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Il sabato pomeriggio è uno dei miei momenti preferiti, prospetta una serata che posso modellare come voglio e si puó riposare senza il timore dell'inizio di un altro giorno di scuola.

Ho passato la giornata a fare esercizi di matematica per l'imminente verifica, e ora gioco un po' con la mia switch in attesa dall'arrivo di Fabio.

In questi ultimi due giorni abbiamo legato molto, gli ho parlato della visita del suo amico e lui si è scusato per la sua stupidità, sono finalmente riuscito a trovare qualcuno a cui poter parlare della mia confusione mentale con tranquillità, lui mi capisce e sa cosa provo.
Mi ha consigliato di provare a parlare chiaramente con Paolo ma non ci sono riuscito, anche perché a quanto pare ha cominciato quasi una vera e propria relazione con un altro ragazzo.
Quando li ho visti mormorare in un angolo il mio cuore è esploso e ho provato qualcosa di cosí straziante che mi ha tolto il respiro.
Non pensavo esistessero emozioni cosí logoranti, e Fabio è stata l'unica persona che ha potuto capire cosa mi girava per la testa.
È stato di grande aiuto ma ancora adesso sento il cuore pesante e lo stomaco stretto al solo pensiero di andare a scuola e vedere quei due amoreggiare, i miei amici hanno riso quando ho espresso la sensazione che i due stessero insieme, ma io credo di vedere qualcosa che loro non riescono a notare, come le loro mani che si sfiorano, gli esercizi che fanno insieme di ginnastica e il fatto che spariscono ad ogni intervallo.
Io noto tutto questo perché Paolo è per me un punto fisso ma gli altri non ci vedono molto di strano.
Il campanello mi strappa dai miei pensieri e sospiro spegnendo la console.

Buonasera- commenta con un sorriso raggiante Fabio, ha gli occhi che brillano e sembra su di giri.
-sera, tutto bene?- chiedo invitandolo ad entrare con un gesto ampio del braccio, lui si accomoda posando lo zaino vicino alla porta e esitando un po' sul cosa fare dopo -si tutto okay e tu?- chiede tentennando in modo buffo.
-vieni andiamo in camera mia- commento ridacchiando e facendogli strada -beh io sto bene, diciamo, un po' stanco..-
Annuisce ed entra nella mia stanza, si guarda un po' in torno e la studia per qualche attimo.
- non so perché ma mi aspettavo una camera più tetra e di impatto- dice puntando il suo sguardo su di me.
Rido -che intendi?-
- non lo so.. me la aspettavo diversa qeusta stanza, nella mia testa aveva almeni una parete nera e dei poster di Lady Gaga sparsi sui muri e poi non so ma diversa: questa è cosí..- ascolto attentamente il mio interlocutore che si guarda intorno.
-.. cosí normale- finisce tornando a guardare me.
Resti stupito dalle sue parole poi per un attimo mi sento interdetto -perché hai immaginato la mia camera?- chiedo non trattenendo però una risatina
Ride anche lui, e si passa una mano sul viso.
- non lo so ma è successo- ammette un po' imbarazzato.

Lo invito a sedersi sul mio letto e io mi accomodo sulla sedia della scrivania, Fabio si ricompone un attimo e poi mi chiede -dimmi alla fine com'è andata con..- lo fermo prima che possa dire altro.
-credo che abbia una relazione- commento guardandomi i piedi.
-come??- sembra sorpreso.
Mi stringo nelle spalle.
-ho notato che negli ultimi giorni gravita intorno a un ragazzo della mia classe e sembrano molto affiatati.
Tutti dicono che sono solo amici, ma.. A me sembra ci sia altro sotto non so se capisci.- mi guarda con uno sguardo pensieroso, e poi annuisce piano.
-non è che magari sta cercando di farti ingelosire?- suppone sfregandosi il mento.
Sbuffo e scuoto la testa -non gira tutto attorno a me- mi tormento le mani, e sento un peso addosso -dopo che io ho, in un certo senso, rifiutato le sue avance avrà  deciso di provare con qualcuno altro.- dopo queste parole sento la malinconia armeggiare nella stanza.

Sento una mano sulla mia spalla mi volto e trovo lo sguardo consapevole di Fabio che mi guarda con i suoi occhi blu.
- sono certo che non è cosí- commenta facendo un sorriso - tu sei speciale non puó aver già lasciato perdere, ma se lo ha fatto è solo un coglione.- fa l'occhiolino e sposta la sua mano.
La perdita di quel contatto mi lascia un piccolo vuoto, sospiro.
-se lo dici tu- mormoro, mi guarda alzando un sopracciglio -non demordere- asserisce, poi sospira tristemente - se non l'ho fatto io perché dovresti farlo tu?- il suo tono sembra indurirsi.

Annuisco e mi mordo il labbro -mi dispiace, non dovremmo parlare di queste cose..- mi da fastidio pensare che lui potrebbe stare soffrendo a causa dell'argomento.
- Non preoccuparti- mi dice con voce gentile.
-siamo proprio disastrati- commento ridendo falsamente.
Lui annuisce sorridendo e guardando un punto fisso davanti a se -due cause perse- aggiunge dandomi una pacca sul ginocchio.
-penso che..- inizia a dire poi spostando il suo sguardo su di me, la frase però resta lì.. appesa nel silenzio della stanza mentre i nostri sguardi si intensificano, lui scuote piano la testa per poi azzerare la distanza tra di noi baciandomi.
Trattengo il respiro per la sorpresa e sento una strana sensazione nel mio stomaco.
Ma non mi scosto.
Non questa volta.

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