13. Testimonianze discordanti

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" Non ho sognato...." balbettò Pennington quasi senza voce.

Liam gli indicò la finestra e ribadì:

" Zio, la finestra era chiusa, era inequivocabilmente chiusa! Tu l'hai aperta per farci entrare e non l'ho visto solo io, ma anche Louis e Dawlish..."

" Ma che ti prende, Liam?" urlò suo zio " Non sono un bugiardo!"

" Calma, non ho detto questo!"

" No, Liam?"

" No, ci deve essere una spiegazione e noi la troveremo. Scusa per il mio tono, non è bello capitare in casa d'altri e comportarsi da maleducati "

" Stai dimenticando che questa è casa tua, in base al testamento di tuo nonno "intervenne Zayn con calma.

" Ma caspita! Ho già detto all'avvocato Dawlish che non voglio questa casa! Rimarrà a voi!" disse serio Liam.

Pennington guardò il nipote a lungo, annuì, ma dal suo sguardo si capiva che non credeva molto a quanto gli era stato promesso.

" Cosa succede?" interruppe una voce nuova " Cosa succede?"

Una donna di media altezza e di mezza età entrò con aria diffidente e con passo frettoloso.

Benché piuttosto scarna e con una gran massa di capelli visibilmente tinti di rosso e gli occhi fissi, non era brutta.

Dal braccio sinistro le pendeva una sacca da lavoro, mentre nella mano destra teneva un vasetto di miele.

" Sei tu Estelle?" esclamò Pennington con un tono non proprio cordiale " Entra pure "

" Sì, sono io " rispose la donna " stavo ascoltando qualche disco, poi mi sono ricordata che il dottore mi ha detto che devo assumere vitamina B, così sono andata in cucina a prendere il miele. Comunque sono le dieci e mezzo e, come sai, a mezzanotte dobbiamo festeggiare il mio compleanno!"

Estelle poi, con aria svagata, si volse verso le persone che non conosceva.

Liam si fece riconoscere e ricevette subito un caloroso abbraccio e lo ricevette anche Louis, subito presentato dall'amico.

Si rivolse poi all'avvocato Dawlish e sbottò:

" Non avresti dovuto controllare le carte di papà?"

" Ma l'ho fatto " si difese lui.

" No!" rincarò la dose lei " Ho guardato nei cassetti del suo armadio, nella sua stanza e ho trovato qualcosa! Si tratta di parecchie carte, le ho appoggiate sul divano del guardaroba e aspettano che tu le guardi!"

Dawlish, infuriato, entrò nel guardaroba, sbattendo la porta in faccia ad Estelle che lo seguiva.

Ne uscì poco dopo con la sua cartella rigonfia e da essa usciva anche un foglio.

" Rimarrai per il mio compleanno?" chiese Estelle come se nulla fosse " Tuo figlio ha portato la macchina e l'ha lasciata nel viale del giardino. È andato a trovare alcuni amici qui vicino e si fermerà per la notte "

Dawlish rimase talmente di sasso di fronte all'inaspettata domanda, che non riuscì subito a replicare, anche perché comparve sulla soglia della stanza un uomo di mezza età.

" Vieni avanti, Ned " disse Pennington e poi, a beneficio dei suoi ospiti, aggiunse " è il dottor Fortescue, il mio medico"

Gli raccontò velocemente ciò che gli era capitato, con fare concitato ed agitato ed Estelle lo riprese subito, non appena terminò:

" Tu sei pazzo, Pen, io non ho sentito nessuno sparo!"

" Nemmeno io ho udito lo sparo " disse il dottore " ma spero solo che i fatti non dimostreranno che anche io sono un pazzo perché, dopo tutto, ho visto anche io quella figura con il mantello nero..."

Il fantasma dal mantello nero Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora