Capitolo 17

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Dopo cena esco fuori al balcone per fumare una sigaretta. Un leggero vento caldo soffia sul mio viso e mi fa quasi dimenticare che siamo in pieno inverno. Mi torna in mente una frase che mia madre mi diceva sempre quando, da piccolina, piangevo per la scomparsa di mia nonna. Mi guardava affettuosamente, come solo lei sapeva fare, e, stringendomi fra le sue braccia, mi ricordava che ogni volta che avessi sentito anche solo una folata di vento caldo, non dovevo esserne triste ma bensì felice, era una carezza della nonna che dal cielo arrivava a me. Così, da quel giorno, ho sempre creduto a questa piccola bugia da genitore premuroso. Eppure questa sera nell'aria c'è qualcosa di diverso, sarà anche il vino che ha inebriato la mia mente, ma sento come se quella carezza ci fosse davvero. Una piccola lacrima compare sul mio viso ma la sposto via quando sento dei passi dietro di me. 
Ghali si avvicina con passo lento e felpato, come se non volesse disturbarmi ma comunque essere presente. Ormai riconosco ogni sua strategia e la cosa non mi dispiace. Accendo un'altra sigaretta e ne porgo una all'ospite dietro di me. Il ragazzo si avvicina e con una mano mi accarezza la guancia. Era di questa carezza che avevo bisogno. 
Gh. Cosa c'è?
G. Stavo pensando.
Gh. A cosa?
G. A mia madre.
Gh. Ti manca molto.
G. Già.
Sbuffo del fumo e mi giro verso lui, una lacrima nuova ora riga il suo di volto. Mi avvicino e poggio le mie dita sul suo viso, emana molto calore e un dolce profumo mi attira sempre di più vicino a lui. Bacio la sua lacrima per spostarla via e torno a guardarlo.
G. Perché piangi?
Gh. Manca molto anche a me.
G. Chi?
Chiedo curiosa.
Gh. Mio padre.
G. Cosa gli è successo?
Gh. È in carcere..da anni ormai.
G. Oh..
Esclamo sorpresa.
G. Non me ne avevi mai parlato..
Gh. È una brutta storia, non mi va di raccontarla. È stata dura per me.
G. Posso capirti come pochi, lo sai.
Gh. È per questo che il mio cuore ti ha scelta. Tu sai capirmi come nessuno mai potrà fare. Qualunque cosa succeda, io voglio che tu sappia..
G. Io ci sarò sempre. Vieni qui, fatti abbracciare.
Premo le sue spalle sul mio petto per sentirlo vicino a me, voglio che senta tutto il bene che gli voglio. 
Prendo il suo volto tra le mie mani.
G. Insomma, guardati. Guarda dove sei arrivato in tutto questo tempo. Sono sicura che tuo padre abbia commesso degli sbagli e non mi interessa ora sapere quali, mi interessa sapere che tu non sei come lui. Sei riuscito a essere una persona diversa, migliore. Tuo padre negli sbagli, però, non smetterà mai di volerti bene e tu devi perdonarlo. Fallo per te e per tua madre. Starai molto meglio, vedrai.
Gh. È per questo che sono qui. Ho lasciato Milano e mi sono trasferito per cambiare aria, per essere una persona diversa, per essere Ghali Amdouni e nessun'altro.
G. E ce la farai, tesoro mio. Io credo in te.
Gh. Come fai dopo tutti questi sbagli?
G. Ehi, siamo adolescenti ancora. Abbiamo una vita per rimediare a tutte le scelte sbagliate che prendiamo e che prenderemo.
Gh. Ne sei sicura?
G. Si.
Lo bacio delicatamente sulla tempia e continuo a guardarlo.
G. Io sono qui e ci sono per te. Nonostante tutto.
Gh. Nonostante tutto.
Ripete a bassa voce il tunisino.
G. Si, mi fido di te e dei tuoi occhi.
Mi giro a guardare le luci della città.
G. Sai, mia madre da bambina mi diceva sempre che non c'è nulla di più vero se non gli occhi. E io i tuoi li ho letti, so cosa c'è dentro di te e dentro me. Com'è che si dice? Certe luci non puoi spegnerle.
Gh. Ti voglio bene Gaia.
G. Te ne voglio anche io. Molto.
Gli sorrido dolcemente.
Gh. Si è fatto tardi, meglio che vada.
G. No, resta. Voglio stare ancora un po' insieme a te.
Lo prendo per mano e una volta dentro casa lo trascino in camera.
Lascio che entri e, una volta nella stanza, chiudo la porta dietro di me a chiave e lo guardo dritto negli occhi. Le sue iridi sono lucenti più del solito questa sera. Rimango in piedi mentre lui si accomoda sul letto.
Gh. Cosa c'è?
Sembra intimorito dal mio atteggiamento.
G. Niente, volevo averti solo per me. Lontano da occhi indiscreti.
Gh. Tuo padre è forte.
G. Vedrai che si affezionerà a te. Sei il suo tipo.
Ridiamo insieme.
Gh. Siete una famiglia bellissima.
G. Oggi mancava una persona a tavola ma quando ti sei seduto con noi è come se tu avessi colmato quel vuoto che da anni c'è nei nostri cuori. Voglio che tu sia la mia famiglia, Ghali.
Gh. Lo voglio anch'io.
Senza dirci nulla in un attimo ci troviamo in un bacio passionale, non ho saputo farne a meno. 
G. Non riesco a essere arrabbiata con te ma voglio che tu mi faccia cambiare idea.
Gh. Te lo prometto.
Le sue mani sono sui miei fianchi e mi spingono verso il suo corpo caldo e accogliente. Le mie dita scorrono sui bottoni della sua camicia sbottonandoli, per poi passare alla cinta e ai pantaloni.
Gh. G-Gaia ma..
G. Sshh..
Lo blocco prima che possa aggiungere altro e lentamente lo trascino verso il mio letto.
G. Questa sera è la nostra sera.
Ghali poggia le sue labbra sulle mie e ci immergiamo in un istante di passione. Le sue mani sono sul mio corpo come le mie sul suo. I nostri sguardi si cercano e quando si trovano la passione sale alle stelle. Voglio avere il controllo io questa volta. Non può sfuggire alla mia determinazione. 
Ormai nudi ci trasferiamo sotto le coperte e iniziamo a coccolarci. 
G. Ghali..
Gh. Si..
Ansima mentre le mie mani sono sulla sua intimità.
G. Lo voglio.
Gh. Sei sicura?
Senza dargli risposta, in un attimo sono sopra di lui, sono io a reggere il gioco questa volta e la cosa mi piace molto. Anche il ragazzo sembra gradire e segue i miei movimenti fino a farmi arrivare ad un piacere immenso. Siamo nel mezzo del caos, siamo solo baci, sguardi pieni di amore e unione. Siamo sempre e solo noi. Solo noi, ripeto nella mia mente. Nel momento più bello un telefono inizia a vibrare ma la nostra attenzione è su di noi, sul nostro momento e niente può distrarci. Giunti al punto di massimo godimento, ci sdraiamo esausti l'uno affianco all'altra e torniamo a incatenare i nostri sguardi.
Gh. Wow.
Commenta il tunisino ancora affannato.
Gh. Questa sera è stato diverso.
G. Eravamo diversi noi. Ne avevamo bisogno.
Gh. Bisogno?
G. Credo di si, questo momento ci ha uniti ancora di più.
Mi sorride e avvicinandosi al mio viso mi bacia dolcemente. Quando sta per staccarsi, lo attiro ancora una volta a me. 
Gh. Ti proporrei un secondo round ma temo si sia fatto davvero tardi.
G. Temo di si.
Comincio a mordermi il labbro in maniera sensuale e il suo sguardo è su di esso. 
Gh. Ah..al diavolo!
In un attimo è sopra di me e, come tutto è finito, tutto ricomincia. È una passione che brucia lentamente e ci fa godere di questi momenti.
Il mio cuore ora è in pace, ha visto le sue ferite curate finalmente. Sono le 2 passate ormai quando Ghali poggia la sua testa nell'incavo del mio collo, è tutto così surreale che stento a credere a quello che è appena successo tra di noi. Di nuovo.
G. Ti va di rimanere?
Gh. Non ho avvisato mia madre. Si preoccupa se non torno. Magari..
G. Magari puoi mandarle un messaggio. Che dici?
Gh. Vuoi proprio che rimanga, eh?
Mi sorride.
G. Si.
Lo guardo decisa, lo voglio per me questa sera.
Gh. Ma tuo padre? Cosa dice?
Mi guarda perplesso.
G. Mio padre non è tenuto a sapere certe cose. Dedo è una cassaforte per certe questioni, ci copriamo a vicenda da una vita. E poi domani va a lavoro presto, non si accorgerà che tu sei qui, la porta è anche chiusa a chiave.
Gli faccio notare indicandogliela.
G. Ti fidi di me?
Gh. Alla follia.
G. Allora vado a prenderti qualcosa da mettere.
Infilo il pigiama e apro l'armadio iniziando a cercare qualcosa da fargli indossare per la notte. In fondo al cassetto trovo un pantalone da basket vecchio, forse di mio fratello, forse di Giordano, chissà. Glielo lancio a mo' di cestista e la cosa lo fa ridere. 
Sei la mia felicità, Ghali Amdouni.
G. Se hai bisogno del bagno la porta è quella.
Gh. Hai un bagno in camera?
Chiede sorpreso.
G. Scherzi? Come pensi che possa condividere un solo bagno con due maschi? Roba da pazzi. Fai pure.
Mi butto sul letto a pensare e un sorriso appare sul mio volto, non vuole andar via, forse perché sto così bene con lui adesso. Lo vedo uscire dalla stanza tutto assonnato e mi fa tenerezza, sembra quasi un bambino alle prime armi col mondo. Entro in bagno e mi do una leggera sistemata, mi strucco e fermo i capelli in una coda scomposta.
Gh. Sigaretta?
G. Sigaretta!
Gh. Offro io questa volta.
G. Merci.
Gh. Parlez-vous français?
G. Oui, garçon.
Gh. C'est bien!
Usciamo fuori in terrazzo e il tunisino si avvicina a me per accendere. Rimaniamo fermi ad osservare il mondo che ci circonda. Le sue mani sono sui miei fianchi, il viso appoggiato sul mio collo che, tra uno sbuffo e l'altro, bacia delicatamente. Il silenzio ora non ci mette in imbarazzo, anzi, ci rilassa.
Questa notte la città sembra essere rimasta illuminata per noi. Da qui si vede tutto: il duomo e il campanile, l'orologio, le vie del centro che brulicano ancora di giovani ragazzi, proprio come noi.
Che meraviglia.
Ghali si affianca a me e mi guarda divertito.
G. Cosa c'è?
Gh. Mi piacerebbe portare te e la tua famiglia in Tunisia quest'estate.
Gli sorrido.
G. Mi piacerebbe andare a trovare tuo padre quest'estate.
Rimaniamo così, ognuno perso nei suoi pensieri ma questa volta uniti.
Finalmente noi.



Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora