Capitolo 22

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3 Maggio

Era stata dura vedere Derek in quel modo: non perché ne avesse paura, ma perché riusciva a vedere il motivo del suo comportamento ed era la paura e la preoccupazione.

Stiles non aveva mai visto qualcuno così spaventato. Era persino pronto a prendersela con il suo migliore amico, incapace di vedere come realmente stessero le cose, ma Melissa era intervenuta prima.

Quando poi Lydia gli si era avvicinata, aveva compreso le parole del moro e aveva provato un moto d’orrore all’idea di abbandonare l’altro e l’aveva fatto presente.

Benchè vedere qualcuno essere preso a pugni non fosse la sua massima aspirazione, si era ritrovato ad appoggiare Derek in tutto e per tutto e se questo voleva dire rimanere lì al suo fianco per dimostrargli che non lo avrebbe giudicato, allora sì, Stiles era disposto a farlo.

Perciò era per questo che ora si ritrovava a vedere quello che era il suo fidanzato sollevare come se non pesasse nulla quello che era il capo di Scott.

La situazione di per sé era strana: Stiles già poco ne sapeva, ma quello di cui erano a conoscenza gli altri non si era dimostrato poi molto di più. Perché qualcuno che lui sapeva aveva aiutato il branco in passato, adesso ammetteva di averlo volontariamente negato? Che senso aveva mettere in pericolo persone a cui tenevi? -o almeno così sembrava dal comportamento di Scott.
Stiles proprio non lo capiva e smise di pensarci quando un rumore secco lo fece sobbalzare, strappandolo ai suoi pensieri.

Derek aveva appena sbattuto di nuovo Deaton sull’inquietante tavolo di ferro ed era davvero prossimo a squarciargli la gola con i denti.
Chissà come diavolo gli era venuta in mente un’immagine del genere…

“Ti giuro che mi stavo informando per Stiles. Ho… ho contattato delle mie vecchie conoscenze, persone capaci che potrebbero aver già trattato casi come questo-”

“E allora spiegami perché non hai detto niente a nessuno?!” lo interruppe il moro, furioso.

“Io…”

“Te lo ripeterò un’altra volta. Una. Sola.” ringhiò l’Alpha “Dimmi il motivo per cui te ne sei andato. Quello vero questa volta o giuro che a ogni bugia che dirai, ne risentiranno le tue dita. Ti servono le mani, vero?”

Deaton rabbrividì alla prospettiva. Troppe volte aveva assistito feriti con ossa rotte e sapeva per esperienza che anche una semplice frattura di un dito avrebbe potuto provocare un forte dolore.

“Ok, te lo dirò.” cedette chiudendo sconfitto gli occhi “Ma tu lasciami andare.” rantolò quando sentì la stretta al collo di nuovo troppo pressante.

Derek ghignò, come se fosse divertito da quello che aveva appena detto, come se fosse talmente assurdo da essere considerato una barzelletta.

“Non sei nelle condizioni di avanzare pretese.” sibilò alla fine, tornando di colpo serio. “Ora. Parla.”

Deaton annuì appena, c'era da aspettarselo.
“Non sapevo dell’arrivo del branco.” iniziò, ma fu colto di sorpresa dagli artigli dell’Alpha che premettero sulla sua gola. “Ma lo sospettavo!” si affrettò a precisare, sospirando quando non li percepì più.

“Spiegati.” lo spronò Derek, assottigliando lo sguardo.

“Mi era giunta voce di un branco di pochi Beta, privi di un Alpha, che si aggiravano nella contea-”

“Da chi? Da chi l’hai saputo?”

“I druidi! C’è una rete di informazioni di cui i druidi si occupano e da cui attingono. Altri emissari, di altre città.” aggiunse svelto, prima di indurire lo sguardo “Non ti dirò i loro nomi, se è questo che vuoi.”, ma il moro scosse la testa, disinteressato, così Deaton continuò.

Do you remember me? | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora