19. Amore al tramonto

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Prima di incominciare la lettura volevo dirvi che  Emily, nella storia, va al college. Ve l'ho detto perchè in precedenza, sempre nella storia, in un capitolo avevo scritto che lei avrebbe studiato a casa. Vi ho avvisato solo per prevenire ad eventuali commenti... Buona lettura.

3 mesi dopo...

La scuola era incominciata da un mese, e già non ce la facevo più.

Eravamo agli inizi di ottobre, e io ero al sesto mese di gravidanza. L'intero college stava abbellendo la scuola per la festa di Halloween. Tutto il mese di ottobre lo avrebbero trascorso tra travestimenti di tutti i tipi, fare scherzi ai prof e ai compagni... Le solite cose che si fanno a Halloween.

Ormai ero sulla bocca di tutti. Si chiedevano di chi ero incinta. Mi innervosiva un po', ma poi lasciai perdere, visto che poi non ne parlarono più.

"Ehi Jess!"

Dissi abbracciandola.

"Ciao bellissima! E ciao anche ai due piccoli."

Disse accarezzandomi la pancia.

Sentì dei calci.

"Stanno calciando!"

Disse Jess sorridendo.

"Sentono la presenza della zia."

Dissi, facendole l'occhiolino. Lei mi abbracciò.

"Manca una strega."

Disse lei, facendo riferimento a Lola. Noi tre ci eravamo travestite da streghe.

"Ciao ragazze!"

Disse lei correndo, rischiando di cadere.

"Eccoti!"
"Direi che possiamo andare a lezione."

Dissi, incamminandomi verso l'aula di lezione.

"Ehi! Aspetta."
"Tu dovresti essere più lenta di noi. Poi fai attenzione ai bambini."

Jessica era già protettiva nei miei confronti, da quando ero incinta lo era ancora di più.

Durante l'estate, la maggior parte alla sera, quando non avevo "impegni" con Tom, facevamo videochiamate con Lola (alcune volte Lola si addormentava in videochiamata).

Dopo aver raggiunto la classe, iniziammo la lezione di fisica.

All'improvviso mi venne da vomitare.

Resistetti un po'.

"Tesoro, tutto bene?"

Mi chiese Jessica.

"Si..."
"Non è vero. Vai in bagno."

Mi costrinse Lola.

Alzai la mano, chiesi al prof il permesso di andare al bagno. Lui acconsentì. Dopo essere uscita dalla classe, incominciai a correre. Raggiunto il bagno, vomitai.

Vedevo tutto sfocato, avevo le vertigini, a malapena riuscivo a camminare.
Presi il cellulare, che fortunatamente ce lo avevo nella tasca del costume, e mandai un messaggio a Lola e a Jessica. Dopo due minuti arrivò Lola.

"Tranquilla. Ci sono io ora."

Non me ne resi conto, ma stavo piangendo. Ogni volta che vomitavo, e avevo quelle sensazioni, piangevo.

Lola mi aiutò ad alzare, e insieme riandammo in classe.

Finita la lezione, andai da Tom. Fortunatamente era pomeriggio.

Vidi che stava sistemando la sua valigetta.

"Ciao amore."

Lui si girò e mi sorrise.

"Ehi piccola! Entra."

Ogni volta che mi chiamava piccola o nomignoli simili, mi scioglievo come un ghiacciolo sotto il sole.
Lui mi accolse nelle sue braccia, per poi stamparmi un bacio a stampo.

"Come state?"
"Durante la lezione di fisica sono dovuta andare in bagno, e ho vomitato."
"Ah... Piccoli! Fate stare bene la mamma!"

Disse, per poi dare un bacio sul pancione.

"Vuoi andare a casa?"
"Si. Preferisco di sì. Se non hai riunioni..."
"No, non ne ho. E anche se ne avessi avute, le avrei saltate."
"Non devi."
"Si tratta della mia famiglia! Poi sono inutili quelle riunioni."

Alzai gli occhi al cielo divertita. Mi chiedo sempre perché ha scelto di fare l'insegnante, ma se non lo fosse stato, non lo avrei mai incontrato.

Uscimmo dal college, ci sedemmo in macchina e andammo a casa.

"Tutto bene?"

Chiese Tom, accarezzandomi la coscia.

"Si. Tutto ok."
"Non devi vomitare?"
"No."
"Va bene. Ma dimmelo, così ci fermiamo-"
"Tom. Sto bene. Non ti preoccupare. Poi siamo a cinque minuti da casa. Continua a guidare."
"Ok. Mi preoccupo."

Disse cambiando marcia.
Sorrisi.

"Lo so. E questo mi fa piacere, ma ti preoccupi un po' troppo. E comunque, sarai un padre fantastico."

Lui mi sorrise.

"Sarai la madre e la moglie migliore del mondo."
"Anche tu sarai il padre e il marito migliore del mondo. Ti amo."
"Anche io."

Lui parcheggiò la macchina. Salimmo in casa, e mi stesi sul divano.

"Avete fame?"
"Un po'."
"Preparo delle crepe."
"Siiiiii! Ci metti la Nutella?"
"Certo."

Dopo aver mangiato io e Tom andammo a fare una passeggiata in spiaggia. Lui portò dei teli e... Coperte?

"Perché hai portato le coperte?"
"Dormiremo qui."
"Ma..."
"Non piove. Fa ancora caldo e ho avuto il permesso del capo bagnino, quindi..."

Si tolse la maglietta e andò in acqua.

Io ero rimasta a bocca aperta.

"Lo so che sono bello, ma vieni a farti un bagno, anzi venite."

Sorrisi.

"Ma... I costumi?"
"A che servono se abbiamo l'intimo?"

Sospirai, per poi svestirmi, rimanendo in intimo e raggiungere Tom in acqua.

Ci buttammo l'acqua addosso, e ci facemmo le coccole.

Ci sdraiammo sopra i teli, e ci asciugammo un po'.

Lui incominciò a baciarmi il collo. Sapevo dove voleva arrivare.

"Tom..."
"Lasciati andare... È da tanto che non lo facciamo..."

Alla fine, mi lasciai andare. Lui mi tolse il reggiseno, ancora bagnato dall'acqua del mare.
Strinsi i suoi capelli in un pugno. Lui mi abbassò le mutandine, e con due dita entrò in me. Gemetti, tanto che lui aumentò la velocità, per farmi gemere ancora di più.
Si leccò le dita, e questo mi fece eccitare ancora di più.
Poi entrò in me, e dopo delle spinte veloci, orgasmammo.

"Ti amo."
"Anche io."

Risposi.

Ci rivestimmo, andammo a casa, e ci mettemmo a dormire.

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Scusate, scusate, scusate. La scuola mi sta riempiendo e sta occupando gran parte del mio tempo. Scusate anche per il capitolo un po' più corto del solito. Comunque, come va? La scuola? Io domani ho verifica di scienze e interrogazione di latino 😱

Alla prossima ❤

In love with my English's teacher ~Tom Felton~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora