Mi sveglio lentamente, avvolto in una quiete che non provavo da tempo. Un raggio di sole filtra tra le tende bianche tingendo la stanza di un caldo color miele. Il piumone pesa piacevolmente sulle mie gambe, come un abbraccio che non voglio lasciare andare.
Mi stropiccio gli occhi, il corpo ancora un po' intorpidito, ma la mente già in movimento, nonostante cerchi di ritardarne il risveglio completo.
L'aria sa di pace, quella sensazione che arriva quando non c'è nulla da fare immediatamente, nessuno che ti chiama, nessun rumore che ti strappi via dal momento.
Mi rigiro tra le lenzuola, incapace di ignorare quel pensiero costante: lei.
I ricordi della sera prima sono nitidi. La sua risata, così spontanea da sembrare una melodia; il modo in cui mi aveva guardato, con quegli occhi che sembravano voler svelare qualcosa di più, anche se non lo diceva. Avevo notato come si spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre parlava, un gesto così semplice, eppure così... suo. E poi il modo in cui la sua mano ha sfiorato la mia guancia, i nostri respiri si sono uniti per poi interrompersi in quel bacio.
Sento un nodo nella gola, vorrei esser stato nella sua testa in quel momento, per capire cosa abbia provato lei, le sue sensazioni. Mi sento così insicuro eppure, il suo sorriso continua a tornarmi in mente, intrappolato nei riflessi di luce che ora danzavano sul soffitto.
Perché è così difficile non pensarla, non rimuginare sulla serata?
Mi tiro su a sedere, i piedi nudi che toccano il pavimento freddo. Mi passo una mano tra i capelli cercando di scrollarmi di dosso questi pensieri, ma tutto sembrava riportarmi lì. A Debby.Proprio in quel momento, il mio vagare con la mente viene interrotto dalla suoneria del mio telefono sul comodino. Sobbalzo leggermente, quasi irritato per l'intrusione. Sullo schermo compare il nome del mio migliore amico. Sospiro, un mezzo sorriso incurva le mie labbra. Forse questa telefonata è esattamente quello di cui ho bisogno per tornare con i piedi per terra. Ma, mentre rispondo, non posso fare a meno di pensare che la terraferma non mi è mai sembrata così distante.
Sospiro e rispondo.
«Ciao, Harry. Tutto bene? Dimmi che non sei finito in un'altra delle tue solite disavventure...» dall'altra parte sento un respiro spezzato, come se stesse cercando di mettere ordine tra i suoi pensieri prima di parlare. Ma quando apre bocca, il flusso di parole è disordinato come sempre.
«Zayn! Oh, finalmente! Tutto bene? Stacy? Sei felice, no? Bene, perché io sto impazzendo! Ti prego, aiutami...» sorrido, divertito. Harry non è cambiato affatto: lo stesso caos, la stessa urgenza di sempre.
Mi riporta indietro nel tempo, quando le sue telefonate all'alba erano il preludio a qualche assurda idea, tipo boicottare le lezioni per organizzare un torneo di biliardo o provare improbabili tecniche di seduzione. Ma qualcosa nel suo tono mi suggerisce che questa volta è diverso, c'è di più.
«Sì, Harry, sto bene. Anche Stacy. È dai nonni, tranquillo. Ora, dimmi: che è successo per mandarmi un messaggio alle due di notte? mi sdraiai di nuovo, il telefono incastrato tra la spalla e l'orecchio, mentre un braccio dietro la testa mi tiene ancorato a quel momento di calma. Ma anche mentre parlo con lui, la mia mente torna a ieri sera, a Debby, a quel bacio.
È....complicato - risponde lui dopo un attimo di esitazione - ma devi promettermi una cosa.» non continua a fiatare finché non do segni di vita. È seria la questione.
«Qualunque cosa, purché non coinvolga fuggire in un altro paese» scherzo e la mia risata risuona in tutta la stanza, forse un po' troppo forte.
«No, sul serio. Devi promettermi di prendermi sul serio e, soprattutto, di non ridere.» quel tono così serio mi incuriosisce. Quale altra assurdità stava per tirare fuori da non essere il solito Harry burlone
«Va bene, te lo prometto. Ora spara.» rimango in silenzio in attesa di questa informazione. Lo sento respirare pesantemente.
«Ecco... credo di essermi innamorato.» rimango in silenzio ancora per un attimo, combattendo contro l'impulso di ridere. Aveva senso. Lui, Harry, il re delle avventure di una notte, che si innamora? Dovevo ascoltare.
«Innamorato? - ripeto lentamente, assaporando ogni sillaba. - Per caso ti ha fatto... qualcosa di speciale? Sai, qualcosa di così strano che vorresti succedesse di nuovo?» il mio tono è letteralmente malizioso, cosa potrebbe far perdere la testa al mio migliore amico a tal punto da innamorarsi.
«Oddio, Zayn, no! Non è niente del genere. Con lei non penso nemmeno a cose del genere. È come... come te e Ambra.» mi irrigidisco al suono del suo nome. Ambra che porta con sé un mondo intero, un amore che non riesco a dimenticare.
«Se la paragoni a quello che c'era tra me e Ambra - dico con un tono che tradisce una certa malinconia - allora deve essere qualcosa di speciale. Qual è il problema?» un lungo silenzio riempie la chiamata, poi Harry riprende a parlare con una voce incerta.
«Non è il tipo di ragazza con cui esco di solito. E... è più giovane di me.» l'ultima frase l'ha quasi bisbigliata
«Più giovane quanto?» lo interrogo, di che sta parlando. Non si è mai interessato a ragazze più piccole di lui, anzi tutto il contrario.
«Va ancora a scuola.» Mi alzo rapidamente dal letto. Anche se sta continuando ad abbassare sempre di più il tono della voce, ho ben sentito cosa ha appena detto.
«Harry! Non stai parlando di una sedicenne, vero?» è il numero più piccolo che mi viene in testa, non può avere dodici anni, sarebbe troppo anche per uno come Harry.
ammise con un filo di voce. Scoppio a ridere, ho sparato un numero, non pensavo fosse reale.
Harry, è come se stessi dicendo di voler uscire con mia sorella. Sedici anni! Sei fuori di testa.» quasi urlo ma dall'altra parte c'è solo silenzio. Mi rendo conto che forse ho esagerato. Harry nonostante tutto non è il tipo da prendere le cose alla leggera.
«Senti - dico infine con un sospiro - riflettici bene. Se è davvero così speciale, non ci sarà fretta. Ma ora devo andare da Stacy. Ne parliamo più tardi, ok?» guardando l'orario mi rendo conto che è il caso di raggiungere i miei genitori e la mia bambina.
Chiudo la chiamata dopo esserci salutati con un semplice "ciao".
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Fatherhood
FanfictionNon è facile raccontare la storia di un ragazzo padre, non è facile esserlo... Zayn cercherà di conciliare il suo ruolo di padre con il suo essere un giovane ragazzo. Ma chi gli sta intorno saprà vederlo in entrambi i ruoli? Riuscirà a vedere oltre...