Capitolo 16

240 10 0
                                    

G. E quindi ora come sta?
Gh. Non lo so, non l'ho ancora sentita dopo ieri. Sto aspettando che mi scriva lei, non ho il coraggio di parlarle. Non so da dove iniziare.
Si morde le labbra in preda all'ansia. Io lo guardo per cercare di capire a cosa stia pensando ma intuirlo, alla fin fine, non è poi così difficile.
È in una brutta situazione, come immaginavo. Se mi sento in colpa? Forse un po' si, molto in realtà.
Se non fossi apparsa dal nulla nella sua vita tutto questo non sarebbe successo. Non che io abbia una grande considerazione di Amanda ma riconosco che è pur sempre una ragazza davvero sensibile e non merita questo trattamento, soprattutto ora che sta già soffrendo.
Gh. A cosa pensi piccola?
Lo guardo tornando alla realtà, i miei pensieri hanno preso il sopravvento.
G. A cosa fare adesso. Insomma..
Gh. Io voglio te.
Sul mio volto compare un debole sorriso, non riesco a essere felice così tanto da toccare le stelle, sto facendo soffrire una persona in questo momento.
Forse non lo merita davvero.
G. Anch'io Ghali..ma, vedi, a volte ci si ritrova in queste strane situazioni e non si sa bene come affrontarle. Io mi sento in difficoltà. Ho tutto ora, ho te, la mia famiglia che mi vuole bene, i miei sogni..ma Amanda dietro questa storia sta soffrendo e io non credo che sia giusto.
Gh. E cosa intendi fare?
G. Non lo so, sono confusa. Tutte queste vicende che sono successe tutte insieme mi hanno scosso abbastanza e ho bisogno di stare sola per riflettere meglio. Vorrei anche parlare con Teo per chiarire.
Gh. Sono sicuro che saprà come consigliarti. Ti vuole molto bene.
G. E invece no, è qui che ti sbagli. Teo non riesce a essere una persona oggettiva in questo momento, io sento che qualcosa è cambiato. Il Teo di prima non avrebbe mai fatto una cosa del genere alle mie spalle e questa sua decisione mi ha fatto intuire che qualcosa in lui non va.
Gh. Pensi che voglia allontanarti da me?
G. Assolutamente si.
Gh. Ne sei sicura?
G. Parole sue, ero con lui ieri sera e sa cosa ho patito in quei momenti, non ce l'ho fatta neanche a tornare a casa..
Gh. Aspetta..hai dormito da lui?
Abbasso lo sguardo.
G. Si..
Stringe i pugni e percepisco dalla mia postazione il suo nervosismo.
Un po' di sana gelosia è quello che ci vuole al momento.
Non può passarla liscia questa volta.
G. Insomma tu..
Gh. Ti ho lasciata sola, lo so.
Si fa di colpo serio e il suo sguardo è fisso verso il basso per la vergogna. Mi fa molta tenerezza in questo momento e vorrei baciarlo fino a fargli mancare il respiro ma ha bisogno di una lezione e non posso cedere così facilmente.
Gli stringo la mano con tutta la forza che ho per farlo sentire al sicuro e spero che incontri i miei occhi.
Vorrei poterlo rassicurare.
Gh. Vuoi che vada via?
G. No, rimani qui. Con me.
Gh. Sicura? Hai appena detto che hai bisogno di..
G. Questa sera no, godiamocela.
Gh. Mi perdonerai mai?
G. Mmh..
Lo guardo curiosa e accenno un sorriso.
G. Vedremo come si metteranno le cose, devi ancora conquistarmi.
Quando Ghali sta per avvicinarsi al mio corpo, con tutte le forze mi alzo e porto il vassoio con le tazze in cucina. Si è fatta quasi ora di cena e papà non tarderà a tornare a casa.
Voglio presentarglielo, voglio un suo parere.
Il tunisino appare in cucina appoggiandosi alla porta e non fa altro che seguire con gli occhi i miei movimenti.
Mi fa sentire in imbarazzo così lo spingo verso il divano e lo obbligo a rimanere seduto lì fino a quando non avrò finito di lavare tutto.
Dalla porta della cucina mi fermo a spiarlo un po', è bello anche quando è teso. I suoi muscoli sono più marcati e muove in continuazione la mandibola. Prima a destra e poi a sinistra.
Ho un Ghali pensieroso in salotto e non posso far nulla per farlo stare meglio. Questa cosa mi rattrista molto. Cerco di non pensarci e comincio a preparare il tavolo con tutti gli ingredienti necessari per la preparazione della cena, una cosa carina da fare per far contenti entrambi, papà e Ghali.
Mentre sono all'opera, sento la porta di casa aprirsi e in un attimo mi precipito verso l'altra stanza. Non posso lasciare il ragazzo in balia di mio padre.
G. Ehi papà! Bentornato!
Mi butto su di lui e lo abbraccio senza neanche dargli tempo di chiudere il portone. La sua ventiquattrore cade sul pavimento ma a noi non importa, siamo stretti l'uno nell'altra.
P. Piano piano, signorina..il tuo babbo si regge in piedi per miracolo!
G. Ma smettila!
Nei suoi occhi si riflette il mio sorriso, poi lo avvicino al divano per presentargli l'ospite.
G. Papà, lui è Ghali.
Glielo indico timidamente, poi riprendo:
G. Ghali, lui è mio padre!
Il ragazzo si alza imbarazzato dal divano e si avvicina a noi per stringere la mano a papà.
P. È un piacere conoscerti, io sono Alessandro.
Lo guarda un attimo, poi aggiunge:
P. Ma tutti mi chiamano Ale. Non farti problemi..
Gli sorride. È un buon segno!
P. Dunque..
Si guarda intorno un attimo, poi riprende:
P. Ghali, giusto? Questa sera io e la mia splendida figlia cuciniamo insieme qualcosa di molto buono e credo che tu abbia due scelte fondamentali davanti a te: o resti a cena o resti a cena.
Mi guarda ridendo e mi stringe in un abbraccio.
Papà mitico!
Gh. Beh..
Ghali si gratta la nuca nervosamente. Io gli mando un occhiolino per tranquillizzarlo. È così buffo quando è in difficoltà.
Gh. A questo punto non so che dire..rimango!
Ci guarda in cerca di approvazione.
P. Ottima scelta! Allora, Gaia accendi lo stereo e fai scegliere al ragazzo la musica. Voglio metterlo alla prova. Io vado a togliermi questa giacca..non la sopporto più! Ci vediamo in cucina.
Ci sorride e va su per le scale.
G. Okay papi, procediamo!
Faccio un cenno del capo a Ghali e lo porto alla postazione musica.
G. Buona fortuna!
Mi mordo il labbro e lo fisso mentre guarda i diversi cd.
Chissà se farà la giusta mossa!
Nel frattempo mi dirigo in cucina e comincio a cacciare fuori le pentole. Sento dei passi raggiungermi in cucina e quando mi giro vedo papà e Ghali che ridono.
G. Beh?
Li fisso curiosa.
G. Che avete da ridere?
P. Il ragazzo è forte!
Questa frase mi riempie il cuore e un sorriso si stampa enorme sul mio volto.
G. Lo so papà, altrimenti non entrava in casa nostra!
P. Pensa che ha scelto il mio cd preferito dei Rolling Stones. Non era semplice in mezzo a tutti quei dischi scegliere bene. Che occhio!
Papà gli dà una pacca sulla spalla e lo invita a sedersi al tavolo mentre noi siamo all'opera. I fornelli sono accesi e nelle pentole cominciamo ad inserire gli ingredienti.
Gh. Cosa preparate?
P. È mia figlia la chef, io aiuto!
G. Cous cous di verdura e pesce, in onore a te.
Gli sorrido.
Gh. Wow! Non vedo l'ora!
P. Quali sono le tue origini, Ghali?
Gh. Vengo dalla Tunisia.
P. Davvero?
Gh. Si..
P. Ci sono stato da giovane e ho amato talmente tanto la vostra cultura e la vostra gente, per non parlare dei paesaggi, che ci sono tornato per ben tre volte con mia moglie! Ti manca tanto, eh?
Gh. Si.
P. Posso capirti. Manca tanto anche a me..
Vedo in papà una nota malinconica e gli do una spinta scherzosa. Lui prende del cous cous e me lo lancia in viso. Scoppiamo tutti in una grande risata.
Noto che Ghali mi sta guardando in maniera molto dolce e vorrei sciogliermi all'istante, poi penso che papà è con noi e divento rossa dalla vergogna.
A spezzare l'imbarazzo è Dedo, che rientra a passi pesanti in casa.
D. Sono tornato!
P. Ciao campione. Com'è andata?
Mio fratello entra in cucina e quando vede Ghali non sembra essere poi così tanto irritato dalla sua presenza. Non capisco questa sua reazione inaspettata.
D. Bene papà, abbiamo vinto alla grande!
Gh. Ciao..
Il tunisino fa il primo passo.
Dedo lo guarda e quasi non curante esclama:
D. Ah, ciao Ghali. Anche tu a cena?
Gh. Mi hanno costretto.
Accenna un sorriso e io rimango a guardarli in cerca di risposte.
Cosa succede ora? Non si odiano più? Forse qualcosa mi sta sfuggendo di mano.
Fisso mio fratello con aria incerta e lui mi fa cenno di raggiungerlo.
G. Papà, torno subito. Trattamelo bene.
Gli indico il ragazzo seduto. Papà fa un cenno con la mano e si mette in posizione militare di saluto.
Esco dalla stanza e vado verso la camera di Dedo.
G. Cosa succede?
D. È tutto okay.
G. Cosa?
D. Ghali..insomma..
Lo fisso per costringerlo a continuare il discorso.
D. Abbiamo parlato e..
G. E..?
D. Dai, rompipalle! È tutto okay.
Lo abbraccio contro il suo volere e gli stritolo una guancia, poi torno in cucina.
Questa è la nostra serata.
Con i Rolling Stones in sottofondo, tanta roba buona da mangiare e una bottiglia di vino diamo inizio a una serata tutti insieme.
Come una vera famiglia.
Ora sì che mi sento a casa.

Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora