Capitolo 2

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Matteo, che io chiamo Teo tale è la nostra confidenza, mi guarda dritto negli occhi e mi dice:
T. Devo dirti una cosa, questa è seria.
G. Ma dai, non ti credo neanche se me lo dici senza ridere!
T. Non scherzo baby, è qualcosa di assurdo!
G. Dai spara!
T. Oggi un tizio ha discusso con tuo fratello.
G. Ma che dici? Quando è tornato a casa sembrava tranquillo.
T. Ci abbiamo pensato noi a separarli ma è stata una scena veramente pessima.
G. Cosa è successo? Quello scemo è uscito di casa senza neanche salutarmi. Sembrava rilassato.
T. Certo, ci credo! È lui quello che ha riempito di calci il tipo, un certo Ghal..o Ghali, roba così.
G. Non so chi sia.
T. È uno nuovo della zona, si è trasferito da poco qui da quello che so..non ho avuto modo di parlarci molto.
G. E con mio fratello lui cosa c'entra?
T. Credo che la tipa di tuo fratello l'abbia lasciato per questo qui.
G. Storiacce in cui, come sempre, non voglio immischiarmi. Non penso abbia perso molto conoscendo quella cretina lì.
T. Su questo concordo ma non c'era motivo di alzare le mani, insomma Ghal o Ghali, come minchia si chiama, non ha detto nulla e non ha reagito alle provocazioni. Dedo ha veramente esagerato.
G. Io cosa dovrei fare? Aggiustare tutto come sempre?
T. Io credo di si, è la cosa che ti riesce meglio.
Abbozzo un sorriso e lo spingo verso la fine del letto per farlo cadere. Teo reagisce e mi salta addosso facendomi il solletico.
Lo guardo e rispondo:
G. Va bene, ci penso io. Cosa devo fare?
T. Semplice, lo becchi in centro o fuori scuola e gli chiedi scusa.
G. Ah, io? E quello penserà "ma questa chi cazzo è"!
T. Si cretina ma lo informi su chi sei!
G. Lo faccio solo se vieni con me.
T. Sei una merda!
G. Lo sai, gioco sui sensi di colpa! È la seconda cosa che mi riesce meglio.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi. Usciamo fuori per una sigaretta che, tra un discorso e l'altro diventano cinque, fino a quando non si fa una certa e riaccompagno in macchina Teo. Si impossessa del cavo aux e come suo solito volume al massimo, musica del cavolo e voce stonata in sottofondo che condisce il tutto per renderlo migliore. Io gli sorrido, lo spingo un po', poi per dispetto freno di botto per farlo spaventare. Con lui è così, un continuo scambio di idee, stronzate, scherzi e parolacce. È il fratello che ho sempre voluto, il compagno di vita che vorrei al mio fianco in un futuro, l'amico più vero che ho. Insieme in ogni situazione.
Lo mollo sotto casa e con una sgommata vado via, beccandomi la sclerata di un tipo dietro di me che suona col clacson da circa 3 minuti.
Sul rettilineo riesce a superarmi, forse per capire chi è al volante, e i nostri sguardi si incrociano. Lo fisso con aria di sfida e premo l'acceleratore più che posso. Mai provocarmi, so essere una vera iena. Lui non riesce a starmi dietro e decido di dargliela vinta, non mi piace giocare sporco con una macchina più potente. Lo lascio passare e rallento drasticamente facendo partire in radio i Placebo e cominciando a cantare a squarciagola. Perdo la vista della sua auto dopo una curva e sorrido ripensando al momento passato. Mi sono sentita in un film! Sono quasi arrivata sotto casa, un semaforo e via, il letto mi attende. Becco il rosso, come se per me fosse una novità ormai, e noto che il ragazzo misterioso mi attende sul marciapiede alla mia destra. Lo guardo proprio come lui guarda me, gli accenno un sorriso debole e imbarazzato e lui sfodera la sua risatina leccandosi e mordendosi il labbro superiore. Il momento viene interrotto dal clacson della berlina dietro che mi avvisa del verde, così incrocio i suoi occhi un'ultima volta divertita e parto.
Arrivata sotto casa becco Dedo e i suoi amici e lo costringo a salire in casa per farmi le coccole. Non ho un bel rapporto con mio fratello, diciamo che siamo felici solo nelle foto di famiglia che teniamo in soffitta. Credo sia per quello che è successo a mamma, insomma distanza c'è sempre stata tra noi ma credo che dopo la perdita di una persona così importante due fratelli si uniscano quasi in un corpo solo per darsi più forza reciproca possibile. Invece no, non è stato così. Le distanze sono aumentate ad ogni nuovo ticchettio di orologio e ognuno di noi, in famiglia, si è chiuso dentro i propri pensieri. Io ho detto no, sono uscita dalla bolla in cui sono rimasta chiusa per anni e ho cominciato ad aprirmi. Dopo averlo supplicato per cinque minuti buoni, saluta gli altri e sale sopra con me. Ci buttiamo sul suo letto senza neanche svestirci e ci guardiamo come due persone che per la prima volta hanno un loro simile di fronte.
Blocco il silenzio e gli dico:
G. Dedo tutto okay?
D. Teo ti ha già detto tutto immagino, cosa me lo chiedi a fare?
G. D'accordo, cambiamo domanda. Vuoi parlarne con me?
D. No, non ne ho voglia e sono stanco.
G. Almeno mi fai dormire con te?
D. Sei proprio una rompipalle sai?
G. Lo prendo come un si, vado a prendere il pigiama!
Lo raggiungo in camera e mi metto sotto le coperte, fa un freddo terribile in questa casa. Mentre aspetto che si addormenti ripenso a quello sguardo, quasi magnetico, di quel ragazzo incrociato poco fa. Mi scappa un sorriso e non posso far altro che rivivere la scena sotto le palpebre. Dedo è crollato subito come da copione e io per dispetto lo abbraccio e mi addormento vicino a lui.

Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora