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Era incredibile come il mondo stesse cambiando intorno a me.
Sentivo la solitudine attanagliarmi e la tristezza che seduta accanto a me trovava ogni momento buono per dire una parola che potesse farmi a brandelli.
Le litigate con la mia ragazza erano aumentate senza un reale motivo fino al punto di rottura, e ora me ne stavo seduto sopra un burrone e guardavo giù.
Io e Francesca non stavamo più insieme, lei mi evitava e io invece la cercavo, non per fare pace ma per averla accanto.. Dopo tutto quel tempo pensare di farcela senza di lei era una follia.
I miei amici tentavano di tirarmi su il morale e finché non mi ritrovavo da solo sembravano esserci riusciti.
Poi tutta la luce, le risate e il buon umore svanivano sotto uno spesso velo nero e tornavo a stare male.
Non pensavo che sarebbe stato così doloroso o forse più che altro speravo che sarebbe stato più veloce, male fa male ma come un cerotto prima tiri meglio è.. Mi sbagliavo.

Una giornata come tante altre mi si apre davanti, sono in piedi da meno di 10 minuti e già mi sento stanco.
Fa freddo e giro per casa non sapendo cosa fare, dovrei andare a scuola ma non ho voglia di prepararmi e uscire al freddo di questa buia mattinata.
Spunta mia madre dalla cucina proprio mentre mi guardo attorno come un coglione . -Marco sei pronto? dai che ti accompagno.- mi guarda scuotendo la testa.
Alza gli occhi al cielo e torna sui suoi passi. -vatti a vestire veloce.- sentenzia.

Sospiro ma non me lo faccio ripetere due volte e vado a vestirmi, faccio con calma con la speranza che mia madre perdendo la pazienza mi lasci stare a casa.
Ma lei non cede -se non ti muovi ti mando a scuola in mutande.- 

non è cattiva e le voglio un mondo di bene ma vorrei che non fosse tanto testarda. -se arrivo in ritardo a lavoro non ti lascio guardare il Grande Fratello sta sera- 
a quel punto mi tiro su -no mamma dai.. almeno quello-
Mi viene da ridere lo so che sta scherzando nonostante sembri seria, alla fine mi scappa un sorriso e lei sembra notarlo uscendo compiaciuta dalla stanza.
finisco di legarmi i miei amati anfibi e mi metto un giacchino, sembra che la mattina debba esserci il polo nord fuori nonostante sia estate.

Arrivo a scuola in tempo nonostante tutto, in classe la professoressa non è ancora entrata e i miei compagni sono divisi in gruppetti a chiacchierare.
-buongiorno- mi saluta la mia vicina di banco intenta a giocare a un gioco con il telefono.
-giorno- asserisco stancamente.
-quanta voglia di vivere- commenta alzando gli occhi al cielo -se ti do 5 euro ridi un po'?-
scuoto la testa ma mi scappa una risatina.    
La professoressa di inglese fa la sua entrata con un frettoloso -goodmorning guys- posate le 15 borse che porta con se e il suo amato stereo accende il tablet e inizia a fare l'appello.

La mia vicina mi guarda sconsolata a causa della mia faccia che deve risultare ben poco amichevole e mi porge 5 euro, io scoppio a ridere ma la professoressa se ne accorge, si ferma e mi lancia uno sguardo di fuoco.
Riprende poi a fare il suo lavoro.

-passi da un'estremo all'altro- sentenzia sotto voce Roby.
-grazie per avermi fatto odiare dalla prof- commento sussurrando.
-é sempre un piacere- dice spostando una ciocca di capelli a mo di diva.

-voi due ora basta.- urla la professoressa.
Mi accorgo che parla con noi, ha uno sguardo furioso e interdetto.
-ora vi divido- scuoto la testa e mi scuso in fretta ma non basta.
Roberta viene spostata vicino ad un'altra ragazza, e vicino a me viene messo Paolo.
Non ho molta confidenza con lui quindi la lezione passa in assoluto silenzio, nonostante ciò non seguo neanche un minuto.
Alla fine dell'ora cerchiamo di riprendere i nostri soliti posti ma anche la professoressa di matematica commenta che è stufa del nostro chiacchiericcio continuo e preferisce la nuova disposizione.
A metà dell'ora di matematica sono già preso da una depressione incontrollabile, il mio nuovo vicino sembra accorgersene.
-stai bene?- mi chiede quasi come se gli pesasse.
Sospiro e annuisco leggermente, ovviamente non mi crede.
-so che non ne vuoi parlare con un quasi sconosciuto ma magari posso aiutarti- questo suo nuovo intervento sembra quasi contenere un pizzico di interesse.
-nulla solo problemi di cuore- commento sottovoce posando lo sguardo sul mio quaderno che presenta una pagina immacolata laddove dovrebbero esserci esercizi vari.
-ah le ragazze, sono solo fonte di confusione e dolore- ammette amaramente fissando il vuoto davanti a se con una strana smorfia.
-passerà- lo dice più a se stesso che a me, sembra quasi stia interpretando un monologo per se stesso. -tutto passa ma intanto brucia, purtroppo la vita è meschina, ma sono tutte esperienze che ci aiutano.- annuisce, cerca di apparire convinto da queste parole ma non lo è del tutto.
Lo guardo con attenzione -hai ragione sai- sospiro -ma quando dispensi consigli cerca di essere meno melodramamtico- ridiamo cercando di non farci sentire dalla prof.

Questa nuova sistemazione non sembra male.

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