Per qualche fottuto motivo la sfortuna mi perseguitava, ed oltre ad aver dimenticato le chiavi di casa prima di uscire aveva iniziato a piovere e in me che non si dica mi ero ritrovata a fissare lo stesso punto per interminabili minuti sotto il capannone di una libreria. Ero ancora lì, era passata un'ora e la pioggia non diminuiva, ed io ero ancora sotto la stessa tettoia ad osservare ancora quella panchina in legno e pensare a lui. Cosa mi era passato per la testa ieri sera, non lo so sinceramente, ero sembrata una ragazzina in preda alla sua prima cotta isterica, forse le cose dovevano semplicemente andare così. Accendersi in una notte qualunque, per poi spegnersi il giorno dopo. Era terrificante e triste il modo in cui il mio umore stesse cambiando a causa sua, e mi ritrovai a pensare che cosa io provocassi in lui invece. A detta di Rachel, gli piacevo molto ma non sapeva dirmelo o forse non voleva farlo, a detta mia? Lo attraevo fisicamente, innegabile, sentivo anche io quella chimica non appena i nostri corpi si toccavano, ma molto probabilmente, mentre dentro di il mio stomaco avveniva la guerra delle tre rose quando mi baciava, a lui questo provocava solo un'erezione di cui doversi disfare. Non mi accorsi del suono del cellulare fino a quando non iniziai a percepire la vibrazione. Lessi il nome 'Adrian', mi venne quasi un infarto. Era la prima volta che mi chiamava dopo una 'litigata/discussione' insomma dopo qualcosa come quello che era successo qualche ora prima. Decisi di non rispondere, non poteva di sicuro essere nulla di urgente ed ero ancora fin troppo arrabbiata e frustrata per ascoltare la sua bellissima voce. Trovandomi con il cellulare in mano invece, decisi di chiamare qualcuno che mi avrebbe tolto sicuramente da quella tettoia e con cui mi sarei potuta sfogare.
- Ehi Ellieeee!
- Matt, ho bisogno del tuo aiuto ora.
- Cos'è successo? Il tuo principe ti ha prosciugata di baci? Oddio no, sei incinta???
- Matt, mi trovo alla *via della strada* sotto il capannone di una biblioteca, vienimi a prendere ti prego.
- Arrivo!
15 minuti dopo ero sul divano di casa di Matt, con una cioccolata calda fra le mani e ancora più confusione nella testa grazie al mio amico, che praticamente mi stava quasi facendo sentire in colpa.
- Andiamo Ellie, sei seria? A quanto mi hai fatto capire il tuo principe azzurro non è mai stato il tipo da relazione, e tu ti stai lamentando perché non ti ha risposto alla domanda 'cosa siamo?'. El..
- Non chiamarmi El.
- Ellie.. Lo sappiamo tutti che il 99% della popolazione maschile scapperebbe a quella domanda.
- Beh tu non lo faresti.
- No, per lo meno non se fosse tu sai chi a pormi la domanda, ma è una su quante? Tre miliardi? Di più? Di meno? Non lo so, ma scapperei anche io si.
- MATT LO STAI DIFENDENDO?
- Non urlare! E no, non lo sto difendendo, sto cercando di farti ragionare!
- SU COSA?
- Smettila di urlare ti ho detto, e sul fatto che forse pretendi un po' troppo da qualcuno che non è mai stato abituato a dare nulla, qualcuno che non ha mai avuto nulla se non una scappatella notturna.
- Matt io non.. – il telefono squillò, per la settima volta in realtà, così risposi sapendo già chi fosse.
"cosa voi Adrian? "
"DOVE CAZZO SEI EL? STA DILUVIANDO, DIMMI DOVE SEI"
"non preoccuparti per me sono a casa di un amico."
"Senti, mandami immediatamente l'indirizzo, e ti vengo a prendere."
" No."
"EL, non iniziare per favore."
"No."
Ci mise un po', sentì sospirare e poi parlò.
" Per favore El, fuori c'è quasi un uragano.. ho bisogno di saperti qua con me.."Lo disse come in preghiera, così non gli risposi, chiusi la chiamata e mandai l'indirizzo di casa di Matt via messaggio, sotto lo sguardo attento del mio amico che sorrideva, e che prima di uscire dal portone mi aveva urlato un 'sei cotta a puntino'. Matt era fantastico, era l'amico che probabilmente non avevo mai avuto, l'amico che avevo trovato e che volevo tenermi stretta.
Non appena vidi l'auto di Adrian accostare, feci un forte respiro e una piccola corsa per entrarci dentro senza inzupparmi troppo.- Stai bene?
- Si- fu tutto ciò che dissi, non avevo intenzione di trattenere chissà quale insensata conversazione con lui, e lo capì, arrivando così a casa senza aver proferito altre parole.
Non appena entrai il caldo abbraccio di Rachel invase tutto il mio corpo, facendomi quasi crollare in un pianto liberatorio, ma non l'avrei fatto, non avrei pianto di fronte a lui così, finsi un sorriso e scusandomi con lei per essere stanca andai, in camera mia per liberarmi di tutta la rabbia accumulata, crollando poi in un sonno profondo.
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You're my mess
RomanceEra un continuo gioco tra quei due, un continuo battibecco, un continuo amarsi senza neppure saperlo. "Nei loro sguardi c'era quella compostezza e quella profondità vuota e sciocca di chi ama" ©All rights deserved @essebk™