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7. Legami color del sangue - e rum per compensare le mancanze.

Il primo mortaretto preannuncia la giornata che si prospetta, tra festa, fiera e musica.

Il primo mortaretto per Astra, invece, dà via al sipario delle sue imprecazioni mentre, stesa sul materasso bollente del letto, schiude gli occhi, non ancora abituata alla luce del sole di quel mattino. Porta il braccio destro sulle palpebre stanche, per far sì che il sole, oltre a filtrare prepotente e brillante nella sua stanza, non occupi i suoi occhi ancora pieni di sonno e di sogni psichedelici e privi di alcun senso - il subconscio ha un linguaggio tutto suo. Oggi il turno lo ha solo serale al bar, ma si è dovuta svegliare presto: ha altre questioni di cui occuparsi.

Nel frattempo anche la sveglia del suo cellulare ci si mette, un bel riff dei Muse dei primi Duemila risuona tra le pareti della camera della ragazza che, imbronciata e infastidita, tasta a caso sul cellulare posto sul comodino improvvisato vicino il letto, per spegnere il prima possibile la sveglia. Sono le nove del mattino, e Astra ha dormito a malapena cinque ore; la mattinata non potrebbe iniziare meglio. Visibilmente arrabbiata - come tutte le mattine del resto; proprio non riesce a capire la gente che si sveglia di buonumore - scende dal letto, i capelli castani e mossi ridotti ad un intruglio indefinito di ciocche alla rinfusa le dà ancora più fastidio. Impresentabile, impresentabile in tutti i modi.

La ragazza ormai ci ha fatto l'abitudine, non si nasce principesse della Disney...non si nasce principesse e basta. Si toglie qualche peletto finito in bocca, sbadiglia e si stiracchia - tanto non si alza nemmeno di un millimetro, quella ragazza bassina e piena - e davanti ai suoi occhi si fa spazio il vestito che dovrà indossare.

Quasi quasi ci ho ripensato - il suo subconscio - quello che parla tanto alla rinfusa - le urla che forse è una scelta tragica quella che ha fatto, ma Astra scuote la testa visibilmente convinta, poi si guarda le gambe e sbianca: ecco perché svegliarsi così presto: la depilazione ha i suoi tempi d'oro. Si butta di nuovo sul letto, la sua bocca lascia un lamento disperato, e la sveglia suona di nuovo, questa volta è la voce di Alex Turner a riempire la stanza - ma nemmeno questa riesce a quietare Astra. Allora tasta di nuovo sullo schermo a casaccio, spegne la sveglia e si rialza, simulando un piagnucolio, per poi poggiare i piedi nudi negli infradito. Appena si alza - troppo velocemente, come al solito - ecco che perde l'equilibrio, sbilanciandosi verso destra: non vede nulla per una buona manciata di secondi, mentre prova a ripoggiare il piede sinistro per terra e avviarsi verso la cucina: s'è dimenticata il ventilatore acceso in stanza - come fa sempre con la luce in inverno. Apre il mobiletto vicino la cucina, afferrando i soliti cereali, sbatte contro lo stipite della porta della cucina e arriva al frigo aprendolo e prendendo quel poco di succo che è rimasto. Cereali nella tazza, succo nel bicchiere - non sia mai si confonda e sbagli l'ordine delle cose -; poi torna indietro, prende il cellulare per controllare eventuali messaggi, le varie notizie su twitter e instagram, e infine chiude i social. Si stropiccia un occhio visibilmente ancora addormentata, ma tanto nostalgica.

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