02. Home this Christmas.

243 35 16
                                    

-Freedom, mi passi la palla rossa con i brillantini che formano un albero di Natale?- mi chiese gentilmente Pattie per poi tendermi la mano.

-Questa?- le poggiai sulla mano ciò che mi aveva chiesto. 

-Sì, grazie-

Sorrisi, era bello fare l'albero di Natale con i nonni, Pattie e Justin. Be', la cosa più divertente era di sicuro Diane che spostava tutto ciò che Justin poggiava sull'albero e la reazione di Justin che puntualmente sorrideva e annuiva, poi Diane si girava e lui o sbuffava o alzava gli occhi al cielo. Era buffo e non dimostrava l'età che aveva. Gli avrei dato al massimo un ventidue, ventitré anni.. ma mai ventisette. Mi sembrava così simpatico, così divertente. Aveva un non so che di diverso dagli altri, adoravo il modo in cui sorrideva e amavo il modo in cui riusciva a far sorridere me. E credetemi, riusciva a farmi sorridere davvero con poco.

-È perfetto- sussurrai allontanandomi dall'albero in modo tale da avere una visuale ancora più completa.

Avete presente quegli alberi di Natale che si vedono nei film, con tante palle rosse o dorate e tanti pendoli, adornati con luci che donano un'atmosfera ancora più natalizia, più magica?

Ecco, quello era uno di quegli alberi di Natale. Lo guardai con occhi sognanti, ero rimasta colpita dalla bellezza di un semplice albero con qualche luce, non pensavo potesse trasmettere un'aria così festiva. Justin, seguito da Pattie e i nonni, si misero al mio fianco. Eravamo tutti intenti a contemplare ciò che avevamo creato.

-Ci mancano solo i regali per rendere l'opera davvero completa- mormorò Bruce. 

-Chissà perché, ma questa cosa mi piace particolarmente- sorrise Justin, risi in risposta. 

-Chissà perché, me lo aspettavo- dissi. 

-Ah sì? Sei una veggente per caso, o una cartomante? Sai, avrei bisogno di una predizione- 

-Dimmi, cosa vorresti sapere.- cercai di imitare un accento russo e no, non so il perché.

-Se questa cartomante è disposta ad accompagnarmi domani in centro, devo fare un paio di compere- arrossii per l'ennesima volta quel giorno e morsi il mio labbro inferiore, Bruce invece? Come al solito diede uno scappellotto dietro la testa a Justin, che immediatamente si abbassò schivando così lo schiaffo -Ormai già so come va a finire-

Risi di gusto volgendo un altro sguardo all'albero di Natale che illuminava la stanza. Improvvisamente, sentii vibrarmi la tasca posteriore del jeans. Sfilai velocemente il cellulare dalla tasca e i miei occhi si scontrarono immediatamente con l'ora sullo sfondo, le sette e mezza di sera passate. Imprecai mentalmente e battei la mano destra sulla mia fronte, così forte che sicuramente ne sarebbe rimasto il segno. Sospirai rumorosamente e aprii il messaggio che, come avevo immaginato, mi aveva mandato la mamma.

Da: Mamma. 

'Dove sei? Freedom la cena è quasi pronta, si sta facendo tardi e fuori è scuro. Torna a casa.' 

-Che succede, bocciolo?- mi chiese Bruce.

-Non ho avvertito mamma, si starà preoccupando- dissi velocemente afferrando di fretta il cappotto per poi indossarlo -Grazie per la splendida giornata, ma purtroppo devo andare sul serio.-

-Hey, hey aspetta!- Justin bloccò il mio braccio per impedirmi di uscire dal salotto -Fuori è troppo buio e posso.. be', posso accompagnarti io, se vuoi- mi sorrise, lo guardai ancora negli occhi. 

-Lo faresti?-

-Certo. Prendo le chiavi e il cappotto e arrivo.- 

Mi lasciò piano il braccio prima di indirizzarmi un altro sorriso sincero. Le mie gote si colorarono nuovamente di rosso e, imbarazzata, abbassai lo sguardo verso il pavimento. Era strano ricevere tutte quelle attenzioni. Strano, ma allo stesso tempo gratificante. Era come se finalmente qualcuno si fosse interessato a me, come se finalmente qualcuno avesse acceso una luce in me, una speranza.

We Can Fly To Never Neverland [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora