La luce proveniente dalla finestra disturbò il mio sonno costringendomi ad aprire gli occhi. Sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla luce per poi stiracchiarmi e prendere il cellulare: erano le otto e dieci del mattino.
Borbottando qualcosa di incomprensibile tra me e me, alzai la schiena dal letto e continuai a stiracchiarmi, ero ancora tutta indolenzita dopo la lunga, lunghissima dormita di ben undici ore.. più o meno. La sera precedente Justin mi aveva accompagnata a casa dopo cena, verso le nove e mezza circa e mamma non era ancora tornata da lavoro. Certe volte odiavo il suo lavoro. La teneva lontana da me per tanto, troppo tempo. Spesso restavo a casa da sola, quando tornavo da scuola non c'era mai.. Certo, il mondo del lavoro non è uno scherzo, ma nemmeno i figli sono uno scherzo. Già non c'era papà con me, stare anche senza la mamma rendeva le mie giornate così lunghe, noiose, spente.
Dopo essermi stiracchiata ancora una volta, indossai le mie pantofole imbottite all'interno e mi affacciai al balcone: tutto era ancora completamente bianco. Sorrisi tra me e me e, con una velocità anormale, presi una maglia a mezze maniche verde con dei disegni natalizi, un leggins color sabbia, una giacca di lana lunga dello stesso colore e i miei Ugg sempre color sabbia. Corsi in bagno e mi lavai, mi vestii e mi truccai leggermente come ogni giorno. Be', come ogni giorno, stavo cominciando a truccarmi giusto da qualche giorno, cioè da quando avevo conosciuto Justin, ma questi sono solo dettagli.. o sbaglio?
Una volta essermi preparata, presi il cellulare, indossai il cappotto e uscii direttamente di casa, tanto mamma era già andata via siccome aveva il turno da otto ore.
-I'll be waiting under the mistletoe, while you're travelling here trough the winter snow- canticchiavo alternando i miei passi, muovevo la testa a tempo -Baby think of me, if it helps to get you warm- sussurrai, sentendo gli occhi dei passanti addosso -When the only gift that I really need, is to have your arms right around me- chiusi gli occhi, liberando per un attimo la mia mente e immaginando le braccia di Justin cingermi i fianchi -Baby think of me, if it helps to get you home..- sorrisi - Home this Christmas-
Sussurrai ancora riaprendo gli occhi, ero appena arrivata fuori casa Dale. Sentivo già il cuore battere forte, avevo una voglia pazzesca di vedere Justin e di sentire le sue braccia stringere il mio corpo. Amavo quella sensazione di protezione, era così bello sprofondare nel suo petto e sentirmi al caldo, al sicuro, a casa. Era strano il modo in cui mi sentivo quand'ero in sua compagnia, ma non uno strano in senso negativo, uno strano in senso positivo. Era un qualcosa che non riuscivo a spiegare, un po' come una magia. In un certo senso, era come se mi avesse stregata con la sua bellezza e i suoi modi di fare e di comportarsi nei miei confronti. Poi adoravo quando mi chiamava 'principessa'. Nessuno lo aveva mai fatto, mi faceva sentire.. speciale.
Una volta saliti i primi due scalini, bussai al campanello e attesi sull'uscio fin quando la porta si aprì e rivelò una Pattie già perfettamente pronta.
-Buongiorno, Free- sorrise -Entra pure, papà è già in cantina per capire quali scatoloni dobbiamo salire, io e mamma invece stavamo preparando la colazione. Tu non hai mangiato, vero?- non mi diede nemmeno il tempo di risponderle che continuò -Justin invece dorme ancora, dopo che ti ha accompagnata a casa è stato tutta la sera a suonare con la chitarra, fino all'una di notte passata!- strabuzzai gli occhi.
-Fino all'una? Wow, voleva riscrivere una melodia di Mozart- ridacchiai tra me e me entrando in cucina. Pattie sorrise.
-Gli capita spesso di suonare la chitarra la sera, è un modo che usa per liberare la mente e certe volte scrive canzoni così belle che stupiscono anche me-
-Come a Natale dell'anno scorso, ha suonato la versione acustica di un paio di canzoni di Michael Bublé e di Mariah Carey e ne sono rimasta esterrefatta- continuò, subito dopo Pattie, Diane. L'abbracciai.
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We Can Fly To Never Neverland [COMPLETA]
FanfictionCos'è un Natale senza le persone che ami? Freedom lo sapeva, Freedom l'aveva sempre saputo. Genitori separati, un padre che viveva in un'altra città, una mamma sempre impegnata a lavoro, la casa vuota ventiquattro ore su ventiquattro. La magia del N...