Capitolo 13

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<<Oddio, stai bene. Non ti lascerò mai più, te lo prometto. Oh amore mio come mi sei mancata.>> disse stringedomi a sè. <<Avevo così paura di averti persa.>> continuò biascicando.

Sciolsi quell'abbraccio che avevo tanto agognato e le sorrisi tra le lacrime, poi avvicinai le mie mani tremanti al suo volto  e con i polpastrelli le asciugai le guance. A quel punto tirò su col naso e sorrise anche lei. 

<<PAPA'!>> urlai correndo ad abbracciarlo e scoppiando nuovamente in pianto. <<Piccola mia>> disse lui stringendomi a sè e iniziando, per la prima volta in mia presenza, a piangere. 

Mi toccò raccontare quella storia più e più volte ai miei genitori, che mi guardavano con sguardo tormentato, nel quale potevo leggere amore e sollievo, ma anche sgomento, preoccupazione e profondo dispiacere. 

Inutile sottolineare l'impulsivo e devastante attacco d'ira che ebbe mio padre all'interno di quell'ufficio. Inizialmente strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche, poi digrignò visibilmente i denti contraendo la mascella. Conoscendo perfettamente mio padre, io e mia madre ci alzammo simultaneamente dalle nostre sedie per dirigerci verso di lui. Ma non volle sentire ragioni, iniziò a urlare e a prendere a pugni il muro, fino a far sanguinare le mani,  scoppiando poi in un pianto isterico, incapace di accettare il fatto che sua figlia, la sua bambina, fosse stata violata e trattata in quel modo. 


Spazio me

Capitolo corto corto, scusate ma mi serviva a creare l'effetto che desideravo. Oggi faccio una carrellata di aggiornamenti così mi metto in testa che non è che se ho 4 capitoli in bozza mi fermo e inizio a scrivere nuove parti. Non fate i lettori fantasma ew. Ciao ciao

No way to escape. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora