CAPITOLO 22

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-Mary-

Le mie gambe incominciano a tremare. Mi copro il viso, i miei occhi incominciano a bagnarsi. Non posso crederci. Tutto questo è stupendo. Nessun ragazzo ha mai fatto una cosa del genere per me. Mi prende la mano, intrecciando le dita e me la stringe forte. Ha preparato tutto questo per me. PER ME. In una spiaggia. Ho sempre desiderato venire in spiaggia, di sera, con la persona che amo. E lui, beh, non posso non amarlo. Ha anche fatto una stradina con le candeline. MERAVIGLIOSE. Tutto questo è troppo romantico ed io amo il romanticismo. Percorriamo insieme questa stradina, fino ad arrivare ad un tavolino, per due, è già apparecchiato e ci sono anche due candeline che rendono il tavolino ancora più carino. Riki mi sposta la sedia e mi fa sedere. Che gentiluomo. Si siede anche lui e mi guarda, con quei occhi color ghiaccio. Mi prende le mani. 

R: Ti piace?

Io: Che mi piace, è dir poco. E' magico. Mi sembra di vivere in un film. Non dovevi farmi tutto questo. Credo sia troppo per me.

R: Non dirlo neanche per scherzo. Tutto questo è per TE e non è troppo. Anzi ti meriti tanto altro. 

Faccio un sorriso nervoso, mordendomi il labbro inferiore. Quando sono troppo nervosa ho il vizio di mordermi il labbro. 

Io: Come posso ringraziarti. Non credo che un misero 'grazie', basti per tutta questa magia. 

R: Un tuo bacio, mi basta. 

Mi alzo subito e vado verso di lui. Appena gli sono davanti, gli prendo il viso e lo bacio. Un bacio lungo e passionale. Questa volta le nostre lingue si incrociano. Lo so. Ho detto che era troppo presto. Ma non ho potuto farne a meno. Scusate se vi disturbiamo, ma quando vi dobbiamo portare da mangiare? Una voce ci fa sobbalzare, staccandoci subito. Andreas e Diletta sono proprio davanti a noi. UPS. 

Io: E voi? Che ci fate qui?

R: Sono i nostri camerieri. 

Non ci credo, la mia migliore amica e Andreas, ci faranno da camerieri. Ci sono decisamente rimasta, in fondo non me lo aspettavo. E' una cosa bellissima, ma mi sento un po' in colpa per loro, che dovranno servirci mentre noi ce ne stiamo qui seduti, a mangiare. 

A e D: A VOSTRA DISPOSIZIONE. 

A: Ma solo per stasera. Insomma, non vi ci abituate troppo.

Scoppiamo a ridere. 

R: Ti fa piacere?

Io: Siii. Tanto. 

Faccio un grande sorriso e corro ad abbracciare Diletta. Lei c'è sempre per me. 

Io: Grazie, perché ci sei sempre per me. 

D: Non mi devi ringraziare, sai quanto tengo a te. E comunque quello che devi ringraziare è Riki. E' stata tutta opera sua, io questa volta non ho fatto niente. 

Ha proprio ragione.

Io: Si. Non avevo dubbi che fosse stata tutta opera sua. E si merita tutto il bene di questo mondo. Non so davvero come ringraziarlo. 

R: Piccola. Non mi devi ringraziare. 

Adoro quando mi chiama 'piccola', mi fa sentire ancora più protetta. Lo abbraccio più forte che posso, lui ricambia, accarezzandomi i capelli.

R: Sei speciale. Sei l'unica che mi fa sentire vivo. Ti prego, qualunque cosa accada, promettimi che non mi lascerai. 

Qualunque cosa accada? Questa frase mi risuona nella testa più volte. Cosa intende con questo? Forse niente, forse intende in generale. In futuro. Si, sicuramente. Ora però non voglio preoccuparmi di questo. Sto bene e non voglio rovinarmi il momento. 

Io: Te lo prometto. Non vivo senza te. 

Lo abbraccio ancora più forte. Diletta fa un colpetto di tosse. 

D: Vi siete per caso scordati, che ci siamo anche noi?

Ci stacchiamo e scoppiamo a ridere.

Io: Avete ragione, la smettiamo. 

Ci rimettiamo subito seduti e mandiamo i nostri due camerieri a prendere da mangiare. Siamo affamati. Appena tornano, hanno due vassoi pieni di affettato. CHE BUONO! Non aspettiamo neanche un secondo ed incominciamo subito a mangiare. Guardando Andreas e Diletta nelle vesti da camerieri, mi fanno ridere, sono buffi. Non starebbero neanche male insieme, sarebbero una bella coppia. Peccato che lei stia insieme a quel Mirco. Quel tipo non mi è mai piaciuto. Lei si merita di più, ma non mi vuole ascoltare. Peggio per lei. 

                                                       ***

E finalmente siamo arrivati al dolce. Sono sazia. Ho mangiato peggio di un bufalo. Credo proprio di aver preso almeno due kili. Stiamo ancora finendo di mangiare il dolce e arriva Andreas con un altro vassoio, chiuso con un coperchio. 

Io: No, ti prego, basta cibo. Sto praticamente scoppiando. 

R: Questo è diverso.

Riguarda Andreas e poi il vassoio.

R: Apri, Andre. 

Appena toglie il coperchio, vedo una scatolina con un biglietto vicino. ODDIO. Ha fatto davvero troppo questa sera. Non posso accettarlo. Non credo di meritarmi tutto questo. 

R: Per favore, non dire che è troppo e che non ti meriti tutto questo, perché non è affatto vero, tu, te lo meriti. So che non ci conosciamo da tanto. In fondo, sono solo due giorni. Ma quando sono con te, mi sento bene. Sono un'altra persona, non ho bisogno di fingere, so che posso essere me stesso. Non so il perché. Non so cos'hai, ma mi fai questo effetto. Sono già pazzo di te. Sei una ragazza seria, una ragazza che tutti vorrebbero al suo fianco. Per questo ho paura di perderti. Non ho mai provato queste emozioni per nessun'altra ragazza. Tu sei l'unica che mi ha fatto scoprire, il vero amore. Per questo volevo farti una domanda, so che è affrettata, ma è quello che sento e che voglio. VUOI ESSERE LA MIA RAGAZZA?



LA STORIA DI UN IDOLO || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora