardandola dalla finestra di Max quella volta, ho sentito una sensazione stranamente familiare. Per un attimo è stato proprio come vedermi riflesso nei suoi occhi. Ma non la mia immagine esteriore, il mio aspetto. No, era il riflesso di ciò che ho dentro. Fino al quel momento avevo sempre creduto che la frase "gli occhi sono lo specchio dell'anima" fosse una baggianata gigantesca. Ma, alla fine, è vero. Per un attimo almeno lo è stato.
La campanella mi sottrae da quel groviglio di pensieri e insinuazioni. E' appena finita la terza ora, quella di matematica. Mi alzo per il cambio d'aula visto che ora ho chimica e mi devo dirigere verso il laboratorio di scienze. Ma prima guardo verso il banco della ragazza. Lei non si alza e con molto probabilità è perché ora ha una lezione diversa dalla mia. Lei si gira e per un attimo si trova a ricambiare il mio sguardo. Però dura poco e lei riprende a guardare i suoi appunti. Da dove sono non riesco a vedere di che materia si tratta. Purtroppo se ora cercassi di parlarle rischierei di arrivare in ritardo all'altra lezione e ci manca che prenda un secondo richiamo in una settimana.
Esco e mi dirigo verso l'aula di chimica, ma vengo bloccato in mezzo al corridoio da una ragazza mora vestita con la tenuta bianco-rossa da cheerleader con lo stemma della scuola. Lei mi sorride e inizia a parlare.
- Ciao Caleb, come va? E' da tutta l'estate che non ti si vede in giro -
Tania pronuncia ogni singola parola con un tono di voce anche troppo sdolcinato per i miei gusti. E' la caposquadra della squadra cheerleader, nonché la più popolare della scuola. E, inspiegabilmente, l'unica ragazza che mi rivolge la parola. Anche se ho il forte dubbio che lo faccia con un secondo fine. E' più bassa di me di una decina di centimetri, porta i capelli corvini lunghi e lisci legati in una lunga coda di cavallo alta e fra le ciocche spunta una piccola treccia. Più di una volta ha cercato di flirtare con me, inutilmente però. Personalmente la trovo troppo superficiale e si dà troppe arie per i miei gusti. Con le altre ragazze della sua squadra è pure una vera dittatrice. Usa il suo tono più innocuo e gentile solo quando parla con me o con qualche ragazzo della squadra di basket.
- Sai com'è, non amo frequentare i posti affollati come te Tania. Comunque che vuoi? - chiedo cercando di risultare il meno maleducato possibile e con un sorriso finto dipinto in viso. Dovevo immaginarlo che all'inizio dell'anno sarebbe ripartita alla carica, ma non pensavo l'avrebbe fatto già dai primi giorni.
- Solo sapere come stavi e se...ti andava di venire stasera con me e un paio di amici a casa di Tom, i suoi sono via per lavoro e la casa è libera. Puoi portare anche il tuo amico nerd se proprio vuoi - dice anche se quando parla del mio amico lo fa un po' disprezzante.
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Lake's Symphony
ChickLit" Due adolescenti segnati dalla morte delle persone che amavano di più al mondo. Ma che, forse, insieme possono colmarsi unendo le loro melodie sul riflesso offuscato delle loro vite. E, chissà, ritrovare quell'amore per la vita che avevano perso e...