Capitolo 5

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Gennaio 2015.

Ormai erano passati quasi sei mesi da quando Sofía aveva deciso di lasciare Mallorca per cercare di fare ordine nella sua vita. Si era buttata in una nuova esperienza lontana da casa, a Dortmund, in Germania. Aveva trovato lavoro in un bar, non era niente di speciale, ma era ciò che le serviva per mantenersi senza chiedere troppo ai suoi genitori.

Aveva appena finito il suo turno e stava per dirigersi verso casa, quando le squillò il telefono.

"Pronto" rispose con fare distratto mentre si metteva il cappotto.
"Amore ciao, come stai?" domandò una voce a lei familiare.
"Mami! Sto bene, e voi?" mentì la ragazza. 

Non era vero, non stava affatto bene. Mentiva alla sua famiglia per non farli preoccupare, ma la verità era che si sentiva sempre più persa, era a pezzi, le mancava la sua isla, la sua gente, tutto.

"Sei sicura di star bene? Ti sento un po' strana" continuò sua madre.
"Ma no, è solo un po' di stanchezza e poi sono raffreddata, sa com'è... con queste temperature!" tentò di sdrammatizzare Sofía.
"Sarà... hai sentito l'ultima notizia? Qui non si parla di altro!" chiese la donna.
Sofía la sentiva entusiasta, ma la verità era che da quando si era trasferita, aveva perso i contatti un po' con tutti, tranne che con Blanca e Camila.
"Quale notizia?" domandò, quindi, curiosa.
"Marco ha firmato con il Real Madrid!" esclamò Inés.

Sofía si bloccò e restò immobile per qualche secondo. Non sapeva cosa dire, né cosa pensare. Marco, il suo Marqui, aveva firmato per il Real Madrid?
Gli occhi le si riempirono improvvisamente di lacrime, forse di emozione, o forse perché solo sentir pronunciare il suo nome la faceva star male.

"Sof? Ci sei?" domandò sua madre dopo qualche secondo di silenzio.
"S-sì... Ma non doveva firmare per il Barça?" chiese quasi senza respiro la ragazza.
"Sì, però è successo un mezzo casino. La società non voleva pagare una clausola al Mallorca, o una cosa simile, sai io non me ne intendo di queste cose... Marco, poverino, ci era rimasto malissimo, aveva visto il suo sogno in mille pezzi, ma non sapevi nemmeno questo? Chissà quanto sarà stato male senza il tuo appoggio... In ogni caso, dopo qualche mese lo hanno contattato quelli del Real Madrid e qualche giorno fa gli hanno fatto trovare un aereo privato, così lui, Igor, Gilberto e Horacio sono andati a Madrid e ha firmato il contratto. Dovevi vedere com'era felice Marco. Comunque resterà qui al Mallorca fino alla prossima estate, dopodiché andrà a Madrid, anche se dicono che probabilmente andrà in prestito, ma è troppo presto per saperne di più" concluse la donna.

Sofía, durante il monologo di sua madre, aveva sentito le sue gambe cedere a poco a poco. Si era seduta su una panchina per cercare di riprendere fiato. Non capiva perché si sentisse così, se era per l'emozione o per il fatto di non esserci stata quando Marco aveva avuto bisogno di lei. Ma ora lui stava realizzando il suo sogno, il loro sogno, quello che avevano fin da quando erano ragazzini, e lo stava realizzando senza di lei. Era forse questa, egoisticamente, la cosa che le faceva più male.

"S-Sono contenta. Ora devo andare mami, ci sentiamo" fece Sofía prima di concludere la chiamata.

Tornò a casa e si buttò sul divano a peso morto, aveva bisogno di ragionare, di capire come si sentisse realmente in quel momento.

Accese la tv e la mise sul primo canale di sport che trovò. Non parlava tedesco perfettamente, ma ormai riusciva a capire la maggior parte di quello che sentiva.

Dopo qualche servizio sulla Bundesliga, un servizio sul Real Madrid catturò la sua attenzione. Marco Asensio, quel ragazzo maiorchino appena diciannovenne su cui il club blanco aveva scommesso, sembrava essere al centro dell'attenzione e della curiosità di tutti gli appassionati di calcio. Ma per lei restava Marqui, il suo migliore amico, che le mancava come l'aria.
Si erano sentiti qualche volta, subito dopo che lei si era trasferita, ma poi la distanza era troppo dolorosa e soprattutto Sofía sentiva il bisogno di disintossicarsi da tutto ciò che provava per lui.

Il suo cellulare squillò di nuovo, questa volta era una chiamata FaceTime.
Controvoglia, rispose.

"Sofi, tesoro, come stai?" esordì Blanca con un sorriso.
"Bene, sto bene... tu?" rispose Sofía, tentando di sorridere il più possibile.
"Io sto bene, hai sentito l'ultima notizia? Dalla tua faccia mi sembra proprio di sì..."

Sofía trovava incredibile come la sua migliore amica riuscisse sempre a capirla.

"Già..." rispose la ragazza, flebile.
"Tesoro, non fare così... so che ti manca, e so anche quanto tu manchi a lui! Ah, e indovina? Lui e Marina si erano allontanati nell'ultimo periodo, ma ora che ha firmato per il Real Madrid, lei è tornata all'attacco! Assurdo, no? Come può Marco essere così cieco? D'altronde, è un uomo..."

Sofía, al sentir pronunciare il nome di Marina accostato a quello di Marco, si sentì ancora peggio e i suoi occhi tornarono nuovamente a riempirsi di lacrime.

"No Sof, non piangere..." continuò la sua amica, mortificata "lo sai che non meritano le tue lacrime. Ma tu piuttosto, perché continui a stare lì da sola? Lo vedo che non stai bene, perché non torni qui? Tutto si può sistemare"
"Bi, lo apprezzo molto, ma sai che non potrei farcela. E poi qui non sono sola, qualcuno l'ho conosciuto..." replicò Sofía, parlando più a se stessa che alla sua amica.
"Come vuoi... tesoro io ti devo lasciare, ti richiamo presto ok? Tu cerca di riprenderti e di sorridere. Mi manchi tantissimo, torna presto" concluse Blanca prima di schioccare un bacio e chiudere la chiamata.

Sofía si ritrovò, così, nuovamente sola e immersa nei suoi pensieri.
Non aveva per niente fame, perciò decise di mettersi il pigiama e andare a dormire, o almeno provarci.
Passò la notte a rigirarsi nel letto, quando verso le due di notte, decise di prendere il telefono in mano e iniziò a scrivere.

- So che è da molto che non mi faccio sentire, ma volevo solo dirti che sono molto fiera di te e di quello che stai raggiungendo. Te lo meriti, è il tuo sogno.
Ti sostengo sempre,
Sof. -

Esitò un bel po' prima di premere invio, ma alla fine prese coraggio e lo inviò.

Non passarono neanche dieci minuti che lo schermo del telefono si illuminò e per poco non le venne un colpo al cuore.

- È il nostro sogno Sof, nostro. Lo è sempre stato. Fai parte di tutto quello che sto raggiungendo e che raggiungerò nella mia vita. Anche se non se più qui con me, anche se non so più nemmeno come stai.
Mi manchi. -

Sofía decise di non rispondere e quella fu l'ultima conversazione prima di altri mesi di silenzio in cui nessuno dei due si fece vivo.

Filo rosso. // Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora