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Non vidi Fabio e non sapevo se esserne sollevato o meno, "avrei potuto vederlo con qualcun altro è meglio non averlo incontrato" continuavo a pensare tra me e me, ma al contempo desideravo ardentemente rivedere i suoi occhi e il suo sorriso: quando avevamo un appuntamento e mi vedeva arrivare.
Mi mancavano tanto quelle piccole cose, chissà che se non avessimo avuto quella presunzione di dire che non potevamo cambiare le cose che erano, e avessimo tentato ora magari saremmo assieme, a passare l'intervallo uno accanto all'altro e a parlare del nulla come eravamo soliti fare.
È buffo come le convinzioni svaniscano come fumo negli occhi.
Quel primo giorno di scuola era infinito ed infinitamente noioso soprattutto.
Nonostante la nostra grande fantasia e il creare sempre nuovi passatempi per rimediare alla noia io e Roby non riuscemmo a non soccombere ad essa.
-Dai solo l'ultima mezzora- mi sussurró sbadigliando e appoggiando la testa sulla mia spalla.
Annuii con poco interesse e continuai a guardare fuori dalla finestra ripensando all'estate passata con lui.

La professoressa di matematica era ostinata e aveva deciso che avremmo iniziato l'anno facendo lezione, perciò era già partita con il ripasso pre verifica, una lunga spiegazione soporifera di formule varie e qualche esercizio alla lavagna per chi di noi intendeva almeno fingere di essere interessato.
Riportai lo sguardo sulla classe studiando svogliatamente i miei compagni, avendo il banco in fondo vedevo tutti con chiarezza, chi giocava al telefono, chi beatamente dormiva e chi chiaccherava o seguiva la lezione.
Nel mio guardarmi intorno incrociai lo sguardo di Paolo e sentii uno strano brivido.
Mi fissava intensamente, troppo.
Con quello sguardo di disapprovazione e odio che mi faceva accapponare la pelle, non riuscivo a capire cosa volesse esattamente, mi infastidiva.
Feci una smorfia e con un gesto della mano chiedi silenziosamente "che vuoi?"
Scosse la testa e passò lo sguardo alla lavagna.
Mi incupii, questo ultimo primo giorno si stava rivelando veramente una merda, noioso e inutile.
Chiesi alla professoressa di poter uscire, volevo scharirmi le idee e passeggiare un poco, con la scusa di andare al bagno, me lo permise stranamente.
Passeggiai per il lungo corridoio guardando il telefono.
Lady gaga aveva postato delle cose parecchio interessanti sulla sua pagina riguardo il nuovo tour.
Sentii una risata familiare provenire dall'angolo poco più avanti e poi la sua voce.
- Hai ragione Matte ahaha è stato esilerante-.
Fabio.
Non sapevo se volevo incontrarlo, forse non era una buona idea che avvenisse proprio ora, mi catapultai nel bagno e mi chiusi dentro uno dei box attendendo non so bene cosa.
Ero stato un codardo ma non me la sentivo proprio di affrontare la verità ed il vuoto che avevo dentro, poteva andare tutto bene o poteva crollarmi il mondo addosso.
Non lo avrei scoperto in quel momento.
Li sentii entrare nel bagno, e mi appoggiano alla porta nonostante fosse già chiusa a chiave.
-bro muoviamoci che sta per suonare- disse un ragazzo dalla voce impastata, sentii una porta sbattere e il gancetto della chiusura scattare, poi qualcuno bussó alla mia porta.
-ehm occupato- dissi con convinzione cercando di incupire la voce perché non fosse riconoscibile.
Attesi che entrambi finissero e nel frattempo la campanella suonó la fine delle lezioni.
Dopo qualche minuto li sentii allontanarsi ridendo -meno uno, e anche questa è andata- disse Fabio ridendo.
Con un sospiro di sollievo uscii dalla cabina e feci per uscire dal bagno.
-Così è lui- Mi prese un colpo, così senza preavviso vidi Paolo spuntare da vicino ai rubinetti, non lo avevo notato.
-cosa?- chiedo confuso.
- il ragazzo che è stato con te- commentò tra i denti, e guardandomi con uno sguardo duro.
Non sapevo che dire così annuii leggermente.
-lui si è Io no eh?- era sprezzante e acido, mi guardava con disgusto -io non ero abbastanza- disse annuendo con rassegnazione.
-cosa stai dicendo?- mormorai.
Cosa aveva in mente? E cosa voleva da me, non aveva un ragazzo?
- Oh nulla non ti preoccupare Marco.- commentò con un tono rabbioso avviandosi verso l'uscita dal bagno.
Ma si fermò, io ero ancora immobile in mezzo alla stanza, lo guardai senza capire.
Successe tutto in pochi secondi, sussurró un 'anzi..' e chiuse la porta del bagno.
Intendevo chiedergli cosa avesse intenzione di fare ma non ne ebbi il tempo, mi spinse al muro bloccandomi i polsi e prese a baciarmi con foga, ero confuso ma non dispiaciuto, provai a divincolarmi.
Volevo spiegazioni ma in poco tempo lasciai perdere ogni tentativo di ribellarmi, non avevo nulla da capire oltre quello che Paolo stava chiaramente dicendo.
Lo spinsi io questa volta, contro la porta e non smisi di baciarlo per un secondo.
Preso dal desiderio e dal bisogno che avevo di quel tocco e quella passione.
Gli passai una mano tra i capelli e lui fremette.
Iniziò a passarmi la mano sulla patta dei pantaloni e io non ci vidi più.
Fu incredibile, facemmo l'amore di prepotenza contro la porta del bagno della Scuola, senza preoccuparci di ogni possibile conseguenza, lui mi desiderava e me lo faceva sentire, era più violento di Fabio, ma non mi dispiaceva.
Ed essere con lui ora dava finalmente senso a quelle giornate vuote che avevo vissuto fino a quel momento, Fabio stava sfumando dalla mia testa, senza cattiveria e mentre il piacere si impossessava dei miei sensi guardai Paolo che mi sorrise e mi prese il viso tra le mani.
-finalmente sei mio- disse baciandomi dolcemente, mi impressi il suo sorriso a fuoco nella mente, quella era vera felicità, per tutto il tempo aveva voluto solo me e ora che mi aveva era sereno.
-si finalmente siamo insieme- mormorai appoggiando la mia schiena nuda sulla porta di legno. -l'ho sognato così tanto- ammisi poco prima che lui mi baciasse di nuovo.
Eravamo solo noi ora, e per sempre.

Fine.

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