Capitolo 4: something appened

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angolo scrittrice:

"qualcosa era successo" eh già, qualcosa turbava la mente e il cuore di Skye. come è successo per il primo libro, ci sono momenti in cui pubblico più di un capitolo, e questa è una di quelle volte, quindi godetevi questo che ne arriva subito un altro, commentate e buona lettura.


la lezione di Ward fu molto lenta, non prestai molta attenzione, avevo troppi pensieri per la testa: uno stava dormendo, aveva i capelli ramati, 20 anni e tanti segreti che non voleva dirmi. Stavo ragionando tra me e me quando Harry mi chiese: "cosa c'è?"

"come?"

"stai bene, mi sembri strana"

"sono appena uscita dal coma, mi sembra normale" dissi cercando di giustificarmi

"no Skye, non in quel senso, e poi è 2 settimane che stai bene" disse ridendo

"prova te ad andare in coma!" gli risposi sarcastica

"scusa, non volevo dire questo, intendevo che non stai bene, cosa c'è che non va? Lo sai che di me ti puoi fidare"

"sai quante volte e quante persone mi hanno detto queste parole, "ti puoi fidare" ...sono delle parole forti che non sempre si riescono a mantenere..."

"ma c'è chi le dice per davvero, chi le pensa, e io sono uno di quelli, non ti farei mai soffrire, dimmi cos'hai, per favore, fidati almeno di me"

"non ho niente...sto bene..."

"lo sai che non è vero"

"e invece è vero, devo solo riabituarmi di nuovo a tutto, sono ancora confusa" dissi secca

"no, non lo sei. Però va bene, sono sicuro che quando vorrai spiegarmi come mai sei così triste, me lo dirai, e io sarò qui ad ascoltarti, ma se vuoi parlarmi di qualcuno che si trova alla mia destra, allora dovresti sbrigarti" mi disse ridendo. Come aveva fatto a capire? Mi girai immediatamente dall'altra parte e feci finta di ascoltare la lezione di Ward. Cercai di evitare Leonard per tutto il giorno e fortunatamente non lo incrociai. Restai per la maggior parte del tempo in biblioteca con Harry a cercare di decifrare il diario e ritrovai all'interno molti appunti scritti da Leonard che era stato tanto carino da non chiedermi il permesso e prenderli come se fossero suoi! Ryhana è il Mio nome! Era stato utile però, aveva tradotto le prime 12 pagine e avevamo scoperto varie leggende, nessuna che riguardasse io nostro "legame", che però sinceramente sentivo sempre di più rompersi.

Il giorno dopo mi svegliai alle 6:00, come da mia abitudine, andai in cucina e iniziai a preparare il tè per me e Rain. Si aprii la porta della camera e Leonard aprii il frigorifero: decisi di non badare a lui, decisi di non augurargli il buon giorno finché non mi avesse chiesto scusa. Si sedette al tavolo e mi disse: "buon giorno"

"buon giorno" ...non riesco a non parlargli...perché?

"dormito bene?"

"sì" benissimo, sai sei stato nei miei incubi tutta la notte

"come ti senti?"

"bene" davvero? Hai veramente avuto il coraggio di chiedermi come sto?

"cos'hai?"

"niente, sto bene" sul serio? Io sono scioccata

"ascolta...credo che dobbiamo parlare"

"lo credo anche io" gli dissi sempre non girandomi

"puoi sederti? Non mi piace parlarti mentre sei di spalle" mi sedetti difronte a lui

"Cosa vuoi dirmi?" gli chiesi fredda

"ho fatto delle ricerche sul tuo diario"

"sì, me ne sono accorta"

"non ho scoperto niente di quello che ci interessava, ma ti ricordi il lago che stavi disegnando? Mi sembra di aver letto una leggenda, potrebbe esserti utile"

"sì, me la ricordo" non è vero, non l'ho mai letta, anzi non mi sembrava che ci fossero gli appunti su un lago

"bene, magari oggi pomeriggio potremmo andare in biblioteca"

"vedremo, l'acqua bolle" come ti è saltato in mente di non chiedermi scusa? Vuoi morire? Vuoi che ti riduca in cenere? A me farebbe tanto, tanto piacere, ma credo che si chiami "omicidio".

Finita colazione si alzò e se ne andò come se nulla fosse. Ero confusa, stanca e distrutta. Non capivo, continuavo a sperare invano. Mi arrabbiavo per niente, e soprattutto per nessuno. C'era qualcosa in lui che mi distraeva, mi aveva fatto finire in confusione totale e non sapevo come tirarmene fuori.


la figlia dell'umanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora