Il mio sguardo vagò sull'acqua limpida, le rocce della cascata, la stessa cascata e il verde circostante. Era un'atmosfera così magica, unica. Non avevo mai visto nulla di simile; mai nella mia vita i miei occhi si erano poggiati su qualcosa di più bello. O forse sì: il viso di Justin era in assoluto ciò che di più bello esisteva. Mi girai piano tra le sue braccia, guardai i suoi occhi dolcemente mentre le sue mani si poggiarono sui miei fianchi e mi attirarono a sé. Sorrise e mi guardò dall'alto, poi mi stampò un piccolo e tenero bacio sulla fronte. Amavo quando lo faceva.
-Che ne dici,- mi alzò il mento con un dito -mangiamo?-
-Certo- sorrisi, massaggiai il mio stomaco -Ho tanta tanta fame- aggiunsi, con una voce tenera.
-Quando mai tu non hai fame?- ridacchiò Justin prendendomi la mano e portandomi vicino la macchina.
-Hei, cosa stai insinuando?- chiesi accigliata, rise ancora.
-Che mangi come un porco ma che sei magra come una stecca- scosse la testa.
-Che bei complimenti che mi fai, sono davvero lusingata- rotei gli occhi sbuffando. Justin mi attirò a sé facendomi scontrare col suo petto.
-Ma ciò non significa che io non sia dannatamente attratto da te- sussurrò sulle mie labbra provocandomi un brivido lungo tutta la spina dorsale.
Tremai, ma non per il freddo. Morsi il mio labbro inferiore e lo guardai negli occhi sentendo un intero stormo di farfalle svolazzare nel mio stomaco. Riusciva a farmi sentire così bene, era stupendo il rapporto che avevamo creato. Amavo sentirmi dire certe cose, mi faceva capire che per lui contavo davvero qualcosa, proprio come lui contava per me. Sarei anche potuta morire tra le sue braccia, quella sarebbe stata la morte più bella e dolce di tutte, una morte felice.
Quando, nelle sere precedenti, io e Justin avevamo dormito insieme, mi piaceva essere avvolta dalle sue braccia, stringerle forte attorno al mio corpo e pensare al futuro, un futuro con lui. Già mi stavo facendo i film sulla nostra vita tra dieci anni e ciò che potevamo fare assieme. Non riuscivo ad immaginare un domani senza di lui, desideravo che fosse rimasto il mio presente e che sarebbe stato il mio futuro. I miei neuroni e tutte le cellule del mio organismo impazzivano quando non ero con lui, mi sentivo così vuota e triste e sola. Desideravo lui, solo lui, sempre lui. Lo desideravo più di quanto desiderassi il cioccolato o l'acqua in un deserto o l'ossigeno. Infondo, lui era la mia acqua, il mio ossigeno, il mio cioccolato. Era semplicemente il mio tutto, non so se mi spiego.
-Et voilà, mon amour- esclamò Justin prendendo un cestino dal bagagliaio dell'auto -Ho cucinato tutto io, solo per noi-
-Chissà con cosa mi nutrirò- mormorai aiutandolo a poggiare un telo su una roccia.
-Tranquilla, principessa, nulla di estremamente nocivo o altamente pericoloso- scossi la testa ridendo, Justin prese dal cesto un piatto grande di spaghetti, come quello in 'Lilly e il Vagabondo' -Ops, credo di aver dimenticato i piatti- sorrise furbamente sedendosi su una roccia più piccola affianco alla roccia grande.
-Dimenticato aka lasciato a casa di proposito- commentai sedendomi al suo fianco.
-Sei un agente segreto della Casa Bianca?- rise passandomi una forchetta.
-No, sono Freedom- feci spallucce prendendo la forchetta.
-No- mosse l'indice in segno di negazione -Tu sei la mia Freedom- continuò baciandomi una guancia.
Arrossii e morsi il mio labbro inferiore, abbassai poi lo sguardo sul piatto di spaghetti e cominciai a mangiare. Il mio viso era rosso come il sugo di pomodoro. Nel momento in cui anche Justin cominciò a mangiare, desiderai baciarlo proprio come Lilly e Biagio si baciano mentre mangiano gli spaghetti insieme. Le sue labbra erano così belle, carnose. Avevo voglia di toccarle ancora, di assaporarle. Il nostro primo bacio era stato un bacio veloce, piccolo, a stampo e a fior di labbra. Certo, era significato tantissimo per me, ma volevo dimostrargli il mio amore con un vero bacio, un bacio che lo avrebbe lasciato senza fiato, un bacio speciale.
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We Can Fly To Never Neverland [COMPLETA]
FanfictionCos'è un Natale senza le persone che ami? Freedom lo sapeva, Freedom l'aveva sempre saputo. Genitori separati, un padre che viveva in un'altra città, una mamma sempre impegnata a lavoro, la casa vuota ventiquattro ore su ventiquattro. La magia del N...