Capitolo 11

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Dopo pranzo ho salutato zia Mati con un lungo abbraccio e qualche lacrima, vista la situazione, e mi sono sdraiata sul letto cercando di non pensare a Ghali.
Il tutto mi è rimasto molto difficile visto che solo poche ore prima le sue labbra sono tornate a baciare le mie.
Sono elettrizzata al pensiero che abbia sentito la necessità di me in tutto questo tempo e che io gli sia mancata davvero, ma ho paura che questa scintilla possa spegnersi di nuovo. Potrei perdermi nel buio della disperazione.
Non sono riuscita a chiudere occhio, nonostante la stanchezza.
I libri mi parlano in una lingua incomprensibile oggi e io non riesco a decifrarli, così ho chiuso tutto e messo in play lo stereo.
Mi sono lasciata accompagnare dalla musica e dalle sue emozioni.
Aspettare con ansia la chiamata di Ghali mi ha fatto pensare al mio primo amore, Giordano. È stato tutto per me. Mi è stato vicino in molte situazioni ed è una persona che nella mia vita ricordo con un sorriso e con una lacrima. È stata la mia prima relazione, il mio primo approccio al mondo maschile. L'avevo sempre immaginato in un modo diverso, forse fantasticavo troppo in quel periodo e, quando la realtà mi si è posta davanti, l'impatto è stato distruttivo.
L'ho amato e odiato alla follia.
Tra noi non c'è mai stato un rapporto stabile ma un tira e molla continuo.
L'affetto e la stima reciproca c'erano ma non sono mai bastati per farci rimanere insieme. Abbiamo sofferto e passato i più bei pomeriggi della storia delle nostre giovani vite in compagnia l'uno dell'altra.
Giordano è stato la mia ancora quando mia madre si è ammalata ma mi ha distrutto il cuore quando qualche mese prima che lei morisse, mi ha mollato sull'orlo di un precipizio.
Ho affrontato una delusione doppia e non è stato facile rialzarsi. La mia famiglia non è stata d'aiuto, ognuno dietro al proprio dolore.
La mia salvezza è stata Teo, che mi ha tirato su in ogni situazione, in ogni "momento no" della mia adolescenza. Giordano è andato via proprio come è arrivato, nel silenzio più sordo.
Sono anni che non lo rivedo ormai, so che ora ha una nuova vita con una ragazza e spero che questa esperienza con me lo abbia aiutato a saper affrontare una relazione.
Non abita più in città, ora ha un lavoro fuori e sono due anni che si è trasferito.
Gli voglio bene e gliene vorrò sempre, come la prima volta che ci siamo incontrati in quel pub.
Pensare a lui mi fa stare bene, mi distrugge un secondo dopo.
L'ansia per quella chiamata sale e non so cosa combinare per ammazzare il tempo.
Fisso da venti minuti lo schermo del cellulare ma nulla sembra cambiare.
Decido di buttarmi sotto la doccia, il calore mi aiuterà a rilassare la tensione muscolare e ad allontarmi dai pensieri strani che circolano nella mia mente.
Mi svesto guardandomi nello specchio e vedo una me diversa, matura, cresciuta.
Le mie forse sono accentuate, il mio viso è cambiato, è delineato ma pur sempre semplice. Puro.
Rimango a fissare la mia figura riflessa e ad osservare ogni singolo particolare.
Ho una piccola voglia rosa sul ventre sin da quando ho messo piede in questo mondo, è l'unica cosa di me che non è mutata nel tempo. Mi porta indietro nel mio passato di bambina felice e spensierata. La mia attenzione viene richiamata dalla vibrazione del cellulare.
Qualcuno mi sta chiamando. Cerco di non guardare subito il mittente della chiamata, la paura di ricevere una delusione nel vedere che non è Ghali mi costringe a far squillare a vuoto il telefono. Lo schermo torna nero e prendo un bel po' d'aria dai miei polmoni.
Non lo degno di uno sguardo ed entro nella cabina doccia dove l'acqua è già diventata bollente.
Sotto questa pioggia calda non penso a niente, non percepisco nulla. Comincio ad insaponare i miei capelli e il corpo. Accendo la radio nella doccia e Virgin Radio passa una canzone dei Police. Mamma li adorava, in macchina aveva quasi tutti i loro cd. Per non parlare dei vinili!
Mentre finisco di insaponarmi comincio a canticchiare e rimango impietrita quando vedo un'ombra di fronte a me. Papà è a lavoro a quest'ora e Dedo a fare allenamento.
Sarà Teo? Non credo, non è il tipo che entra facendo il misterioso e di certo non irromperebbe nel bagno dove sono semi nuda, coperta solo da un vetro appannato.
Vado nel panico, cercando di capire chi possa essere.
Ho paura di aprire la cabina, il mio cuore batte a mille. Per smorzare la tensione cerco di continuare a cantare la canzone, nessuno sa dove nascondiamo le chiavi di riserva.
Solo Teo.
Dunque l'uomo fuori la doccia deve essere per forza lui. Mi sta facendo uno scherzo di cattivo gusto ma cerco di non spaventarmi troppo.
Mentre l'acqua mi investe sento da fuori una voce che comincia a seguire il ritmo della canzone. Allora mi fermo e cerco di capire chi sia.
Teo non ha tutto questo senso del ritmo.
Mi sciacquo in fretta e prendo l'accappatoio dietro di me. Apro con cautela la cabina e me lo trovo di fronte.
Che ci fa qui?
Come ha avuto le chiavi di casa mia?
Giuro che questa volta ammazzo Teo se c'entra in questa storia!
Lo fisso e sono in imbarazzo, insomma sono in accappatoio e lui è di fronte ai miei occhi. Mi guarda da capo a piedi e arrossisco sempre di più. Quando il suo sguardo si posa sul mio viso non posso fare a meno di scordare tutte le mie preoccupazioni e le mie ansie. Lo fisso con sguardo indagatore e accenno un sorrisetto sotto i baffi.
Lui rimane immobile davanti a me e incrocia le braccia.
Sembra serio.
Comincia a mordersi il labbro e Dio io lo adoro quando fa quel movimento. Mi verrebbe voglia di averlo solo per me. Che stronzo.
Mi ha davvero spaventato. Ghali Amdouni sei la mia rovina.
Gh. Pensi di uscire da lì o vuoi che ti venga a prendere con la forza, principessa?
Sorride.
Ha un viso che mi toglie il fiato ogni volta.
Ma come fa?
G. Che ci fai qui? Come hai avuto le chiavi? Ma già, che cretina, la risposta me la sto dando da sola. Giuro che Matteo è un uomo morto.
Gh. Hai avuto paura?
G. Si..molta.
Abbasso lo sguardo.
Gh. Anch'io.
G. Di cosa?
Gh. Che tu non mi volessi qui adesso. Ho provato a chiamarti.
Era lui prima a cercarmi al cellulare.
G. Lo so, ho visto.
Mento.
G. Ti avrei richiamato se tu non fossi piombato in casa mia così.
Gh. Avevo bisogno di te.
G. Ah si?
Gh. Si, davvero..
Viene verso di me e mi bacia con delicatezza.
Così mi fa impazzire del tutto. Gaia cerca di controllarti, ti prego.
Mi prende in braccio e comincio a scalciare per cercare di scendere.
La sua presa è troppo forte e non riesco a divincolarmi molto.
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
Gh. Mi illustra la via per la sua camera, mademoiselle? Vorrei farmi perdonare per averla spaventata.
Di nuovo morde il labbro inferiore e l'eccitazione è al massimo.
Io cerco di controllarmi ma l'attrazione è troppa.
Gli sorrido e una volta usciti dal bagno gli indico la mia stanza. Poggia il mio corpo sul letto con delicatezza e si sdraia al mio fianco.
Ci fissiamo come fossimo ipnotizzati l'uno dall'altro, poi le nostre labbra si cercano e si incontrano in un nuovo bacio, intenso e più spinto rispetto ai precedenti. La sua mano segue le mie forme fino ad arrivare al fianco. Un brivido mi attraversa tutta.
Con un gesto lento scioglie il nodo dell'accappatoio e il mio corpo nudo è di fronte ai suoi occhi.
Ops..

🙈🙈🙈🙈🙈🙈

Domani sarò a Rimini tutta la giornata e non so se riuscirò ad aggiornare la storia con un nuovo capitolo.
Per chi non ama la suspence rispondo così: be quiet!
È una scena molto bella, romantica, delicata, intima, non voglio rovinarla.
Appena ho tempo aggiorno con un capitolo bomba pieno di cambiamenti!
Buonanotte e buona giornata a tutte le dolcezze che mi seguono.

Gaia💘

Liberté (Sì, GHALI è un protagonista!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora