Capitolo 30: still smiling

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angolo scrittrice:

siamo già arrivati al trentesimo capitolo! questo l'ho chiamato "stando ancora ridendo" (?). non ha molto senso come traduzione, ma avete capito il senso, no? certe volte i titoli in inglese sono una cosa a sé nel senso che non si possono tradurre. comunque, per me è un capitolo molto dolce questo e mi è piaciuto molto scriverlo, quindi spero che piaccia anche a voi! ora vi lascio al libro, commentate e buona lettura.



finito il film ci demmo la buona notte, ma io decisi di restare in cucina: non avevo mangiato tanto a cena, così mi feci un buon caffelatte con dei biscotti. Avevo iniziato ad indossare il mio pigiama invernale che consisteva in una tuta blu, semplici fantasmini bianchi e una felpa lunga e pesante sempre bianca: era molto comodo. Misi il latte nel padellino e accesi la macchinetta del caffè quando alle mie spalle sentii dire: "fanne due"

"mi hai spaventata" gli risposi aggrottando la fronte

"scusa" mi disse sbadigliando "non dormi?" mi chiese sedendosi al tavolo

"ho fame" gli passai la sua tazza e gli versai il latte, gli porsi poi caffè e cucchiaino

"piaciuto il film?"

"era già la seconda volta che lo vedevo, non è male, ma preferisco gli horror se devo essere sincera" gli risposi sedendomi difronte a lui

"sicura?" mi chiese alzando il sopracciglio

"vorrei farti ricordare che sei tu quello che mi ha lanciato i popcorn addosso quando ne abbiamo visto uno" gli dissi guardandolo anche io con uno sguardo di sfida

"io? No, impossibile" mi disse cominciando a ridere. Parlammo di film per un po', ridendo su ogni sbaglio o azione recitata male dagli attori o sui difetti. Aveva degli ottimi gusti

"posso chiederti una cosa?" gli chiesi alzandomi e mettendo le nostre tazze nel lavandino

"spara" mi risiedetti difronte a lui

"come mai non ti piace che io vada nella stanza delle ombre?"

"perché non tutte sono buone" mi rispose tranquillo

"cosa sono queste "anime"?"

"sono semplicemente lo spettro di chi vuoi conoscere"

"quindi se io decido di chiamare mia mamma lei mi appare?" gli chiesi entusiasta

"no, mi dispiace. Ci sono due categorie: le "anime bianche", dette "Freeyant", che sono lo spettro delle persone Vive che vuoi conoscere, e le "anime oscure", dette "Trapyant", che sono quelle dei morti. Se ci fai caso nella parola Freeyant riconosci "free", che vuole dire libero, mentre nella parola Trapyant "trap" cioè imprigionare"

"e che differenza c'è?"

"beh, quelle vive le invochi tu, mentre quelle morte ti scelgono. Decidono loro se apparirti o no"

"ah" risposi triste. Avevo cercato di invocare mia mamma, pensando ripetutamente a lei, ma forse non mi sentiva oppure semplicemente non voleva conoscermi...

"tutto bene?" mi chiese vedendo che ero delusa

"sì, grazie per avermi spiegato. Anche se non capisco perché non ti piace che io parli con la mia spiritella"

"perché non volevo che ti illudessi, magari potevi pensare che fosse tua madre, ma come ti ho spiegato non è possibile"

"sì, beh in effetti avevi pensato bene"

"mi dispiace" mi rispose imbarazzato diventando tutto rosso

"tranquillo" gli risposi ridendo

"cosa avevi oggi?" mi chiese interrompendo la mia risata

"o-oggi? Niente perché?"

"perché mi sembravi molto agitata, è successo qualcosa?"

"solo la tradizione di Charles" non mi rispose ma si irrigidì

"quindi ho un rivale?" mi chiese poi ironico

"no" gli risposi diretta. Mi accorsi dopo quando mi guardò soddisfatto dalla mia risposta che gli avevo appena fatto capire che nessuno era come lui per me

"cioè, non hai un rivale perché...perché non...Leonard ti detesto!" gli risposi cercando di rimediare invano e alzandomi per andare a lavare le tazze. Scoppiò a ridere per poi alzarsi e venire verso di me, chiuse l'acqua e mi prese il viso tra le mani: indossava una maglietta a maniche corte e non potei fare a meno di buttare un occhio sulle sue braccia muscolose, si abbassò per poi lasciarmi un bacio dolce e delicato sulle labbra e sorridermi:

"buona notte nanetta"

"buona notte gigante!" gli risposi sarcastica. Mi baciò di nuovo, andò in camera e finendo di lavare le tazze mi accorsi di stare ancora sorridendo.


la figlia dell'umanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora