Capitolo 3

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Qualcuno una volta ha detto che la mattina ha l'oro in bocca, beh vorrei proprio conoscerlo questo strano tizio, nella speranza che mi dimostri quanto possa essere vera questa affermazione. Intanto io non ho sentito la sveglia, forse non l'ho neanche impostata, non ho nessuna voglia di uscire dal letto e Dedo mi ha anche fregato la colazione che papà lascia sul comodino. Per non parlare del fatto che non sia andata a lezione,proprio oggi che la docente spiegava Diderot!
Chiamiamolo un buon inizio di giornata.
Una chiamata mi costringe a mettere i piedi in terra e alzarmi. È Teo.
T. Buongiorno dormigliona! Sono 3 ore che ti chiamo.
G. 'Giorno Teo, ma che ore sono?
T. Baby benvenuta sul pianeta Terra, sono le dieci e mezza e credo che tu ti sia appena alzata.
G. Cazzo si, non me lo ricordare ti prego.
T. Passiamo a cose serie. Mi apri? Sono sotto casa tua.
G. Vedi che io ho ragione quando dico a me stessa che devo sposarti? Ti amo. Arrivo.
Teo è Teo. Semplicemente un ragazzo splendido. Avrei dato tutto anni fa per poterlo avere come compagno ma la nostra amicizia è stata da sempre più forte di ogni cosa e ora eccoci qui. Dopo colazione usciamo per una passeggiata ed entriamo nei nostri soliti discorsi, fino a quando Teo non butta fuori la storiaccia di ieri.
T. Allora? Hai parlato con tuo fratello?
G. Dedo è una cassaforte per queste cose, lo sai.
T. Aaah, Gaietta Gaietta! Cominci a perdere i colpi!
Lo spingo verso il muro e lui ride, sbuffandomi in faccia il fumo della sigaretta. Io lo guardo e replico:
G. Non è che perdo i colpi io, è che Dedo è così e tu lo sai meglio di me.
T. Se se..tralasciamo questa storia che ci fa giungere sempre allo stesso punto. Con Ghali? Pensi di parlarci?
G. Oddio si..il tizio di ieri. Mi ero completamente scordata. Io potrei parlarci ma cosa vado a dirgli? Dai, Teo ragiona..
T. Tu provaci, hai sempre risolto tutto in ogni situazione. Basta un tuo sorriso e tutto si sistema.
G. Senti, che ore sono?
T. È mezzogiorno e un quarto baby.
G. Va bene allora andiamo fuori scuola. Se lo becchi, lo fermi e ci parlo. Ok?
T. I promise!
Mette la mano destra sul cuore e diventa tutto d'un tratto serio. Lo fisso con aria buffa e scoppiamo a ridere.
G. Passami una sigaretta.
T. Sei pesante!
Dopo aver camminato lungo il viale, arriviamo di fronte la nostra vecchia scuola. Più la guardo più trasuda ricordi e tristezza. La mia adolescenza è ancora racchiusa in quei banchi, in quelle sedie, in quelle aule.
Da fuori si sente ancora il suono squillante della campanella e presto vicino le uscite si affollano migliaia di studenti. Teo si gira intorno con sguardo indagatore.
G. Allora, Sherlock, lo vedi o no questo tipo?
T. Senti, Watson, non vedi che bufera che c'è qui? Lasciami cercare in santa pace!
Lo lascio muoversi tra la folla di ragazzi e con lo sguardo seguo le sue mosse finché i miei occhi non incrociano un viso familiare.
È lui, è il ragazzo di ieri. Quello della scena da film, dell'inseguimento, è lui.
Abbasso lo sguardo imbarazzata e lui sorride leggermente. Cerca di muoversi tra la folla mentre io rimango lì, immobile, a fissarlo.
Gli sorrido mentre si avvicina sempre più verso di me, siamo a pochi metri di distanza. Poi un tizio smilzo arriva, con fare da esaltato e quasi molleggiando sulle punte e gli va incontro salutandolo. Si scambiano una stretta di mano, poi il tizio poggia il suo braccio intorno al collo del ragazzo e fanno per andare via. Io guardo la scena quasi imbambolata, fino a quando il ragazzo, con sguardo deciso questa volta, dice qualcosa utilizzando il labiale.
R. (di ragazzo, non vi svelo ancora chi è!) La prossima volta vedi chi comanda.
Con la mano destra fa un gesto per farmi capire di rallentare e mi fa un occhiolino. Io ricambio con una risatina imbarazzata e cerco con gli occhi Teo.
Da dietro qualcuno urla il mio nome e mi giro di scatto.
T. Gaia! Gaia! Mi vedi?
G. Si, Teo! Arrivo.
Mi avvicino a lui, che commenta così guardando la mandria di persone intorno a noi:
T. Niente, non sono riuscito a beccarlo. In compenso ho trovato tuo fratello.
G. Dove ci aspetta?
T. Di fronte la tabaccheria.
G. Andiamo!
T. Cucini tu?
G. Cucino io!

Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora