37 - Tra Presente e Passato

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37 - Tra presente e Passato: Overture all'epilogo di 17 spiagge insanguinate

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37 - Tra presente e Passato: Overture all'epilogo di 17 spiagge insanguinate.

Aunque lo parezca, los cerezos no tienen porque haber florecido.

Se mi lasci...io sono persa.

In silenzio.

Se solo tu potessi guardare

Cuba rossa

Ho lasciato lì

Non so

La morte è come l'estate

Portò come rosso sangue l'unico colore.

Vomito e sangue imbrattano il cesso senza tavoletta di quel bagno di quell'appartamento che profuma di lavanda. Il corpo del giovane uomo appena svegliato si trova riverso sul pavimento, mentre le mani si aggrappano con forza alla tavoletta, cercando quello spiraglio di vita ed energia che possano farlo rialzare. Il corpo esanime, stremato, stanco, respira a fatica, le occhiaie nere gli disegnano un'ombra cupa sotto gli occhi lucidi e vitrei, la gola bruciante e arsa singhiozza respiri trattenuti e pianti mai esalati. Il suo insieme d'ossa e carne trema di terrore e angoscia, la nausea gli brucia le pareti dello stomaco e gli contorce l'intestino, gli stringe le dita attorno alla gola, il viso pallido è illuminato dagli ultimi raggi del sole di quel giorno, la fronte e i capelli imperlati di sudore e una piccola tosse gli fa salire bile inesistente e sangue alla gola. La metà di cuore che porta nel petto batte impazzita come se ci fosse con lei l'altra metà mancante.

Silenzio.

La radio non suona, la chitarra è poggiata contro la finestra, e nemmeno le campane della chiesa suonano.

Silenzio. Daniel, dopo quella notte in Havana, non si ricordava un silenzio così assordante e sofferto. Non se lo ricordava così soffocante. Forse perché stasera rivedrà per la seconda volta la morte in faccia, e magari se lo è anche aspettato; ma per quanto la morte non possa catturare il tuo corpo, ti strappa l'anima pezzo dopo pezzo, non ti lascia nemmeno un filo, un centimetro di quell'essenza che ha sempre fatto di te. Come biasimarla? - Daniel non ha fatto nulla per ricucirsela dentro la gabbia toracica, l'ha semplicemente lasciata scivolare via. E sa che quella sera, insieme ad Astra, percorrerà l'ultima spiaggia, l'ultima tappa che lo condurrà al dolore eterno. E sa che in quella notte così fatale distruggerà l'anima pura, splendente e piena di vita della ragazza che lo ha accompagnato negli ultimi passi. E perché non sente un senso di colpa graffiarlo dall'interno? Perché sente questo bisogno così egoistico di dare il suo dolore ad una persona così piccola e fragile come Astra? E magari adesso non ci pensa, con così tanto vomito e sangue sputato, mentre finalmente riesce a inginocchiarsi sul pavimento con le gambe tremanti; si regge ora al lavandino, e si alza piano piano, le gambe cedono la prima volta, poi la seconda, e la terza trovano un po' di stabilità, seppur fremendo. Il giovane chitarrista - che ora tanto giovane non si sente - singhiozza a vuoto, la bocca sporca, la cicatrice rosea e così impressa nella sua pelle, con quel cammino sregolato che fa sul suo derma, come un percorso da seguire, il percorso di un viaggio che Daniel non potrà mai dimenticare. Apre il lavandino, mentre i singhiozzi di dolore continuano a opprimergli il petto. Deve poggiare i gomiti sulla ceramica del lavandino per reggersi, mentre le mani vanno a coppa sotto il getto gelido dell'acqua, e provano a lavare il suo viso di tutto il dolore, di tutta l'angoscia, la paura, il terrore, il ricordo, il passato che gli passano davanti agli occhi. Prende un altro getto d'acqua, la porta sulla fronte e sui capelli, mentre prova a riprendere lentamente il giusto ritmo del suo respiro.

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