Il sole di fine primavera filtra tra i rami del grande albero sotto cui ci siamo sistemati. La luce calda disegna ombre intricate sul tavolino del parchetto universitario, mentre il profumo dell'erba appena tagliata si mescola al chiacchiericcio distante di altri studenti.
Sono qui con Debby, Harry, e Callie, mentre ognuno studia per le sue materie data l'imminente sessione, ma la mia mente vaga.
Debby è seduta accanto a me, il suo sorriso morbido mentre sfoglia il suo quaderno mi fa dimenticare per un attimo tutto il resto.
Intreccio le dita alle sue, e lei mi lancia uno sguardo complice, quel tipo di sguardo che solo lei riesce a darmi. Al collo porta ancora la collana che le ho regalato quella notte.
È un simbolo di equilibrio, le avevo detto. Lei aveva sorriso, dicendo che era più di quello: era una promessa. Non se l'è mai tolta.
Penso a quanto siamo cambiati da allora. Quei momenti rubati nella sua cameretta, dove parlavamo fino a che i miei impegni non interrompevano il tutto. Le passeggiate pomeridiane nei vicoli della città, il suono delle sue risate che si mescolava ai miei discorsi pieni di battute. E poi le sue visite al pub dove lavoro, quando si presenta all'improvviso solo per vedermi. La vita con Debby è come un mosaico di attimi perfetti.
Eppure, dietro questa felicità c'è sempre una nota stonata. Stacy.
Non gliene ho ancora parlato. Non perché non voglia, ma perché non so come farlo. Come le spiego che ho una figlia? Che sono padre, e che il mio mondo è un po' più complicato di quanto sembri?
Ogni volta che ci penso, sento un peso crescermi dentro. Ma oggi non è il giorno per pensarci. Oggi voglio solo godermi questo momento. Oggi come ogni giorno in realtà.
Harry, seduto di fronte a me, mi lancia una pallina di carta che atterra tra le pagine del mio libro.
«Ehi, sogni ad occhi aperti un'altra volta» sorrido, scacciando via i pensieri.
«Stavo solo facendo una pausa» rispondo, lanciandogli la pallina indietro.
Debby ride, poggiando il mento sulla mano e guardandomi con quei suoi occhi che sembrano sempre sapere cosa mi passa per la testa. Lei sa che ho qualcosa che mi pesa, ma non mi pressa. Questo è uno dei motivi per cui mi sto innamorando sempre di più di lei.«Ehi, sognatore!» la voce squillante di Louis irrompe come un tuono, facendoci voltare.
Lui, Liam e Niall si avvicinano con il loro solito stile caotico. Liam ha un braccio intorno a Lily, ma nessuno riesce a capire se la loro relazione sia ufficiale o solo un enigma perenne.
«Debby, hai un secondo?» chiede Louis, rivolgendosi direttamente alla mia ragazza. Lei chiude il quaderno e lo guarda curiosa.
«Dimmi tutto» lo invita a sedersi al suo fianco.
«Ho bisogno di te per fare la locandina della festa di fine semestre a casa di Liam. Sei un genio con queste cose, o almeno così mi hanno detto» dice con il suo solito tono teatrale.
«Nessun problema. Dammi qualche idea e ti preparo qualcosa di bello» Debby ride, lusingata.
«Sei fantastica!» esclama Louis, facendole un inchino di ringraziamento.
«Siete tutti invitati. Sarà epico, non vedo l'ora di rivedervi e divertirci» Liam sorride ampio.
Mentre Debby tira fuori il laptop per iniziare a lavorare, Callie si alza per salutarci.
«Devo andare, ragazzi. Benji mi aspetta. Ci vediamo!» rimango al tavolo con Harry e Debby, il gruppo ridotto finalmente al minimo.
«Callie sembra felice. - commenta Debby, digitando al computer - Credo che stare con Benji le faccia bene. Non l'ho mai vista così serena» annuisco distrattamente.
Il rapporto tra me e Benji non è mai stato facile, e Debby lo sa. È il classico fratello iperprotettivo che non riesce a vedere di buon occhio la relazione di sua sorella con me.
«Lo so, Zayn. Tra te e Benji ci sono state tensioni, ma dovresti essere contento per loro. Guarda come si sono calmati i conflitti da quando stanno insieme» Debby sembra leggermi nel pensiero. Non rispondo, ma le sue parole mi fanno riflettere.
«Parlando di feste, - Harry interviene con una smorfia - non so se vengo. Non ho voglia di fare da terzo incomodo. Sono l'unico senza ragazza, e non mi va di fare la comparsa nella serata di altri» alzo un sopracciglio, curioso.
«E Wanda? Credevo andasse tutto bene con lei.» chiedo lui, fino a ieri stava ancora attaccato al telefono a scrivere costantemente. Io e lui adesso ci vediamo solo all'università e a lavoro passando molto più tempo con Debby quindi non so cosa faccia in questo frangente.
«Abbiamo chiuso» Harry si blocca per un secondo, poi fa spallucce.
«Chiuso?» mi chiedo scettico cercando di scrutare qualche emozione in lui.
«Succede» risponde lui, ma il tono è troppo sbrigativo per sembrare sincero.
«Perché non portiamo Waliy alla festa? Sarebbe bello conoscerla meglio. L'ho vista solo in foto. Così Harry non sarà solo come dice» Debby, che ha ascoltato in silenzio, interrompe il nostro botta e risposta.
La mia mente si ferma mentre la guardo dritta negli occhi. Mia sorella, a una festa universitaria? L'idea non mi piace affatto. Lei è ancora giovane, e portarla in un ambiente del genere non mi sembra giusto.
«Non credo sia una buona idea» rispondo, il tono più brusco di quanto volessi.
Harry rimane stranamente in silenzio. Lo guardo di sfuggita, e il suo sguardo mi sfugge, e la cosa mi insospettisce. C'è qualcosa sotto, ma non riesco a capire cosa.
«Perché no? - insiste Debby – Harry la conosce non sarebbe neanche un'estranea. E poi, cosa potrebbe succedere?» sorride lei. Ma io mi sto infastidendo.
«Ha sedici anni, Debby. – ribatto - E sono cinque anni di differenza. Non è pronta per questo genere di serate» lei mi guarda con un misto di sorpresa e sfida.
«Forse dovresti darle più fiducia. Dopotutto, non è più una bambina, no?» Harry si schiarisce la gola, ma rimane zitto. Sta evitando il mio sguardo, e questo mi insospettisce ancora di più. C'è qualcosa che sanno che io non so?
«Ne parliamo un'altra volta» taglio corto, sperando di chiudere l'argomento. Consapevole che non sarà l'ultima volta che si parlerà di Waliy. Debby torna al suo computer, ma l'atmosfera è cambiata. Harry non dice nulla, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che non mi convince. Io rimango seduto, con una strana sensazione che mi si aggroviglia nello stomaco.
Ritorniamo sui nostri appunti e contiamo a studiare finché non è l'ora di andare via.
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Fatherhood
FanfictionNon è facile raccontare la storia di un ragazzo padre, non è facile esserlo... Zayn cercherà di conciliare il suo ruolo di padre con il suo essere un giovane ragazzo. Ma chi gli sta intorno saprà vederlo in entrambi i ruoli? Riuscirà a vedere oltre...