Pioggia

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JEAN'S POV
Sono ben due giorni che non parlo con Armin. Come previsto, a scuola sono improvvisamente diventato l' asociale di turno. Sapevo che avrei dovuto fare conoscenza con altre persone, oltre che ad Armin... Bah, chi se ne frega. L' unica cosa di cui potrei seriamente preoccuparmi è la mia reputazione a scuola, ma non la trovo una cosa così importante ora. Non voglio ammetterlo, ma da qualche tempo inizio a sentire la mancanza di Armin, o almeno, sono certo che mi manchi qualcosa. Potrebbe trattarsi di Armin come potrebbe trattarsi di chiunque altro... giusto?

La giornata finisce, e io mi preparo per tornare a casa. Purtroppo la fortuna non é dalla mia parte oggi, e quando sono ad un passo dall' uscire da scuola, sento altri miei compagni di classe iniziare a lamentarsi.

-Guardate, piove!- sento gridare da Sasha. -Beh, è una pioggiarellina! Su, non facciamoci abbattere e usciamo comunque!- dice Connie con tono impavido. Impavido é per dire, perché alle mie orecchie suona solo fastidioso. Un tuono ci prende alla sprovvista, e si sente un leggero boato. Mi volto, e vedo una buona parte dei miei compagni prendere un ombrello dalla cartella.

MA COME HANNO FATTO A PREVEDERLO?! IO NON HO PORTATO NIENTE! DANNAZIONE! Ok... non infuriamoci... Basterà chiedere a qualcun altro di accompagnarmi! Vado da Ymir, che ha un ombrello nero e gigantesco, là sotto potrebbero starci cinque persone. -Ehi, Ymir! Mi puoi portare fino a casa? Io non ho con me l'ombrello...- dico. Ymir mi scruta con lo stesso sguardo che può avere una persona mentre osserva della spazzatura.

-Oh, mi spiace cavallo, peró ho già detto a qualcuno che lo avrei portato a casa... Eh eh!- dice. Provo a controbattere, ma lei si allontana dandomi le spalle e facendomi "Ciao" con la mano. A quel punto va da Christa, e le porge il proprio ombrello.

Aspetta... m-ma Christa ha un ombrello... Lo vedo distintamente! Ymir, razza di stronza! Avrei voglia di ficcarti quell' ombrello dove- (autrice: *fa sentire il suono del bip*)

Merda... Ymir e Christa se ne sono andate, e io sono rimasto solo. Certo, "Solo" é una parola grossa. Ci sono ancora Eren ed Armin, che fissano il cielo aspettando che la pioggia cessi. Proprio con loro due dovevo ritrovarmi? Passano i minuti... la pioggia sembra solo aumentare. Ad un certo punto una macchina si ferma davanti a noi, ed Eren si affretta a raggiungerla. Entra in macchina, e sembra salutare con grande entusiamo il guidatore... chissà chi é. Io e Armin restiamo così soli, con una pioggia strisciante che arriva da fuori. Passano altri minuti, e sento il suono di alcuni passi venire verso di noi. Mi volto, e vedo che si tratta della professoressa di scienze, Hanji. Le do immediatamente le spalle, e faccio finta di fare tutt' altro. Perché?
Beh... supponiamo che le abbia fatto uno scherzo... incollandole una puntina da dosegno sulla sedia... oggi... all' ultima ora... Penso si sia capito.
-Oh, ma guarda! Ciao Armin, che ci fai qua? La scuola è finita da un pezzo!- dice. Armin sospira e le risponde con tono malinconico:-Beh... non ho con me l' ombrello, e sono intrappolato qua...-. La professoressa scoppia a ridere, e si dà un pugno sul petto senza smettere di ridere. -Tranquillo, mio amato studente! Ti presto il mio ombrello!- dice. -M-Ma lei come farà? Piove a dirotto, e lei viene sempre a scuola in bici, giusto?- dice Armin. La professoressa ride di gusto, e poi risponde:-Tranquillo! Tornerò a casa con il professor Smith, mi deve un favore! ...credo... Bah, non importa! Non mi dirà di no, mi vuole troppo bene per farmi tornare a casa bagnata come un pulcino!- conclude, per poi passare ad Armin il proprio ombrello. Fatto questo, si allontana, e posso scommettere quello che volete che mi ha tirato un' occhiataccia inquietante...

Bene, adesso anche Armin ha l' ombrello... Non potrebbe andare peggio. Restare soli ad aspettare che la pioggia finisca... e sono pure bloccato a scuola! Non credo che tornerò a casa tanto presto... Aspetta... ma che fa Armin?

ARMIN'S POV
Mi avvicino a Jean e apro l' ombrello sopra di lui. Fatto questo, gli chiedo:-Jean, vuoi che ti porti a casa? Tanto l'ombrello é abbastanza grande per entrambi...-. Jean mi guarda stranito, ma non rifiuta e prende l' ombrello, offrendosi per reggerlo.

Usciamo da scuola, e iniziamo a camminare verso la casa di Jean. Non é troppo lontana, farò in fretta a tornare a casa. Durante il tragitto, Jean sta in silenzio e non mi guarda, talvolta aumenta anche il passo. D' improvviso, un lampo ci prende di sorpresa, e io non posso fare altro che gridare dalla paura. Sono sempre stato un po' pauroso... Jean si volta verso di me e mi guarda storto. A quel punto torna sotto l' ombrello insieme a me, e mi tiene vicino a lui. Siamo così vicini che se mi concentro, riesco a sentire il suo cuore battere. Spero di non essere arrossito... M-Mi fa sempre questl strano effetto Jean...

-Armin, siamo arrivati.- dice, mentre si ferma davanti ad una porta. Io lo guardo e faccio un leggero sorriso. -Ah... Beh, allora a domani...!- dico.
-Non ti va di entrare? Magari puoi mangiare qualcosa qui.- mi chiede. -Oh... In effetti, i miei genitori non sono mai a casa a quest' ora, per questo mi preparo da mangiare da solo ogni volta. Sì, credo di potermi fermare.- dico.
Detto questo, Jean mi fa entrare in casa con lui, e mi fa sedere ad un tavolo. Casa sua è davvero molto modesta, non ci avevo mai fatto caso. Jean si alza e va in cucina, lasciandomi solo in soggiorno. C'è un piccolo tavolo qua, così mi siedo e mi guardo in giro. Ora che guardo meglio, la casa sembra davvero vecchia... E ci sono parecchie foto sugli scaffali. Mi alzo e vado a vedere più da vicino.  Molte di queste ritraggono Jean e sua madre... Jean da piccolo era davvero buffo! Peró è strano, non vedo foto che lo ritraggano con...

-Ehi Armin, vieni qua.- lo sento chiamarmi.

JEAN'S POV
-Ti ho preparato un' omelette, va bene?- chiedo. Armin si rimette seduto e annuisce. Mi avvicino a lui e gli lascio l' omelette davanti. Inizia a mangiare tranquillamente, il pranzo non sembra dispiacergli.
-Senti, Jean...- inizia a parlare mentre mangia. -Mi dispiace per quello che ti ho detto, e mi dispiace per quello che ti ha fatto Eren... Non volevo andasse a finire così...- dice chinando leggermente la testa. Sospiro e prendo una parte dell' omelette senza troppi problemi. -Non importa... Anche io ho la mia parte di colpa, mi sono espresso male.- dico, mangiando un boccone. Armin rialza lo sguardo e sorride. Sembra piuttosto sollevato. Cala il silenzio, e io ed Armin non facciano niente oltre a stare zitti a fissarci. Sono più che certo che entrambi stiamo ancora pensando a quello accaduto quel giorno... di recente, sono riuscito a ricordarmi qualcosa di quella famosa serata... e non mi era sembrato tanto male...

ARMIN'S POV
Stare qui con Jean mi fa davvero strano... Non so perché, ma sento che il cuore batte all' impazzata, e il mio respiro si fa più pesante... Io sento anche un brivido lungo la schiena... Ho una sensazione davvero strana, ma allo stesso tempo piacevole...

JEAN'S POV
-Senti Armin.- dico. Armin mi guarda e noto che ha le gote leggermente arrossate. Voglio essere sincero e proporgli ciò che ho in mente. Non vedo cosa ci sia di male, in fondo. -Mi sono ricordato tutto quello che é successo quella notte... E, in tutta sincerità, non l' ho trovata una cosa tanto male.- dico. Armin sembra imbarazzato... chissà perché...

-Il succo di questo discorso é questo. Io... vorrei tanto rifarlo... nient' altro.- dico.
-E-Eh? Jean, n-non capisco...- dice Armin.
-Voglio rifare quello che abbiamo fatto al pub... Per te ci sarebbe qualche problema?-

EEEEEEEEE STOP! LO SO CHE É DA UNA VITA CHE ASPETTAVATE UN CAPITOLO, MA NEGLI ULTIMI GIORNI MI HANNO FATTO VERIFICHE DI OGNI TIPO. PER FAVORE NON UCCIDETEMI.

Fin troppo diversi [Jean×Armin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora