20. Fine

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Ormai Natale si stava avvicinando, e anche il mio parto era più che vicino. I miei figli sarebbero nati, e avrei potuto tenerli in braccio e abbracciarli.

"Ehi amore."

Disse Tom, rientrando a casa. Mi raggiunse e mi diede un bacio.

"Com'è andata la riunione?"

Gli chiesi.

"Come al solito. Abbiamo parlato dei soliti studenti che hanno insufficienze gravi.". Rispose, togliendosi la cravatta e sbottonandosi i primi bottoni della camicia, facendo intravedere il suo petto.

Ero troppo in preda agli ormoni.
Un dolore allucinante mi colpì la pancia, e sentì le mie gambe bagnate.

"Tom..."
"Emily tutto a posto?"
"Mi si sono rotte le acque."
"Ok. Niente panico. Vado a prendere la borsa."

Bene, lui era andato nel pallone. Chiamai Lola e Jessica, che ci raggiunsero in un battibaleno.

"Ok prendo la borsa e guido io, Jess aiuta Tom a mettere Emily in macchina."

Dopodiché ci dirigemmo verso l'ospedale. Le contrazioni si facevano sentire.

"Amore resisti."
"Mancava un mese... E se non nascessero sani? Non posso perdonarmelo una cosa del genere..."
"Ehi, calmati. Loro staranno bene.". Disse per calmarmi, e molto probabilmente lo disse anche per tranquillizzare se stesso.

Raggiunto l'ospedale, ci facemmo accompagnare da un'infermiera in una stanza. Fortunatamente la mia ginecologa c'era.

"Agitata Emily?"

Chiese, controllando il battito dei bambini.

"Un po'..."
"Tranquilla, loro stanno bene. Respirano bene e sembrano sani. Adesso chiedo alle tue amiche di uscire, dopodiché possiamo procedere."

Jessica e Lola uscirono. Tom si mise di fianco a me, tenendomi la mano.

"Io sono qui, andrà tutto bene.". Mi sussurrò lui.
"Emily comincia a spingere."
"Fa male."

Piagnucolai.

"Lo so che fa male. Capisco perfettamente, ma se non spingi, complichi la vita dei tuoi bambini."
"Ce la puoi fare.". Mi sussurrò Tom.

Spinsi e sentì il pianto del bambino.

"Emily, abbi pazienza, manca sola la femminuccia da far uscire."

Spinsi, e sentì il pianto della bambina.

"Eccoli qua."

Erano piccolissimi, ma... Erano i miei figli. Tom li prese in braccio piangendo.

"Sono bellissimi."

Me li passò, e come aveva detto, erano bellissimi.

"Congratulazioni neomamma."
"Congratulazioni anche a te neopapà."

Ci baciammo.

Entrarono Lola e Jessica, nel frattempo Tom avvisò i suoi genitori, e i miei fratelli.

"O mio Dio. Sono piccoli."
"Che manine."

Dissero loro, in preda alla dolcezza.

I genitori di Tom, visto che erano qua in America, ci raggiunsero in ospedale.

"Ciao Emily. Come stai?"

Mi chiese la madre di Tom, accarezzandomi il viso.

"Ora meglio. I bambini sono lì."

Lei li guardò, e aveva gli occhi lucidi.

"I miei nipoti."

Disse prendendoli in braccio.

"Congratulazioni Tom, e brava Emily."

Disse il padre.

"Finalmente sono nonna!"

Sorrisi. Anche i miei genitori sarebbero stati felici. Senza accorgermene, le lacrime scesero lungo il mio viso.

"Tutto a posto?"

Mi chiese Tom.

"Si. Tranquillo."

Dissi, asciugandomi le lacrime.

"Non mi sembra piccola. Che succede?"
"Mi mancano i miei genitori, tutto qui."

Lui mi abbracciò.

"Loro sono qui con noi ora. Ne sono sicuro, e anche loro sono felici per noi. Sono fieri di te."

Dopo che tutti se ne andarono, misero i bambini nel "nido", insieme a tutti gli altri neonati.

Io e Tom eravamo a guardarli, dal vetro che ci divideva.

"Non vedo l'ora che tu diventi mia moglie."
"Signora Felton... Emily Felton. Suona bene."
"È perfetto."

2 anni dopo...

"Può baciare la sposa."

Tom mi tolse il velo e mi baciò.

Ebbene sì. Finalmente ero sua moglie. La moglie di Tom Felton.

"Mi concede il nostro primo ballo da sposi, milady?"

Mi chiese Tom.

"Ovviamente."

La canzone di sottofondo partì, e noi incominciammo a "ballare" il nostro lento.

"Le Little Mix... Me l'aspettavo da te."
"Non insultare la mia band. E poi Secret Love Song ci descrive perfettamente."
"Ha ragione signora Felton."

Ridacchiammo e continuammo a ballare, finché la canzone non finì. Da una canzone lenta e dolce, passammo ad una canzone scatenata e tutt'altro che dolce.

"Mammaaaa"

Mi richiamò mio figlio Alex. Mi abbassai alla sua altezza.

"Dimmi piccolo."
"Vuoi ballare con me?"

Chiese prendendomi la mano.

"Certo..."

Lo presi in braccio e ci dirigemmo in pista. Vidi Sharon in braccio a Tom che ballavano, esattamente come me e Alex.

"Andiamo dal papà e da Sharon."

Lui annuì.

"Ciao papiii"
"Ciao campione."

I bambini scesero e andarono da Jessica e Lola.

"Stasera dobbiamo inaugurare la nuova casa."
"Tom... Il solito pervertito."
"Ti amo."
"Anche io."

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La storia finisce qui ragazzi. Spero che vi sia piaciuta la storia e vi ringrazio per tutto.

Alla prossima ❤

Shelovesliam

In love with my English's teacher ~Tom Felton~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora