Capitolo 1

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Sveglia alle 6.45, uno sguardo veloce allo specchio, preparo lo zaino caricandolo di libri ed esco con lo stomaco vuoto.
Il treno mi fa male, o forse è l'agitazione che provo ogni volta che supero le porte che mi fa rimanere la colazione ferma in gola, come un grande nodo che non scende giù. Maledetto.
La mattina conta la rapidità che metti nei gesti quotidiani che compi. Arrivo in stazione, bacio a papà e si parte per un nuovo viaggio, sempre lo stesso. Mi concedo qualche minuto di intimità con la prima sigaretta della giornata e sbuffo fumo pensando ad organizzare ogni azione. Ricordatevi, la rapidità conta. Salgo sull'Intercity per Milano Centrale delle 07.31, carrozza 3, posto 83, sempre lo stesso. Se lo guardo con attenzione forse ha preso le forme del mio corpo. Butto lo zaino a terra, cuffie alla mano e parte in riproduzione Ok Computer dei Radiohead, il migliore inizio di giornata.
Alle 08.08 stanca mi alzo dal mio posto e scendo alla terza fermata. Seconda sigaretta e caffè non possono mancare questa volta. In quaranta minuti la coincidenza sarà qui e io ho tutto il tempo del mondo da dedicarmi, è tutto nei piccoli gesti. Scorro le stories di Instagram come d'abitudine, non trovandone neanche una interessante. Di mattina niente mi attira.
Nuovo treno, nuova corsa e alle 09.17 arrivo in stazione. Uno sguardo confuso verso il nuovo sole che spunta e si parte come in una marcia verso la meta, la mia facoltà.
La giornata passa in fretta, tra lezioni, appunti e infinite risate con le amiche sono già fuori e il cielo sta imbrunendo. Accendo l'ennesima Marlboro, ormai ho perso il conto, e mi dirigo verso il ritorno. Alle 20.40 sono a casa, pronta a buttare tutto all'aria, persino il mio corpo, che butto distrattamente sul letto. Cuffie sempre con me, sblocco lo schermo del telefono e parte una dolce melodia. Mi rilasso con Amy Winehouse e mi allontano dai guai. Questa sera non si cena, sono sola in casa e la stanchezza è troppa.
Viene a farmi compagnia l'amico di sempre, quello che ormai sa anche dove nascondi le chiavi fuori casa e sgattaiola dentro senza suonare, sa che sei stanca, vuole farti una sorpresa. La luce per le scale si accende e lo vedo arrivare al massimo della forma verso di me, solito inchino per sfottermi e un grande sorriso stampato in volto. Lo saluto con un abbraccio e parte tutto da qui, questa storia comincia da qui, quando per la prima volta fa irruzione (senza permesso) nella mia vita Ghali.

Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora