Finalmente è arrivato il weekend, finalmente si riposa.
Solitamente ci godiamo le giornate in estrema serenità, o si esce per andare a casa dei nonni, o stiamo serenamente a casa a guardare film e sono sincero la seconda versione la preferisco.
Adoro passare del tempo da solo con la mia piccolina, durante la settimana siamo sempre di fretta, scuola e università, la mia famiglia.
Io e lei, Zayn e Stacy sul divano a guardare cartoni, film quel che ci passa per la testa. Anche se la verità è che non siamo mai davvero sempre da soli. Ogni tanto viene Waliy, ogni tanto Harry e se non andiamo noi da loro, vengono loro da noi.
Questa settimana mia mamma ha preso impegni per tutti, a casa sua verrà lo zio Alfred e quindi siamo tutti obbligati a star lì per pranzo. Ho comunque trovato un escamotage per defilarmi nel pomeriggio, userò Harry per fare qualsiasi cosa piuttosto che stare lì con l'intera famiglia.
Fra un paio d'ore dovremo essere dai miei, mi sono dato appuntamento con Harry, quindi è il momento di alzarci per fare tutto con calma e senza stress.
La porta della mia camera da letto si è appena aperta e vedo correre verso di me una piccola testolina mora.
<<Buon giorno papà!>> eccola qua. Sveglia e pimpante già alle otto del mattino. Mi è letteralmente saltata addosso con il suo immancabile topolino.
<< Buon giorno anche a te principessa! >> le ho appena dato un bacino sulla guancia per poi stringerla in un abbraccio, la guardo in tutta la sua bellezza i suoi occhi che, quando ride diventavano talmente umidi da sembrare di cristallo, la sua bocca che allargandosi mostrava i suoi denti così perfetti e bianchi e la sua risata. Di quelle che senti rimbombare nel petto e che vorresti fosse l'unico suono possibile da sentire.
<< Sei pronta per andare a trovare i nonni? – annuisce lei con un sorriso enorme - Oggi conoscerai lo zio Alfred. Lui già ti conosce o, meglio, ti ha vista quando eri piccolissima, ora gli facciamo vedere quanto sei cresciuta, che ne dici?>> non sembra preoccuparsi di questa nuova conoscenza. Vorrei davvero essere sicuro come lei, anzi spero proprio non perda mai questa fiducia in sé stessa che ha.Facciamo colazione e ci prepariamo per il pranzo dai nonni. Le faccio indossare un leggings con camicia e cardigan, elegante ma comunque comoda per poter giocare in tranquillità. Io invece mi limito al mio solito outfit mettendo invece del giubbotto di pelle, la giacca di jeans, comincia a fare un po' caldo.
Prepariamo lo zainetto con i giocattoli da portarci dato che di giochi miei e di Waliy ne sono rimasti ben pochi, nel mio caso perché erano infiniti libri e quaderni in cui disegnare e colorare mentre nel caso di mia sorella, lei ha sempre amato ballare, non le importavano i giochi, lei voleva solo danzare.
<< Papà io sono pronta, anche Topolino. Andiamo, zia Waliy mi aspetta per giocare.>> si è appena posizionata davanti la porta di casa, a volte mi chiedo se lei abbia davvero quattro anni, o se in quel minuscolo corpicino non ci sia un'adolescente.
Le apro la porta ed usciamo. La aiuto a salire in macchina e subito mi chiede di mettere un po' di musica per il tragitto.
Faccio partire "They Don't Know About Us" degli One Direction, a Stacy piacciono molto e devo dire che neanche a me non dispiacciono, li ha fatti scoprire mia sorella a mia figlia. Questa canzone mi ricorda tanto me ed Ambra, Stacy è troppo piccola per capire cosa davvero voglia dire questo testo ma se solo sapesse, capirebbe quanto amore provavo per sua mamma e quanto insieme avremmo fatto di tutto per lei. E soprattutto quanto suo padre non capiva niente. Forse tra qualche anno gliene parlerò, le racconterò di tutto nella speranza non pensi di non aver meritato quel tipo di amore, perché le mostrerò di essere stato in grado di dargliene addirittura il doppio di quello che le sarebbe spettato.
Il tempo di altre due canzoni e arriviamo, siamo già davanti alla porta di casa quando ad aprirci è mio padre che viene immediatamente travolto da mia figlia, è proprio vero che fare i genitori è diverso dal fare i nonni. Non so se sia perché Stacy è molto più tranquilla di quanto non lo fossimo io e mia sorella, ma i miei genitori sono molto più amorevoli e comprensivi con mia figlia, rispetto a quando eravamo piccoli noi.
Mio padre è rimasto lo stesso uomo di sempre, all'apparenza freddo, impassibile, con lo sguardo da quale non fuoriesce nessuna emozione ma che si scioglie davanti alla presenza di un bambino.
Mentre lascio che i due si coccolino a vicenda raggiungo mia mamma in cucina per salutarla, trovandola indaffarata con le pietanze da preparare, sembra abbia cucinato per un esercito, ma non siamo neanche così tanti, o almeno credo.
Mentre aspetto che possa darmi retta do un'occhiata in giro finché non vedo passare mia sorella con addosso un paio di pantaloncini e una maglietta di mia proprietà, lasciata qua dal mio trasloco.
Continuo a notare che non è più una ragazzina, si sta facendo donna.
<< Si sta facendo davvero bella la ragazza>> la saluto con la mano, ma la mia frase è rivola alla persona che si è appena seduta davanti a me.
<< Eh già. E la cosa mi preoccupa. Non posso tenerla in casa reclusa. Come non potevo con te anni fa – risponde mia mamma con un sorriso quasi forzato e preoccupato – sta sempre attaccata a quel telefono>> mi fa notare, ed effettivamente ha appena salutato con distacco per poi buttarsi sul divano del salotto per rintanarsi in chissà quale chat.
<< Non credo possa ripetere il mio stesso errore – bisbiglio l'ultima parola, non è un errore ma sicuramente avrei preferito avere Stacy più avanti con l'età – vorrei solo che sbagliasse con consapevolezza e non come il ragazzo di quattro anni fa >> mi indico smorzando un sorriso e le prendo la mano per accarezzarla.
<< Che ragazzo eri? Eri un ragazzo come lo è lei adesso. Voglioso di fare esperienze. Di camminare con le sue gambe. >> Mi sta sorridendo davvero adesso mentre poggia la mano sulla mia guancia per lasciarmi una tenera carezza.
<< Hai ragione. Come sempre. Spero solo questo momento non arrivi presto per Stacy. Ne morirei. >> vorrei solo questi anni da bambina durassero per sempre. Non voglio neanche immaginare l'adolescenza di mia figlia. Lontano, il più lontano possibile.
<< Zayn non fasciarti la testa ancor prima di rompertela. Goditi la sua età. Quando sarà il momento si vedrà.
E a proposito di ragazzi in cerca d'amore ed esperienze. Tu che mi dici?>> Ok mia madre mi ha tranquillizzato per qualcosa di cui mi preoccupo inutilmente al momento. Ma adesso mi chiedo, che centro io? Perché parla di me con "l'amore".
<< Io cosa? Non c'è assolutamente nulla in ballo. E molto probabilmente neanche ci sarà se continuo così.>> non so se i miei abbiano saputo altro da Harry, dato che solo lui sa gli avanzamenti di questa storia, ma non voglio illuderli, non voglio illudere neanche me stesso in realtà.
<< Zayn a me come a tuo padre farebbe davvero piacere vederti di nuovo felice. Io non so chi sia questa ragazza, non so cosa ti faccia provare ma ultimamente nei tuoi occhi ho visto una luce diversa. Quella luce che hai perso qualche anno fa. E poi non pensi sarebbe bello se Stacy avesse una figura femminile al suo fianco? >> mio padre ci ha appena raggiunti in cucina, ma non prende nessuna posizione, si siede e ascolta. Già sentito? Beh, è mio padre infondo.
<< Tralasciando i sentimenti che posso provare io, devo anche assicurarmi che mia figlia stia bene e che io non la trascuri. Ultimamente ho fatto davvero fatica a conciliare le due cose. E sicuramente la sua figura femminile di riferimento sei tu, non un'estranea che non l'amerà mai come la ama un suo familiare>> le parole mi escono dure e concise ma è quello che realmente penso. Io non so se sarò mai in grado di essere felice, non so se effettivamente avrò un lieto fine ma io sicuramente lo garantirò a mia figlia circondandola di persone che la amano davvero e non per costrizione. Forse è anche questo il motivo per cui non riesco a rivelare questa parte della mia vita a Debby.
<< Stacy ha bisogno di una figura da chiamare ''mamma''. Non nonna, non zia. Ma mamma. Ma figlio mio fatti dire una cosa. L'amore non è un diritto di nascita. L'amore si costruisce giorno per giorno. Non puoi pretendere che una persona possa amare tua figlia come la ami tu. Ma non puoi neanche negare che questo amore possa nascere e rafforzarsi sempre di più.>> si avvicina a mio padre e poggiando le sue mani sulle sue spalle mi fissa con lo sguardo come se cercasse di capire cosa ho davvero compreso delle sue parole. Io però non la penso come lei. Non riesco ad immaginare un'altra persona accanto a Stacy.
Non riesco ad immaginarmela chiamare mamma un'altra persona che non sia sua madre.
<< Io non credo che mia figlia pronuncerà mai quella parola. A lei è stato negato quel diritto nel momento in cui è nata>> Mi sono alzato con rabbia per dirigermi verso la finestra e dare le spalle ad entrambe le persone presenti. Forse per nascondere le lacrime che non riesco neanche a frenare, o per non ammettere a me stesso che infondo ha ragione.
<<Zayn, perché ti ostini così tanto. Perché non provi aD allentare un po' quelle catene che tu stesso ti sei imposto? Credi davvero che l'amore per tua figlia possa diminuire solo perché provi ad essere felice? Non credi che ne risentirebbe anche lei se dovesse vederti per il resto della vita da solo?>> La sua voce si è ammorbidita, anche il mio corpo ha perso rigidità con quel tono di voce. Il mio respiro non si è comunque placato. Non voglio ancora farmi vedere.
<< Ho pensato a me stesso quattro anni fa. Ed ecco come sono ridotto. Con una bambina a cui badare, senza una persona accanto che ogni ragazzo della mia età ha. E pieno di paure inutili che ogni volta si svegliano e vengono a dormire con me. >> Mi sono girato. E mia madre sembra spaventata dal mio viso. Rosso e rigato dalle lacrime. La voce tremante, di un bambino disperato. Mia madre è praticamente corsa ad abbracciarmi. Mi sta avvolgendo tra le sue braccia e con la sua mano sta accarezzando la mia schiena, per placare quelli che sono i miei battiti accelerati e il mio respiro affannoso.
Ho gli occhi chiusi, ma percepisco una sedia che si è spostata, dei passi che si fanno sempre più vicini. Una mano sulla mia spalla. Una mano grande, leggermente pesante, calda, accogliente, paterna.
Mia madre si stacca da me, per lasciarmi di fronte a mio padre. Lo sto osservando, sto cercando di capire i suoi occhi. Ma non riesco, forse perché non voglio, forse perché ne ho paura.
<< Zayn. Ti chiedo scusa. >> Non capisco. Mio padre non ha proprio niente da scusarsi. Qui chi ha sbagliato sono io. Non c'è assolutamente niente per cui si debba scusare con me.
<< Scusami per tutto questo. Sono stato così duro con te, da non pensare a come stessi. Ho solo pensato a quella piccola bambina che di tutto quel casino non doveva far parte. >> mio padre si sta scusando per avermi fatto diventare responsabile. Ma come può. Se non fosse stato così, chi sa come sarei io e come avrei ridotto mia figlia. No, non ha assolutamente niente da scusarsi.
<< No papà...>> Non mi lascia finire. Comincia subito a parlare.
<< Zayn ascolta. La mamma ha ragione, Stacy ha bisogno di una mamma, come tu hai bisogno di una donna che sappia calmare queste tue paure che sono nate a causa mia. Io e la mamma vogliamo solo il tuo bene e quello della nostra nipotina. Vogliamo solo vedervi felici.>> Ho smesso di piangere da un bel po'. Anche il mio respiro e i miei battiti si sono calmati. La voce scura e profonda di mio padre mi ha calmato, proprio come riesce a fare mia madre.
<< Se quello che vuoi è solo un permesso. Bene io te lo do. Purché tu riesca a vivere bene con te stesso. Senza nascondere di star male solo per trasmettere a Stacy serenità. Credimi non ci riuscirai così.>> Ho annuito, prima di abbracciarlo così forte da poterci quasi strozzare l'uno con l'altro. Sto sorridendo, davvero. Mi sento quasi libero, libero di un peso che era ormai diventato insostenibile da portare.
<< Oggi per esempio in una bella giornata come questa perché non esci? E magari, inviti quella ragazza. Come si chiama? Ah si, Debby >> il sorrisetto di mia madre, quello furbetto che ho sempre amato. Che ne sa lei di Debby? E soprattutto mi sta dando il permesso di allontanarmi oggi pomeriggio, non riesco a crederci.
<<Giuro che mi ha solo raccontato di un'ipotetica conoscenza>> Si è messa a ridere e con lei mio padre, io scuoto la testa non potendo davvero credere che sappiano solo questo.
<< In veste di padre, quanto sono, ti obbligo a prendere il telefono, chiamare questa ragazza e chiederle di uscire. Oggi mi sa che Stacy non ti vuole fra i piedi. >> indica mia figlia mentre gioca con mia sorella con tutti i suoi giochi appena tirati fuori dallo zaino.
Non avrei mai pensato di arrivare al punto di essere costretto da mio padre ad invitare una ragazza. Se ci si pensa, è assurdo.
Posso dire di aver provato tutto adesso.
Avevo davvero bisogno di parlare con i miei a cuore aperto. È come se in qualche modo fossi tornato piccolo, il ragazzo di diciassette anni che voleva solo sentirsi rassicurato.
I miei ci sono sempre stati, non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma ho sempre sentito il dovere di ripagare quell'amore, quel favore. Ora mi rendo conto che non era così. I miei mi hanno solo insegnato che più si cresce, più ci si deve rimboccare le maniche a prescindere da qualsiasi situazione ognuno di noi stia vivendo.

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Fatherhood
ФанфикNon è facile raccontare la storia di un ragazzo padre, non è facile esserlo... Zayn cercherà di conciliare il suo ruolo di padre con il suo essere un giovane ragazzo. Ma chi gli sta intorno saprà vederlo in entrambi i ruoli? Riuscirà a vedere oltre...