41-SARA

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Appena entrammo, vidi gli occhi di tutti puntati su di noi. Mi sentivo in imbarazzo anche perché avevo conosciuto di vista i suoi fratelli la notte in cui ero corsa in lacrime da Jake. Ora invece eravamo qui, assieme e ci amavamo. Kitty appena mi vide mi corse incontro. L'idea che ci fosse lei a farmi compagnia rendeva le cose maledettamente più semplici.

«Finalmente siete arrivati!», esclamò abbracciandomi.

Nicholas, che era stato invitato anche lui, si avvicinò abbracciandomi a sua volta e a fare gli auguri all'altro festeggiato. Jake mi prese per mano conducendomi dagli altri invitati.

«Sara, lui è...»

«Ian, certo mi ricordo di te, come stai?», chiesi porgendogli la mano.

La prese portandosela alle labbra. «Incantato, sei davvero bellissima», disse facendomi arrossire.

Si voltò verso suo fratello sorridendo. «Devo dire che hai buon gusto Jake, è davvero stupenda.»

Jake mi mise un braccio attorno al fianco, rivendicando il suo territorio. Fece un sorriso tirato che non comprendeva lo sguardo. «Lo so Ian, è semplicemente perfetta», e dopo di che mi diede un profondo bacio sulla guancia.

Guardai la ragazza affianco a Ian. Era molto carina. Minuta, coi capelli neri e gli occhi marroni. Sembrava una bambolina, ma mi resi conto di quanto fosse l'opposto non appena aprì bocca.

«Ti sembra il caso di provarci con la ragazza di tuo fratello?», chiese in un sussurro a Ian, che io riuscì a capire perfettamente.

Lui si voltò e una strana luce gli balenò negli occhi. «Sei gelosa?» 

Lei fece un risolino e scosse la testa. Il suo sguardo diceva "Ti piacerebbe", ma non rispose nulla. Si voltò verso di me sorridendomi.

«Molto piacere, io sono Emma la...»

«Ragazza di Ian?», tentai.

Sbarrò gli occhi inorridita. «No! Assolutamente no, siamo solo... ecco noi abitiamo assieme, ma non stiamo assieme ecco...», spiegò impacciata.

Dovevo averla messa davvero a disagio.

«Dividiamo la casa. Siamo coinquilini ed ex compagni di liceo», disse Ian.

«Caspita, dovevate andare molto d'accordo a quei tempi», appurai ridendo nervosamente.

«Affatto ci odiavamo, non che le cose siano cambiate poi molto», affermò lei tranquillamente.

Okay, ero davvero senza parole, dove diavolo ero finita? Mi voltai verso Jake in preda alla disperazione e lui capì il messaggio.

«Vieni Sara, ti porto a conoscere mia madre», disse e io tirai un sospiro di sollievo.

Mi sentivo bene e a disagio allo stesso momento all'interno di quella casa. Io non ero abituata a quell'atmosfera felice. I miei genitori non li sentivo da qualche settimana ormai e mia sorella purtroppo era andata a stare per una settimana dal suo ragazzo a Torino. Ogni giorno che tornavo a casa mi sentivo sempre di più sola. Mi sembrava di non far parte della mia famiglia. Era come se... come se non fossi parte di loro. Ogni tanto ripensavo alla frase che aveva detto Elena al ristorante: "Sforzati di più". Quelle parole, mi avevano toccata nel profondo. Il rapporto con i miei genitori sembrava essere migliorato rispetto a prima, ma ero consapevole che fosse tutta una messinscena. Questa cosa mi faceva stare molto male. Mi voltai verso Jake e gli sorrisi.

«Sicuro che non stanno insieme?», gli domandai durante il tragitto. Un po' perché mi interessava e un po' perché volevo distrarmi dai pensieri cupi di poco fa.  

«No, so solo che Ian l'ha sempre presa in giro durante il liceo e per non so quale motivo sono finiti a vivere assieme. Che io sappia tra loro non c'è nulla», mi rivelò mentre camminavamo abbracciati.

«Sarà, però vederli discutere in quel modo mi ha ricordato...»

«Noi due?»

«Già», sorrisi.

Appena entrai in cucina vidi una bellissima donna dai capelli neri e gli occhi chiari venirmi incontro. Dietro di lei una signora di mezza età con un grembiule bianco stava sfornando le lasagne. La domestica appoggiò la teglia sul piano cottura, mentre l'incantevole madre di Jake mi stava tendendo la mano.

«Devi essere Sara, è un piacere conoscerti, io sono Caroline», disse sorridendomi.

Il suo accento mi fece capire che era americana, dal momento che la pronuncia non era perfetta come quella inglese.

«Anche per me, è un piacere. Ha un bellissimo abito», dissi fissando il tubino nero.

«Grazie, so che hai la passione della moda.»

«Già, l'adoro. Spero che un giorno riuscirò anche io a creare qualcosa di così unico e perfetto come lo Chanel che indossa.»

«Caspita, hai occhio ragazza. Comunque anche il tuo vestito è molto bello, chi è lo stilista?», mi domandò e appena alzai le spalle spalancò la bocca.

«Wow, hai davvero talento, sono certa che diventerai una grande stilista.»

«Grazie, lo apprezzo molto.»

Stilista. Già, avrei tanto voluto raggiungere quel trampolino, ma per un momento mi bloccai. E se per arrivarci avessi dovuto rinunciare a tutto? Alla mia famiglia, ai miei amici, a Jake? Ne sarei stata capace? Non lo sapevo.

Quando raggiungemmo la sala notai che si erano aggiunti altre due persone: Neal e un uomo molto attraente sulla cinquantina. Neal si girò verso di me sorridendomi. A differenza di Ian che mi metteva a disagio, lui mi trasmetteva pace. Il padre di Jake si avvicinò a me stringendomi la mano con una presa salda.

«Io sono Sergio Ricci, il papà di Jake», disse con tono formale.

«Papà l'aveva capito, non ti preoccupare», rise Ian da dietro.

«E' un piacere signor Ricci.»

«Chiamami Sergio», disse sorridendo.

La cena si svolse tranquillamente e io riuscii a parlare con tutti. Discussi con Caroline di moda, con Neal e Sergio della scuola e con Ian di Jake. Con i miei amici parlavo della festa che ci sarebbe stata dopo a casa mia. Jake era affianco a me e questo mi dava una forza incredibile. Guardavo Ian ed Emma e non potevo far altro che pensare a quanto fossero simili a noi due. Sapere che sarebbe potuta andare a buon fine mi mise allegria. Alla fine della cena io ed Emma aiutammo Caroline a sparecchiare. Mentre la padrona di casa sistemava, noi lavavamo i piatti. Mi sembrava strano che avesse una domestica e volesse sistemare a sua volta.

«Sono cresciuta in una famiglia borghese. Non ero ricca, lo sono diventata successivamente, ma per me questo non cambia nulla. Ho sempre sistemato le mie cose e non intendo certo smettere perché posso pagare tranquillamente qualcun altro. Certo, è molto più veloce però», rise. Caroline si spostò avvicinandosi a Rosa.

«Allora, da quanto state assieme?», mi chiese Emma d'un tratto.

«Da un mesetto ormai, tra poco saranno due», le dissi sorridendole.

«Sei fortunata, sembrate molto innamorati.»

«E' così, lo siamo. Ma non è stato semplice.»

«Cosa vorresti dire?»

Gettai un'occhiata alla madre e notando che era presa in un'accesa discussione sull'argenteria, proseguii. «Vedi all'inizio Jake voleva solo portarmi a letto, ma io non ho ceduto. Siamo diventati amici e lui, voleva di più.»

«E tu?», mi chiese con sguardo ferito.

Le passai il piatto. «Se non lo avessi voluto non sarei qui.»


AMORE: 5 lettere che ti possono incasinare la vita (1- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora